Zone sismiche in Italia
Zone sismiche in Italia: l’Italia è suddivisa in 4 zone di pericolosità sismica. Ecco la mappa aggiornata e come funziona il piano di incentivi messo a disposizione dal governo.
Quotidianamente, soprattutto nel centro Italia, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia registra attività sismiche. I maggiori eventi sismici che di recente hanno colpito l’Italia, hanno scosso la burocrazia italiana che si sta impegnando a sensibilizzare e promuovere una serie di interventi atti a risanare i vecchi edifici ancora troppo fragili. La prima normativa in tema di terremoto, in Italia, risale al 2 febbraio 1974. Purtroppo, molti edifici erano già esistenti all’epoca e per questo non sono in grado di assorbire le vibrazioni generate da un evento sismico.
E’ fin dal 1981 che esiste una mappa di pericolosità sismica dell’Italia che viene costantemente aggiornata da geologi e ricercatori. A breve, per tutte le case, sarà obbligatorio allegare un fascicolo di fabbricato, una sorta di carta d’Identità che informa sulla resistenza sismica del fabbricato. Un’altra importante novità è legata al sistema di incentivi fiscali dedicati a chi adotta misure antisismiche. Fino a oggi, tali incentivi erano disponibili in maniera ridotta solo agli abitanti delle zone a rischio sismico 1 e 2, dal 2017 la gran parte degli abitanti del territorio italiano potrà sfruttare tali incentivi per l’adeguamento sismico. Per la sua peculiarità, il piano di incentivi è stato ribattezzato sisma bonus.
Casa resistente al terremoto
Purtroppo, in Italia, la gran parte di provvedimenti in tema terremoto sono stati concretizzati a tragedia ormai avvenuta. Tra i provvedimenti del governo vi è anche l’obbligo di provvedere alla realizzazione di un fascicolo del fabbricato in grado di informare gli utenti su quanto quella casa possa essere resistente a un terremoto.
Il Fascicolo di fabbricato è legato a una nuova classificazione sismica degli edifici. Il fascicolo del fabbricato rappresenta una carta d’identità che indica lo stato di conservazione del fabbricato e quanto questo possa resistere in caso di terremoto. Per ora si tratta solo di un’indicazione ma stando ai più recenti avvenimenti è destinata a diventare obbligatoria a breve.
Per quanto riguarda la classificazione sismica degli edifici, sono previste sei categorie, indicate con la lettera F, a più alto rischio alla lettera A, a più basso rischio, quindi più resistente ai terremoti.
Mappa delle zone sismiche in Italia
La mappa delle zone sismiche in Italia che vi forniamo è stata realizzata dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato. La scala di pericolosità si basa sull’accelerazione massima del suolo, prevista in conseguenza a eventi sismici (onde sismiche) propagate su suoli omogenei e rigidi, entro una profondità di 30 metri.
Come leggere la mappa e individuare le zone sismiche più a rischio? Per consentirvi di individuare immediatamente le zone d’Italia più a rischio terremoto vi forniamo una sorta di legenda sfruttando i colori usati dall’Ingv e la suddivisione a zone sismiche impiegata dallo stato. Già, in Gazzetta Ufficiale, l’Italia è stata suddivisa in 4 zone di pericolosità sismica.
La zona 4 è a bassa pericolosità e nella mappa è indicata con i colori grigio e grigio chiaro.
La zona di rischio sismico 3 è a media pericolosità e abbraccia tutte le zone indicate con i colori celeste chiaro, celeste, verde chiaro e verde.
La zona a rischio sismico 2 è definita come zona a elevata pericolosità e si individua nella mappa per i colori giallo, arancio chiaro, arancio scuro e rosso.
La zona a rischio sismico 1 è indubbiamente quella più pericolosa. La zona a rischio sismico 1 è definita “ad alta pericolosità”, infatti un terremoto in questa zona avrebbe forti conseguenze. Le zone a rischio sismico 1 sono indicate, nella mappa, con i colori lilla e viola.
Per le isole è sono richieste ricerche ad hoc. Tutte le informazioni sulle località d’Italia ad alto rischio terremoto si possono avere navigando sul sito dell’Ingv, dove è disponibile anche la lista aggiornata dei terremoto d’Italia.
Molto connessa con il rischio sismico è l’orogenesi che va a studiare come si sono formate le montagne e anche come oggi lente lente cambiano forme e altezze.
Nella foto, la “Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale” realizzata dall’Istituto nazionale geofisica e vulcanologia (Ingv). La mappa fa riferimento all’Ordinanza PCM del 28 aprile 2006 n.3519, All.1b. I dati sono espressi in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi (Vs > 800 m/s; cat.A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005).
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Pubblicato da Anna De Simone il 20 Marzo 2017