La Xylella fastidiosa è una sottospecie pauca, si tratta di un batterio gram-negativo molto conosciuto da chi coltiva ulivi. Questo batterio è responsabile del rapido disseccamento dell’olivo noto con il nome di “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo” (acronimo CoDiRO).
Il Complesso del disseccamento rapido dell’olivo è una “nuova” malattia delle piante, la sua comparsa in Italia risale tra il 2008 e il 2010 causando, però, danni più seri solo di recente.
Come agisce? Occludendo i vasi xilematici (lo xilema è una sorta di sistema circolatorio della pianta) e impedendo la vegetazione. La xylella fastidiosa è attualmente diffusa in Italia, con un focus particolare nella Puglia. Le regioni limitrofe sembrerebbero indenne ma la vicinanza con le coltivazioni di ulivi infetti fanno temere il peggio.
Il batterio gram negativo xylella fastidiosa, infatti, potrebbe raggiungere le altre regioni d’Italia in diverse modalità, sia connesse in modo stretto al commercio di olive, sia per attività correlate al mondo agricolo.
Puglia
Nel Salento la malattia ha causato la morte di centinaia e centinaia di impianti. Il ceppo della sottospecie pauca causa un totale e rapido disseccamento degli ulivi soprattutto quelli “più adulti”, come gli ulivi secolari. Mentre è stato osservato che le piante più giovani vedono un disseccamento meno fulminante.
Il focolaio pugliese si è aggravato a causa delle condizioni climatiche dell’inverno 2013-2014 che ha visto temperature particolarmente miti e più favorevoli alla diffusione dei vettori del ceppo CoDiRo.
Monitoraggio Xylella fastidiosa
La regione più a rischio di “importare” tale batterio gram-negativo è l’Abruzzo. In attuazione dell’articolo 4 del dm 12/02/2018, la Regione Abruzzo ha avviato un piano di monitoraggio e di indagine per individuare quali sono i “vettori” che potrebbero trasmettere l’infezione da xylella fastidiosa.
Le indagini hanno identificato diverse specie di insetti vettori, in particolare “insetti xilemomize” cioè insetti che succhiano la linfa dai vasi “xilematici” dove è presente il batterio.
Per intenderci: l’insetto succhia una pianta malata e, insieme alla linfa, “prende” anche il batterio gram-negativo. Lo stesso insetto fa da “vettore” e quando andrà a “succhiare” una pianta sana inoculerà il batterio causando la diffusione della malattia. Gli insetti xilemomizi che possono diffondere la xylella fastidiosa sono diverse specie della famiglia:
- Aphrophoridae (Philaenus, Neophilaenus, Aphrophora… specie Lepyronica coleoptrata…)
- Cercopidae
- Cicadellidae (come la specie Cicadella viridis)
Gli insetti delle famiglie elencate sono tutti “potenziali vettori”, di questi è stato accertato che la specie Philaenus spumarius costituisce il principale vettore. La specie Philaenus spumarius è conosciuta comunemente con il nome di sputacchina media.
Xylella fastidiosa: come si combatte
L’Ufficio tutela fitosanitaria della Regione Abruzzo in collaborazione con aziende olivicole e altre associazioni di categoria, stanno ipotizzando diverse metodiche di difesa.
Tra i trattamenti, si è osservato che l’uso di pesticidi contro la mosca dell’olivo riduce le popolazioni del vettore sputacchina media in quegli oliveti che sorgono su suolo ricco di vegetazione erbacea.
Chi si chiede come si combatte la xylella fastidiosa dovrebbe interrogarsi su quali sono i sistemi di prevenzione efficace. Dalle indagini ufficiali, rallentare la diffusione del suo vettore significherebbe confinare la zona di diffusione della malattia nella Regione Puglia.
Per le piante già infette non vi sono alternative all’abbattimento. L’abbattimento è necessario per perpetuare l’opera di contenimento della malattia.
Ad oggi, la “terapia” ha visto importanti opere di contenimento per impedire che il batterio xylella fastidiosa possa sconfinare oltre la Puglia. Le misure di contenimento hanno visto l’istituzione di fasce geografiche differenziate per intensità delle misure di estirpazione delle piante malate e, in via precauzionale, di quelle sane che si trovino a una certa prossimità con i focolai.
Chi spera in una terapia risolutiva dovrà riporre ogni speranza. A marzo del 2017, uno studio pubblicato dal Joint Research Centre della Commissione europea ha messo in evidenza che ormai non è più possibile eliminare il batterio dal territorio salentino.
Malattia
Il batterio gram negativo in questione causa forti danni economici all’agricoltura, non solo in ambito della coltivazione delle olive. Questo batterio è responsabile della malattia dell’olivo nota come “CDO” acronimo di complesso del disseccamento dell’olivo. Questa malattia è presente in Puglia. Il responsabile è una sottospecie del batterio Xylella fastidiosa.
Questo batterio è responsabile di altre malattie delle piante come la “malattia di Pierce” della vite e la clorosi variegata degli agrumi. Queste malattie sono state debellate dopo molti studi.
In Puglia, ancora non esiste un piano per eliminare la sottospecie di xylella fastidiosa responsabile dell’abbattimento di molti ulivi infetti.