Whirlpool affianca l’operazione LifeGate PlasticLess ®
Con l’installazione di 11 nuovi dispositivi per la raccolta di plastiche e microplastiche distribuiti dal Nord al Sud della penisola, grazie al progetto LifeGate PlasticLess ® e Whirlpool, si infligge un altro duro colpo all’inquinamento delle plastiche, un vero e proprio incubo per il nostro paese. L’Italia, infatti, in questo “campo”, può vantare delle performance notevoli, purtroppo.
Secondo l’UNEP – il programma per l’ambiente dell’ONU – 90 tonnellate di plastica delle 731 che finiscono nel Mar Mediterraneo sono “made in Italy”, siamo di fatto il terzo paese inquinatore del bel Mare che tanto ci fa comodo non solo per le masse di turisti che attira. Le nostre acque sono una delle aree più colpite al mondo, quanto a microplastiche, qui ne possiamo trovare il 7% del totale mondiale, una percentuale affatto trascurabile soprattutto considerando le dimensioni della nostra penisola rispetto a quelle di altri Paesi.
Compreso che il problema è serio, e che è importante fare qualcosa, andiamo a vedere meglio cosa è stato fatto questa volta con LifeGate PlasticLess ® e in che direzione si sta lavorando in maniera corale per compiere una svolta, ora che finalmente l’inquinamento marino non è più un tema di nicchia, da esperti del settore.
LifeGate PlasticLess ® e Whirlpool: il progetto
L’obiettivo di LifeGate PlasticLess ® è quello di tutelare la salute del mare e a lottare contro l’inquinamento di rifiuti plastici nelle acque dei porti e dei circoli nautici. Whirlpool EMEA, azienda molto sensibile a temi come l’economia circolare e la sostenibilità ambientale, e soprattutto pronta a compiere azioni concrete, ha scelto di affiancare LifeGate nel suo impegno contro le microplastiche rendendo possibile l’installazione di 11 nuovi Sebin, dispositivi prodotti dal partner tecnico Poralu Marine e che fra poco andremo a conoscere meglio.
Prima una panoramica di questo importante progetto, per coglierne appieno le dimensioni, immaginare l’impatto che può avere sul nostro pianeta e comprenderne i futuri sviluppi.
Ad oggi i porti e circoli nautici che ospitano i dispositivi mangia rifiuti sono: Marina dei Cesari a Fano, Circolo Nautico Sambenedettese a San Benedetto del Tronto, Marina Sant’Andrea a San Giorgio di Nogaro, Marina Blu a Rimini, La Marina Dorica ad Ancona, Gestiport a Senigallia, Marina di Capraia all’Isola di Capraia, Club Nautico della Vela a Napoli (Borgo Marinari), Marina di Lacco Ameno e Marina di Forio a Ischia, Marina Capo d’Orlando, Marina Acquatica di Alghero e l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia nella Darsena di Milano.
Per quantificare l’azione di questi dispositivi che si sta andando ad installare nei nostri porti, prendiamone due da esempio, quello di Fano, a Marina dei Cesari, e quello di San Benedetto del Tronto nel Circolo Nautico Sanbenedettese. In queste acque i Seabin hanno raccolto finora oltre 400 kg di detriti galleggianti, pari al peso di oltre 26.000 bottigliette di plastica da 500ml, oltre a cannucce e tappi di bottiglia, mozziconi di sigaretta, pezzi di polistirolo, incarti alimentari (es. confezioni merendine) e reti utilizzate per l’allevamento di mitili. Non c’è che dire, sono molto utili, non è infatti un caso che il progetto stia proseguendo a ottimo ritmo e presto sbarcherà nel Regno Unito e in Francia.
LifeGate PlasticLess ®: i Seabin
Scopriamo meglio come funzionano questi “bin” e perché sono utili. Si tratta di veri e propri cestini che, immersi nelle acque, sono in azione di continuo, h24, e catturano plastica a ritmo di 1,5 kg al giorno, oltre 500 kg all’anno. Per immaginare cosa significhi questo, teniamo conto che 1,5 Kg di plastica equivalgono a 100 bottigliette, ma sia ben chiaro che questi cestini sono in grado di raccogliere non solo rifiuti di plastica visibili ai nostri occhi ma anche le tremende microplastiche, con diametri da 2 a 5 mm di diametro, e le altrettanto pericolose microfibre da 0,3 mm che entrano direttamente nella catena alimentare perché si attaccano alle alghe ingerite dai pesci.
Installati nei porti sono particolarmente efficaci perché proprio in questi luoghi si accumulano i rifiuti galleggianti, per via dell’azione di venti e correnti “quotidiani”, figuriamoci poi quando c’è maltempo o si verificano delle mareggiate. I porti si trasformano in discariche e i Seabin diventano fondamentali per ripristinare velocemente la pulizia delle acque.
LifeGate PlasticLess ®: sensibilizzazione
I rifiuti raccolti nei Seabin vengono smaltiti dalle aziende selezionate da ogni Comune per la raccolta dei rifiuti, questo rende protagoniste del progetto anche le amministrazioni locali che a loro volta possono sensibilizzare i cittadini. E’ importante che la lotta contro l’inquinamento delle microplastiche sia sentito da tutti e non solo da chi vive a contatto con il mare o ne vede i risultati. Anche per questo il Ministero dell’Ambiente ha lanciato il “Plastic Free Challenge”, una competizione, sul modello della Ice Bucket Challenge, per sensibilizzare il maggior numero di cittadini, imprese e istituzioni all’eliminazione della plastica usa e getta.
Il LifeGate Plasticless ® da un grande contributo alla causa, anche capillarmente, aspetto molto importante in un Paese come l’Italia in cui è importante che tutte le aree siano coinvolte e possano beneficiare di azioni come questa. La collaborazione con Whirlpool è un altro importante elemento che rende questo progetto ancora più esemplare. E’ la dimostrazione di quanto possono essere positive e virtuose le sinergie tra diverse realtà, soprattutto quando si tratta di affrontare sfide come quelle ambientali su grande scala, dove l’agire da soli spesso non premia.
Altre aziende potrebbe seguire, in scia, Whirlpool, imitando la sua strategia di sostenibilità e di impegno nell’ambito dell’economia circolare. Oltre che nel progetto LifeGate Plasticless ®, come spiega Karim Bruneo, Corporate Responsibility and Government Relations Manager, EMEA, l’azienda è impegnata con molte altre azioni e partecipa alla campagna promossa della Commissione Europea “attraverso cui, entro il 2025, utilizzeremo più di 44.000 tonnellate di plastica riciclata al 100% nei componenti dei nostri elettrodomestici”.
La plastica nel Mediterraneo e i 13 porti coinvolti nel progetto #Plasticless
I dati sulla dispersione di plastica nel Mar Mediterraneo sono decisamente allarmanti:
- Ogni giorni finiscono nel Mar Mediterraneo 731 tonnellate di plastica che potrebbero raddoppiare entro il 2025
- Sul totale l’Italia ne introduce 90 tonnellate
- La concentrazione di microplastiche nel Mar Mediterraneo è di 1,2 milioni / kmq
Qui di seguito un’infografica che evidenzia i 13 porti coinvolti nel progetto #Plasticless per la raccolta di plastica grazie ai Seabin.
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Pubblicato da Marta Abbà il 21 Maggio 2019