Nella bella Australia, Paese che ospita una inimmaginabile varietà di animali, troviamo un marsupiale che non è un canguro, non ha le dimensioni per essere considerato tale, ma che molto ci assomiglia e che vale la pena di essere raccontato. Si chiama wallaby e appartiene alla famiglia Macropodidae, ne esistono specie e noi ci focalizzeremo sul wallaby delle rocce, animale davvero straordinario e non così facile da incontrare, anche andando a trovarlo nella sua patria.
Wallaby australiani
Questa categoria di animali è proprio originaria dell’Oceania centrale e meridionale e, come accennato poco fa, non è caratterizzata da delle dimensioni enormi, anzi. La massima lunghezza raggiunta è di un metro e poco più, mentre il peso può variare da un chilogrammo a 42. Anche lo stesso nome “wallaby”, derivante dalla lingua aborigena Dharuk, ceppo dei Kuringgai, secondo molti dovrebbe indicare proprio le dimensioni modeste di questo animale, in confronto a quelle del canguro.
I wallaby mangiano soprattutto fibre e sono nella maggior parte dei casi erbivori anche se alcune specie si rivelano onnivore. La struttura del corpo non è del tutto armonica, si vede che la metà superiore del corpo è poco sviluppata rispetto alla parte inferiore. Hanno quattro zampe ma saltellano sulle due posteriori, le più robuste e munite di quattro dita, due dotate di unghie e due inserite in una guaina comune. Più piccole sono quelle anteriori che contano invece cinque dita tutte munite di unghie. Non può mancare la cosa, piuttosto spessa e lunga, che svolge un ruolo essenziale nel mantenimento dell’equilibrio nonostante la testa sia davvero piccola, con grandissime orecchie mobili.
Wallaby delle rocce: caratteristiche
Questo genere di wallaby porta il nome di Petrogale Gray ma molto spesso gli esemplari delle 16 specie che ne fanno parte vengono definiti wallaby delle rocce. Sono animali di media taglia, che possono misurare circa 60 centimetri, più la coda che arriva anche a 7’ centimetri, se maschi, a poco meno se femmine. Hanno un mantello piuttosto colorato, sono animali che vivono soprattutto di notte e frequentano zone in cui ci sono molte rocce oppure terreni accidentati e scoscesi dove si possono rifugiare nelle ore del giorno. Durante la notte escono dai loro nascondigli, che siano caverne o tane ricavate tra i sassi, e gironzolano nelle aree circostanti in cerca di cibo, soprattutto all’alba e al tramonto.
Wallaby delle rocce: dove vivono
I wallaby delle rocce si raggruppano in piccole colonie, di solito formati da alcune decine di esemplari, e occupano una certa porzione di territorio dove hanno individuato la possibilità di trovare rifugi adatti, cosa essenziale per il loro stile di vita. Dato che non è sempre facile trovare terreni adatti, capita che alcuni gruppi condividano gli stessi ettari, anche se si tratta di animali altamente territoriali.
Le tipologie di habitat in cui i wallaby delle rocce può vivere riuscendo a procacciarsi del cibo sono tre. Può instaurarsi in zone con gruppi di grossi macigni sparsi e che formano una sorta di labirinti di fenditure e gallerie, con corridoi e spiazzi sotterranei, può scegliere invece le scogliere dove ci sono parecchi cornicioni di medio livello e caverne, oppure ancora degli ammassi rocciosi isolati, con pendici a picco e spesso circondati da massi in caduta.
Non c’è moltissima scelta, da questo punto di vista, e quando una colonia di wallaby delle rocce si insedia in un luogo ci rimane, senza mescolarsi molto con altri gruppi, motivo per cui le varie colonie, anche se poco distanti l’una dell’altra, si sono differenziate geneticamente le une dalle altre.
Wallaby delle rocce: rischi
Purtroppo questi animali sono molto legati al proprio habitat che deve avere determinate caratteristiche e man mano che le aree adatte ad ospitarli si sono ridotte notevolmente, è emerso il rischio di sopravvivenza per i nostri wallaby delle rocce. Non è cosa recente, già dall’arrivo dei primi colonizzatori europei la situazione ha iniziato a peggiorare, ma sicuramente il declino ha subito un’accelerazione e sono scomparse di continuo molte colonie. Un’altra minaccia è costituita da altri animali con cui i wallaby condividono la terra, le volpi, ad esempio, ma anche capre, pecore e conigli che possono rubare loro il cibo. E poi ci sono anche malattie, come la toxoplasmosi e la idatidosi, e un fisiologico abbassamento della variabilità genetica dovuto all’isolamento delle colonie.
Fortunatamente non siamo rimasti a guardare e abbiamo cercato di limitare la scomparsa di questo animale dall’Oceania. Le azioni più importanti e tuttora urgenti sono quelle che mirano alla conservazione dell’habitat e alla gestione delle specie nocive, come volpi e capre. Sono stati avviati numerosi programmi a livello nazionale, grazie al supporto della Foundation for National Parks & Wildlife, per sensibilizzare ma anche per proteggere i terreni in cui i wallaby vivono, e poi ci sono le iniziative di monitoraggio delle tante colonia, per valutarne la popolazione, sia in numeri che in patrimonio genetico.