VIVO: contro la vivisezione, per un mondo cruelty free
Il Comitato VIVO da 10 anni smuove le coscienze su vivisezione e prodotti cruelty free, mentre l’Italia, donne e giovani soprattutto, è sempre più vegetariana e attenta a ciò che compra. Non si può negare che anche la crisi incoraggia tale conversione: Marina Berati, co-fondatrice del comitato, spiega infatti che “un’alimentazione 100% vegetale è decisamente meno costosa di una basata sui cibi animali. L’interesse delle persone verso scelte etiche è aumentato tantissimo in questi anni, specialmente negli ultimi 3-4 anni”.
1) Quando e come è nato il vostro comitato? con che obiettivi?
Il Comitato VIVO è nato nel 2003, dieci anni fa. L’obiettivo era, ed è ancora, da un lato far capire alle persone che con le loro scelte quotidiane di consumo, sia alimentare che di altro genere, possono fare la differenza per quanto riguarda lo sfruttamento e l’uccisione di animali. E dall’altro lato, far capire ai produttori e distributori che i clienti chiedono sempre più la disponibilità di prodotti “senza crudeltà” sugli animali.
2) Nel campo della cosmesi quali sono gli errori o i malintesi più comuni e gli errori nel definire le ditte cruelty free?
Con cruelty free, nei cosmetici, intesi non solo come make-up ma anche come prodotti per l’igiene personale, si intende il fatto che per la realizzazione di un dato prodotto non venga incrementata la sperimentazione su animali. Gli errori che i consumatori commettono sono svariati: credere che la vivisezione sia una pratica che non esiste più, ad esempio, o fidarsi delle dichiarazioni fumose e unilaterali dei produttori relativamente all’essere cruelty free dei loro prodotti, mentre invece l’unica garanzia è l’adesione formale allo Standard Internazionale cruelty free, che ha delle regole ben precise. Solo per le aziende che aderiscono a questo standard possiamo essere sicuri che non incrementino la vivisezione, e ormai sono parecchie, sono decine le marche “sicure” che si possono acquistare.
3) Come sapere se una marca è sicura?
Ci sono anche “liste” di marche cruelty free più o meno fantasiose che si trovano in giro su Internet: nessuna di queste è affidabile, l’unica affidabile in quanto costantemente aggiornata e controllata è proprio quella che si trova sul nostro sito, http://www.consumoconsapevole.org.
4) Nei cibi per animali quale problematica volete mettere in rilievo?
Sui cibi per animali c’è il problema che alcune marche, purtroppo le più note, fanno sperimentazione su animali per i loro prodotti. Sul nostro sito si invita a partecipare a una iniziativa mondiale di pressione per farle smettere. Per orientarsi nell’acquisto gli utenti possono consultare i nomi, li facciamo sul nostro sito, dando anche alcuni consigli in merito.
5) In cosa consiste l’iniziativa “cibi etici nei supermercati”?
Chiediamo alle catene della grande distribuzione che nei loro supermercati siano resi disponibili al consumatore “cibi etici”, cibi cioè ottenuti senza sfruttamento di animali e con un minore impatto ambientale – in poche parole cibi 100% vegetali.
6) Come è cambiato l’interesse delle persone nei confronti di queste tematiche?
L’interesse delle persone verso scelte etiche, sia sul tema della vivisezione che sul tema dell’alimentazione vegan, è aumentato tantissimo in questi anni, specialmente negli ultimi 3-4 anni. La percentuale di italiani contrari alla vivisezione ha ormai superato il 50%, e quando si parla di test per prodotti di consumo è molto più alta. Il numero di persone che diminuiscono il consumo di carne, pesce, latticini e uova è in grande aumento, così com’è in aumento costante il numero di vegetariani e vegani.
7) Quali tipologie di persone si dimostra maggiormente sensibile? Quanto ha influito la crisi?
Dai dati che abbiamo, possiamo dire la percentuale di donne è maggiore rispetto a quella degli uomini, forse anche perché ancora oggi sono comunque in prevalenza le donne che fanno la spesa e decidono i prodotti da comprare per la famiglia. La percentuale di giovani è più alta rispetto alle persone mature, ma questo solo perché è più facile essere aperti al cambiamento quando si è più giovani.
Come professioni non ci sono particolari tendenze.
La crisi in questo caso ha certamente aiutato, perché un’alimentazione 100% vegetale è decisamente meno costosa di una basata sui cibi animali (carne, pesce, latticini e uova), mentre per quanto riguarda i prodotti cruelty free ne esistono di ogni fascia di prezzo, il prezzo è naturalmente legato alla qualità.
Pubblicato da Marta Abbà il 18 Gennaio 2013