Ventilconvettori, in inglese fan coil unit, sono dispositivi che fanno da terminali a impianti di riscaldamento e climatizzazione. Li si trova soprattutto negli impianti di climatizzazione misti aria/acqua e sono caratterizzati da un elevato livello di efficienza energetica.
Dal punto di vista estetico se ne trovano di vario tipo, noi ne vedremo alcuni nello specifico, ma sappiate che esistono quelli a incasso, da pavimento, a parete, ad esempio. E a livello di installazione, essendo spesso in un mobiletto, ci si può sbizzarrire a seconda delle necessità di arredo che abbiamo. Il funzionamento è sempre lo stesso. Vediamo però meglio cosa poi sono questi ventilconvettori: un nome complesso per un dispositivo piuttosto semplice.
Ventilconvettori: cosa sono
I ventilconvettori sono costituiti da un carter metallico in cui ci sono una o due batterie di scambio termico aria/acqua, un ventilatore, un filtro dell’aria, una vaschetta per la raccolta della condensa. Questo all’interno dei ventilconvettori che poi sono collegati esternamente con le reti dell’acqua calda e/o refrigerata ma, se sono a vista, hanno di solito un mobile di copertura.
Semplice, o di vostro gradimento, il mobile nasconde struttura, collegamenti elettrici, eventuale comando e vari collegamenti idraulici con le eventuali valvole di intercettazione. Gli interi ventilconvettori, praticamente. A casa di amici, un mobiletto può nascondere uno di questi ventilconvettori, a vostra insaputa: sono mimetici ma molto utili perché da una griglia “sputano” aria calda per la gioia di tutti, nelle sere invernali.
Ventilconvettori: struttura
I ventilconvettori possono avere una sola batteria di scambio termico o due. Nel caso di batteria unica o riscaldano o raffreddano: contemporaneamente non riescono a fare entrambe le azioni perché hanno solo due tubi e il fluido di scambio, caldo o freddo, circola in quelli. La temperatura non può essere doppia.
Con i loro 4 tubi, i ventilconvettori con due batterie di scambio termico possono far fluire nei loro circuiti idraulici fluido caldo e fluido freddo nello stesso periodo di utilizzo. In base alla temperatura desiderata si sceglie il fluido attraverso valvole all’ingresso delle batterie. Questi ventilconvettori, quindi, possono riscaldare o raffrescare.
Un tempo c’erano anche ventilconvettori con tre tubi, ibridi, con un unico tubo di ritorno dell’acqua ma era una acrobazia idraulica con poco guadagno nella pratica, per cui non è sopravvissuto come modello.
Ventilconvettori: come funzionano
I ventilconvettori sono unità a “tutto ricircolo” di aria, aria che viene prelevata con un ventilatore, dall’ambiente circostante, e fatta passare attraverso un filtro dove si “lascia” le polveri grosse che ha con sé. Poi viene spinta verso la batteria di scambio termico dove scambia calore con l’acqua per convezione forzata. Infine l’aria, alla temperatura desiderata, viene espulsa, nell’ambiente da cui è stata prelevata, regalandoci calore o frescura.
In caso di riscaldamento, infatti, il calore viene prelevato dal fluido, mentre in caso di raffreddamento viene ceduto e, allo stesso tempo, nei convettori si ha anche la deumidificazione. Questo perché è necessario sgravare l’aria dall’umidità che viene trattenuta durante lo scambio termico, l”acqua che ne risulta cade nella vasca di raccolta.
Ventilconvettori: a cosa servono
Grazie a un ventilatore, spesso elettrico, i ventilconvettori diffondono negli ambienti aria calda o fredda, assicurando un sano ricambio d’aria e la climatizzazione tra le più efficaci possibili. Generalmente, come abbiamo già visto, c’è un termostato per regolare la temperatura che desideriamo ottenere, oltre che la valvola per regolare la velocità del ventilatore. Un commutatore cambia le stagioni: estate/inverno.
Oggi uno degli impieghi più frequenti per i ventilconvettori è quello in impianti di climatizzazione misti aria/acqua, per controllare la temperatura, associati ad una UTA (Unità trattamento aria) che si occupa di umidità e efficacia del ricambio. E’ al momento minore il numero di casi in cui vediamo questi terminali usati per il solo riscaldamento o il solo raffreddamento, associati ad un ricambio dell’aria di tipo naturale, non controllato.
In futuro, tutto è possibile, tenendo conto dei vantaggi che i ventilconvettori offrono, in termini di comfort, risparmio energetico e salubrità degli ambienti. Il comfort termico è dovuto al ricircolo di aria che sono in grado di creare, assicurando una temperatura abbastanza uniforme negli ambienti, al contrario dei radiatori. Da qui, anche un maggiore livello di salubrità grazie alla presenza di filtri che trattengono impurità ed evitano che le pareti si sporchino.
Per il risparmio energetico, parla la temperatura dell’acqua calda usata: 45-50 °C. Un livello che permette l’abbinamento a generatori di calore caratterizzati da elevata efficienza e da temperature di lavoro medio-basse, come caldaie a condensazione, pompe di calore e impianti solari termici. Per i radiatori, ad esempio, entrano in gioco altre temperature e, oltretutto, questi ultimi mostrano fenomeni di dispersione di calore verso l’esterno molto maggiori che i ventilconvettori, abili nel non cedere calore alle pareti ma esclusivamente all’ambiente da riscaldare.
Ventilconvettori elettrici
Tra i ventilconvettori elettrici sul mercato, ne propongo uno che fa da esempio, lasciando liberi tutti noi, me compresa, di spaziare tra i differenti modelli. Ho scelto quello portatile, con una ventilazione aggiuntiva doppia, addirittura, che riscalda l’ambiente molto rapidamente.
E’ un ventilconvettore De’Longhi, non ha mobiletto essendo portatile, ma un ottimo design che quindi non ne fa sentire la mancanza, anzi, una griglia studiata ad hoc “spara fuori” l’aria calda in modo da distribuirla nel modo più omogeneo possibile, ad ampio raggio.
Portatile non vuol dire privo di comodità, sia chiaro, infatti questo modello è completo di timer 24 ore, per programmare il funzionamento giornaliero, e di termostato per impostare la temperatura desiderata. Pur essendo portatili, se vogliamo fissare uno di questi ventilconvettori De Longhi al muro, ci sono, inclusi, i ganci per farlo. Per seminomadi o indecisi.
Ventilconvettori a parete
Ci sono poi i ventilconvettori a parete veri e propri, a pieno titolo, per chi non ama improvvisare, o per chi ne vuole installare di fissi. Un esempio è quello della Radialight Stylo 1000, in grado di “occuparsi” di stanze fino a 11-13 mq. Come sistema di riscaldamento questo genere di ventilconvettori usa quello basato sulla convezione naturale, come già anticipato: nessuna ventola, nessun motore. Silenzio!
Interamente made in Italy, questi ventilconvettori da fissare a parete hanno un nucleo riscaldante interno in alluminio “X-Shaped” studiato per raggiungere la temperatura desiderata nel più breve tempo possibile, con la possibilità di programmare tutto tramite telecomando. Importante per esteti e architetti, una precisazione: sono ventilconvettori a pareti ma non richiedono alcuna opera muraria o collegamenti elettrici invasivi.
Ventilconvettore Ferroli
Una delle ditte più attive nel proporre modelli di ventilconvettori adatti ai nostri ambienti è la Ferroli. I Ferroli sono ventilconvettori ovviamente muniti di filtro, pratico da estrarre e pulire, e la possibilità di regolare 3 velocità di ventilazione, anche da remoto.
Ventilconvettore De Longhi
Di ventilconvettori De’Longhi ce ne sono talmente tanti che eccone un altro dopo quello portatile. Questo non lo è, ha 2 livelli di potenza selezionabili (1000 o 2000 Watt) e punta tutto su una distribuzione del calore più uniforme possibile. E’ il De’Longhi HS20F, bianco. Oltre al termostato ambiente e a quello di sicurezza, hanno la funzione antigelo e un doppio isolamento.
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