Vata dosha, alimentazione e caratteristiche
Vata dosha, alimentazione e caratteristiche del tipo Vata secondo i principi dell’Ayurveda. Info sui dosha vata, pitta e kapha.
L’Ayurveda è l’antica arte di guarigione che ancora oggi è applicata in India e in buona parte del medio oriente. L’ayurveda mira a prevenire ogni sorta di malattia con metodi naturali che vedono uno stile di vita sano e alimentazione su misura di dosha. Il dosha, nell’ayurveda, determina le caratteristiche base della fisiologia di ogni individuo. L’ayurveda individua tre dosha principali, vata, pitta e kapha dosha. Per informazioni sui cosa sono i dosha e i tre profili, vi rimandiamo alla pagina di approfondimento: “Dosha, cosa sono“. In questa pagina ci soffermeremo sul vata dosha, la sua alimentazione e il suo profilo costituzionale.
Vata dosha, caratteristiche
Il vata è il dosha dell’aria e dell’etere. Si configura in una fisiologia attiva e una mente creativa. Stando all’ayurveda, quando le energie del dosha vata non sono ben equilibrate si può andare incontro a disturbi psicosomatici, ansia, stress e malattie da freddo.
Il vata è il principio che governa l’intera attività del corpo, dagli impulsi nervosi ai movimenti intestinali. Al vata appartengono i sensi dell’udito, del tatto, la memoria, la coscienza, i movimenti di pensiero, l’apparato respiratorio, quello locomotore… Per la sua complessità, le costituzioni vata possono andare incontro a problemi di ansia, dolori articolari, crampi muscolari e sono particolarmente sensibili al freddo, quindi vulnerabili ai malanni stagionali dell’inverno.
Il vata dosha dovrebbe prestare attenzione all’attività fisica: le attività anaerobiche o lavori troppo pesanti sono sconsigliati.
Se sei un tipo vata dosha dovresti imparare a parlare più lentamente e consumare i pasti con una certa calma. Evita gli ambienti affollati e rumorosi così come dovresti evitare di esporti al freddo senza un’adeguata copertura. Attenzione a regolarizzare il ciclo sonno-veglia (il vata dosha è sensibile alle veglie notturne) e allerta alle cattive abitudini.
Il tipo vata dosha, infatti, alla base dei suoi squilibri potrebbe portare disordini come: dormire poco, abuso di alcol, diete troppo rigide, eccesso di stanchezza… Il vata dosha dovrebbe organizzarsi bene nell’affrontare viaggi troppo lunghi intervallando con tappe da concedere al relax.
Vata dosha, alimentazione
Vata – alimentazione e consigli. Il tipo vata si configura con una fisiologia bisognosa di energia, per questo motivo è importate evitare il digiuno, non saltare mai i pasti e organizzarsi con porzioni puntuali, regolari e consumate con calma.
L’energia del tipo vata tende a esaurirsi in fretta, infatti tra i tre tipi dosha, il vata è l’unico che può prediligere cibi più calorici come dolci, alimenti oleosi, semi e frutta più calorica come i fichi e i datteri.
Per la sua sensibilità al freddo, in autunno e inverno è consigliata la cucina macrobiotica con il consumi di alimenti rigorosamente caldi: zuppe, minestre, ortaggi cotti.
Vata, alimenti consigliati
I cibi consigliati al vata dosha sono:
- Tra i legumi, sono da prediligere solo le lenticchie
- I cereali come avena, riso e grano.
- La frutta dolce, in particolare fichi, uva, banane, papaya, prughe e frutta secca.
- Le carni bianche, in particolare tacchino e pollo.
- Le carni rosse sono consigliate solo occasionalmente, da scegliere il manzo.
- Ortaggi cotti.
- Uova.
- Pesce.
- Crostacei.
- Tutti i latticini e prodotti lattiero-caseari.
- Semi oleosi.
- Tutte le spezie ma attenzione a peperoncino, tabasco e pepe che vanno moderati.
- Zucchero integrale panela.
Vata, alimenti sconsigliati
I cibi da evitare nell’alimentazione del vata dosha sono:
- Da limitare l’uso di fagioli, ceci, cicerchie e soia.
- Evitare rigorosamente il digiuno, i pasti irregolari e i pasti consumati voracemente.
- Da evitare gli alimenti amari o astringenti.
- Da evitare alimenti troppo piccanti.
Tra i rimedi naturali che possono tornare utile al tipo vata dosha vi il il ginseng indiano, ottimo per fare il pieno di energia e contrastare lo stress.
Pubblicato da Anna De Simone il 26 Agosto 2016