Vacanza al lavoro con il WWOOF
Intendiamoci subito perché il titolo potrebbe trarre in inganno: il WWOOFinf non è una vacanza e WWOOF non è la sigla di un’agenzia viaggi low cost. World-Wide Opportunities on Organic Farms è un’organizzazione volontaria che diffonde la cultura e la pratica dell’agricoltura naturale e sostiene i produtori nel loro impegno, motivo per cui ha creato una rete di domanda-offerta tra fattorie e contadini volontari che prestano la loro opera in cambio di vitto e alloggio.
Dunque è chiaro: Se state cercando il modo di viaggiare senza spendere (niente di male a desiderarlo) non è al WWOOF che vi dovete rivolgere. Se invece vi piace l’agricoltura, volete imparare o conoscere meglio un mestiere (fare il fomaggio, coltivare una vigna, preparar confetture…) e non vi spaventa il lavoro anche quando è tosto, fatevi avanti. Per un anno o per un mese, decidete voi, potrete fare un’esperienza lavorativa intensa e conoscere posti nuovi, sicuramente ricavarvi anche qualche giorno da turisti.
Il WWOOFing pevede che da una parte ci sia un WWOOFer (il contadino viaggiatore volontario) e dall’altra un Host (la fattoria o azienda agricola ospitante). Il contatto avviene attraverso la rete del WWOOF, alla quale entrambi devono essere iscritti (l’iscrizione WWOOFer costa 25 euro l’anno compresa l’assicurazione), ma in modo diretto senza mediazioni: il WWOOFer sceglie la fattoria, chiede ospitalità e l’Host decide se accettare.
L’associazione WWOOF non dimentica mai di ricordare a tutti che la prima qualità di un WWOOFer è quella di adattarsi e inserirsi nelle attività che si svolgono nella fattoria ospitante, compresa la condivisione del progetto di fondo. Gli Hosts si aspettano aiuto da parte dei WWOOFer, ma anche attenzione e interesse per le idee che portano avanti. Responsabilità, gentilezza e serietà sono le doti più richieste e ricambiate in un rapporto tra WWOOFer e Host.
E veniamo al dunque, quanto dovrete lavorare? La risposta dipende dal progetto a cui si decide di partecipare e la eciproca soddisfazione dipende anche da una chiara comunicazione iniziale. Il WWOOFer non è uno stipendiao e non gli si può chiedere troppo, però ci sono anche lavori che vanno fatti in momenti particolari e con modalità difficili da quantificare in ore/giorno: una certa elasticità (reciproca) è indispensabile.
Un’altra cosa che WWOOF ci tiene molto a sotolineare è che il WWOOFing non è una forma alternativa di pagamento di prestazioni e il rapporto WWOOFer–Host non si esaurisce nello scambio di ospitalità con collaborazione. Perché l’esperienza sia appagante servono curiosità e voglia di imparare. Capita che qualcuno decida di andarsene (o che gli venga chiesto di lasciare), ma c’è anche chi si ferma per sempre. Dipende da voi.
Pubblicato da Michele Ciceri il 11 Giugno 2013