Uva sultanina, buona e utile, anche se non ottimale per chi vuole perdere peso. Se gustata in giusta misura ha molte proprietà importanti per la nostra salute oltre ad un sapore che da carattere a piatti sia dolci sia salati. E’ una varietà d’uva di origine greca, turca o iraniana e noi la conosciamo quasi esclusivamente nella versione essiccata che ci arriva come “uva passa”.
L’uva sultanina prende il nome dalla città di Sultania, situata nella penisola della Crimea, ma oggi le zone in cui è prodotta in maggiore quantità sono la Turchia e l’Australia. E’ consumata in ogni parte del mondo uguale, la possiamo trovare nelle ricette più svariate e anche con alias improbabili, ad esempio negli States spesso è chiamata Thompson Seedless, dal nome di William Thompson, il primo viticoltore a coltivarla in California, altri suoi nomi sono Kish Mish (IR), Sultana (ZA, P, AUS) e il più orecchiabile per noi Uva de Pasa (ROU).
Uva sultanina: proprietà
L’Uva sultanina ha degli acini piccoli, a forma di ellisse, gialli o dorati e senza semi ma ricchi di glucidi. Di aspetto sono color verde chiaro anche se quando diventano maturi, pronti per essere colti ed essiccati, possono abbronzarsi mostrando sfumature ambrate.
Uva sultanina: benefici
Uno dei più importanti e meno noti benefici che l’Uva sultanina comporta è legato alla elevata concentrazione di sostanze fenoliche che la caratterizza, esse hanno una azione anti ossidante intensa, oltre che antitumorale, ipocolesterolemizzante e positiva sul metabolismo glucidico.
Entusiasti per questa scoperta, non cominciamo a mangiare chili di Uva sultanina perché esagerando, facciamo il pieno anche di zuccheri. Altri benefici dell’Uva sultanina derivano dall’abbondanza di fibre, ottime per chi soffre di stitichezza, e di potassio, utile per regolare la pressione. Più avanti vedremo meglio come quest’uva gustosa ci può aiutare a stare bene.
Uva sultanina: coltivazione
E’ da secoli che si coltiva l’Uva sultanina, ma è una pianta che resiste, è nota infatti per essere vitigno vigoroso, con poca fertilità delle gemme basali, e che richiede potature lunghe, preferisce terreni freschi e profondi. Le condizioni climatiche ottimali per questa pianta sono quelle delle zone in cui ha origine: vuole il caldo.
Uva sultanina: calorie
Un etto di Uva sultanina contiene 280 Kcal, non è quindi da intendere al pari di una “normale” uva o di altra frutta. Questo soprattutto per il fatto che la consumiamo essiccata quindi risulta un concentrato di sostanze, privo o quasi di acqua. Non pensiamo “mangio un po’ di uva”, quindi, quando gustiamo l’Uva sultanina. Detto ciò non è affatto da bandire dalle nostre tavole, anzi, ora consultando le sostanze che contiene vedremo che sarebbe un grande errore, una inutile rinuncia.
Uva sultanina: valori nutrizionali
Croccante di polpa, dolce di sapore, facile da masticare grazie alla buccia sottile, l’Uva sultanina contiene poca acqua: in 100g ce ne sono solo 17.1. Sempre nella stessa quantità troviamo 1,9 grammi di proteine, 0,6 di lipidi, 72 di carboidrati e 5,2 di fibre. Non scordiamo tra i sali minerali il potassio (864.0mg), il ferro (3.3mg) e il calcio (78.0mg).
Mi soffermo sull’abbondanza di fibre di cui ho già fatto cenno prima: è molto importante soprattutto per chi soffre di stitichezza a patto che la mangi solo dopo averla reidratata con l’acqua. Anche l’elevato contenuto di potassio è un punto a favore dell’Uva sultanina che si rivela così utile per la regolazione della pressione sanguigna. Anche la presenza non indifferente di calcio e ferro è apprezzabile.
Uva sultanina: ricette
Spesso la troviamo in dolci come lo strudel e il castagnaccio, nel panettone e in molte altre golosità non posso che suggerirvi una alternativa al classico strudel, sostituendo alle mele, le pere, e aggiungendo mandorle nel ripieno. Per il resto, sono piatti e ricette noti a tutti, preferisco stuzzicarvi con il cous cous condito con frutta secca e miele in cui non può mancare l’Uva sultanina.
Procuriamoci Cous cous precotto (180 gr), spremuta d’arancia, cannella in stecche, anice stellato, miele cardamomo, 30 grammi di Uva sultanina e altrettanti di pinoli e di noci.
Messa a mollo l’uvetta in acqua calda, (1), mescoliamo la spremuta con dell’acqua fino ad ottenere 200 ml di liquido e versiamolo in un pentolino assieme a cardamomo, anice stellato e cannella portando tutto a semibollore. Il cous cous va messo in una terrina e sgranato con le mani, nel frattempo i pinoli e le noci sono da far tostare a parte in una padella.
Andiamo a riprendere il liquido e, una volta filtrato, versiamolo sul cous cous lasciandolo riposare finché non diventa un po’ gonfio e tenero. Mentre aspettiamo possiamo tritare le noci tiepide e strizzare l’Uva sultanina tornando a sgranare il cous cous con una forchetta per poi unirvi pinoli, uvetta e noci.
E’ quasi fatta: prendiamo il miele e scaldiamolo in un pentolino con un goccio di acqua, per poco, poi possiamo aggiungere il cous cous e mescolare. Questo piatto va servito tiepido e freddo, come più vi piace, ottimo per cene a buffet ma anche comodamente seduti chiacchierando di temi esotici.
Uva sultanina sotto grappa
L’Uva sultanina in questa versione alcolica è spesso utilizzata nel ripieno dello strudel o per guarnire torta di mele e plum cake, impariamo a prepararla in casa, è quasi solo una questione di pazienza. Ci servono l’uvetta, della cannella, la scorza di un limone, qualche bacca di vaniglia.
Dopo aver lavato l’uvetta e lasciata gonfiare, possiamo scolarla e asciugarla, tamponando con uno straccetto e lasciandola riposare per un’oretta scarsa assieme alle bacche di vaniglia, alla cannella e alle scorze di limone. Poi non resta che riempire con questo mix “riposato” alcuni vasi aggiungendo la grappa finché tutto è coperto. Dopo circa un mese di chiusura ermetica, possiamo utilizzare la nostra Uva sultanina ormai ubriaca.
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