Uova di farfalla e ciclo vitale della farfalla
Le uova di farfalla ci fanno intuire il meraviglioso ciclo di vita di questi animaletti che molto spesso ammiriamo solo nel loro stato finale, quello in cui spiegano le ali variopinte e si librano in aria passando di fiore in fiore senza apparentemente fare alcuna fatica. Le uova di farfalla sono preziosissime e sono l’inizio di tutto, come andremo ora a scoprire sciorinando tutte le fasi del ciclo vitale.
Prima però un piccolo preambolo generale sulle farfalle concedetecelo perché le sappiamo riconoscere fin da piccoli ma finiamo spesso per non approfondire le loro caratteristiche. Le farfalle sono classificate come insetti appartenenti all’ordine dei lepidotteri, proprio come le falene che suscitano in noi meno fascino, di solito. Non esistono delle differenze tra queste due da un punto di vista prettamente scientifico, la classificazione tassonomica non evidenzia una netta distinzione tra falene e farfalle anche se hanno caratteristiche diverse. Detto ciò, sicuramente l’aspetto che affascina nelle farfalle è certamente il loro ciclo vitale, una vera e propria metamorfosi tra le più spettacolari offerte a noi dal mondo della natura tanto che numerosi letterati fin dall’antichità lo citano all’interno di poetiche metafore per dimostrare come ogni cambiamento sia possibile.
Il ciclo vitale di una farfalla: da uovo a bruco, a crisalide a farfalla
Se dobbiamo riassumere in quattro tappe il ciclo vitale si parte dalle uova di farfalla e poi si passa al bruco, e poi ancora alla crisalide, detta anche pupa, per terminare con la fase adulta.
Iniziamo con le uova di farfalla. Vengono deposte dopo un periodo di corteggiamento e di accoppiamento che poi vedremo, e quando si avvicina il momento della schiusa cambiano colore e si fanno più scure e lasciano trasparire il piccolo bruco che si muove al loro interno, quasi trepidante per cominciare la nuova vita nel mondo. Non si squarciano violentemente le uova di farfalla ma il piccolo esserino al loro interno intaglia accuratamente una frazione circolare dell’involucro rigido e lo spinge all’esterno facendosi varco e uscendo con un po’ di contorsioni. E’ una fase delicatissima, il bruco è molto vulnerabile in questo momento e ha bisogno di alimentarsi subito, infatti si mangia il proprio uovo ormai vuoto, guscio compreso, per avere energie necessarie per affrontare il mondo.
Ora passiamo alla fase da bruco, che va alla ricerca di un ramo adatto a fare da supporto fino alla sua trasformazione in crisalide. Per crescere il bruco ha infatti subito bisogno di selezionare uno stelo di pianta che possa essere adatto per tessere una specie di cuscino di seta a cui si attacca tramite la propria coda. Da solo si crea un involucro a cintura sempre dello stesso materiale che gli permette di restare attaccato allo stelo per il tempo necessario per crescere. Al momento opportuno poi, il nostro bruco “taglia” la cuticola lungo la linea del dorso e la crisalide ormai pronta comincia a emergere compiendo delle mosse da contorsionista per liberarsi definitivamente dell’involucro e venire alla luce.
Siamo giunti al penultimo passaggio, quello che di poco precede la fase finale dello sfarfallamento ma già cominciamo a intuire il colore della farfalla. Solo quando l’involucro della pupa inizia a spezzarsi finalmente la farfalla comincia a uscire pronta per volare. Appena spunta all’aria aperta rilascia dall’estremità dell’addome un liquido che contiene i prodotti di rifiuto accumulati durante lo stadio precedente, detto meconio.
Siamo finalmente arrivati alla farfalla che timidamente spiega le ali un po’ penzolanti pompando emolinfa nelle nervature alari ed è necessario che ciò avvenga in fretta, prima che si induriscano con il rischio che rimangano deformate a vita. Nella sua fase adulta la farfalla si è già dimenticata di essere stata prima uovo e poi bruco e poi pupa e trascorre il suo tempo svolazzando da fiore in fiore aspettando di accoppiarsi e dare vita ad un nuovo ciclo di vita.
Vita di una farfalla
E’ difficile definire la vita media di una farfalla perché se ne sono alcune che restano al mondo in versione adulta solo poche ore mentre altre riescono a compiere addirittura un anno. L’esempio che sempre si cita quando si parla di uova di farfalla e di ciclo vitale è quello delle farfalle monarca arrivano anche a 8 mesi di vita ma non solo, hanno anche una vita avventurosa visto che compiono migrazioni di diverse migliaia di km, tra Stati Uniti e Messico, dove vivono. Triste è ricordare le farfalle che in Costa Rica non vivono più di due giorni, la Vanessa antiopa arriva invece all’anno di vita.
Quando una farfalla depone le uova
Per capire quando arriva il momento per deporre le uova nella vita di una farfalla è importante comprendere come avviene la loro riproduzione fin dall’inizio. Possiamo dividere questo processo in due fasi che potrebbero valere anche per molti altri animali, uomo compreso, e che possiamo definire corteggiamento e accoppiamento.
Nella prima fase sono i maschi i protagonisti che compiono acrobatici volteggi in aria oppure si fermano sui rami degli alberi sempre emettendo feromoni per attirare le femmine che a loro volta ne emettono per farsi trovate dal futuro compagno anche a distanza di km.
Ecco che poi si passa all’accoppiamento, appena il maschio trova la femmina. A questo punto sbatte le ali sopra le antenne di lei e rilascia piccole scaglie piene di feromoni. L’accoppiamento vero e proprio consiste nell’unione degli organi riproduttivi che si trovano nell’addome: il maschio introduce il proprio organo riproduttore in quello della femmina e rilascia lo sperma, con cui fertilizza le uova che si trovano all’interno della sua compagna. Ecco che finalmente è il momento di deporre le uova, la femmina ne ha in corpo tra le 25 le 10.000 uova e le rilascia in parti diverse delle piante, sia sui rami e sui fiori, sia anche sugli steli e sui frutti se ce ne sono. Tutto ci trasforma in un possibile nido per uova di farfalla.
Alimentazione delle farfalle
Raccontando il ciclo di vita della farfalla non possiamo non dire due parole sull’alimentazione, un’azione essenziale per la crescita e la sopravvivenza di questi splendidi animali. Quando escono dall’uovo i bruchi si nutrono del guscio che li contiene, durante la fase di larva e poi di pupa, consumano grandi quantità di foglie, frutta, rami e fiori ma nella fase adulta si nutrono del nettare dei fiori quasi unicamente e sono “progettate” per farlo in modo comodo e pratico. Hanno infatti un apparato boccale formato da una proboscide a spirale che si può allungare proprio per raggiungere così il nettare in qualsiasi tipo di fiore, anche quelli con le forme più strane e difensive. Il processo descritto è proprio quello che fa sì che il polline della piante sia sparso in giro e avvengano così tante fecondazioni tra piante.
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Pubblicato da Marta Abbà il 7 Febbraio 2022