Un albero per ogni nuovo nato

Ieri 16 febbraio è entrata in vigore la legge che obbliga i Comuni a piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe entro i sei mesi dal giorno della nascita. La normativa, che punta ad alleggerire la drammatica situazione ambientale odierna, era stata introdotta già vent’anni fà con la legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992.

A differenza della vecchia normativa, la nuova legge n.10 del 14 gennaio 2013, che obbliga di piantare un albero, non si applicherà più a tutti i comuni, ma solo quelli con una popolazione superiore ai 15mila abitanti e non interesserà solo le nascite ma anche i bambini adottati. Inoltre la piantumazione dovrà avvenire entro sei mesi e non più dodici, dalla nascita o dall’adozione.
Anche se ormai le nascite sono vertiginosamente diminuite, questa iniziativa dovrebbe riuscire a contrastare, almeno in parte, la perdita di zone verdi nel paese, che secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) è di otto metri quadrati al secondo.

Che benefici potrebbe arrecare questa legge se rispettata?
Gli alberi rappresentano senza dubbio una salvezza: forniscono ossigeno per 10 persone, assorbono, a seconda delle dimensioni, da 7 a 12 kg di emissioni di CO2 all’anno e riducono anche l’inquinamento acustico.
Il Ministero dell’Ambiente ha istituito il Comitato per lo sviluppo del verde per vigilare sul rispetto della normativa, visto che per la legge precedente non vi era nessun tipo di super visione.

Ogni comune, che dovrà provvedere a un censimento annuale di tutte le piantumazioni, sarà libero di scegliere la specie di albero più adatta al clima, al terreno e al paesaggio in cui verrà piantato. I genitori saranno informati riguardo la pianta assegnata e il luogo scelto per posizionarla. Tale iniziativa, oltre a regalare un aspetto più green alla propria città, acquisterà anche un forte valore emotivo, visto che albero e bambino cresceranno insieme.

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