Uccelli diamantini
Uccelli diamantini, per gli amici, diamantini e basta, erroneamente detti anche bengalini, scientificamente “Taeniopygia guttata Vieillot” sono uccelli passeriformi appartenenti alla famiglia degli Estrildidi. Il loro habitat naturale sono la savana e le aree secche subtropicali, ma sono rustici ed adattabili anche a condizioni climatiche ben diverse.
Eccoli ora quindi a proprio agio anche in città, anche vicino all’uomo, in zone con climi che vanno dal semidesertico al temperato. Una cosa è essenziale per gli uccelli diamantini, la presenza di fonti permanenti d’acqua dolce. Li troviamo per natura molto diffusi sulle coste dell’Australia e le isole della Sonda ma svolazza per l’Indonesia e la Tasmania dove si è naturalizzato.
Uccelli diamantini mandarini
I Taeniopygia guttata castanotis sono la sottospecie più diffusa di uccelli diamantini, sono i più grandi e considerati i veri capostipiti degli attuali esemplari che sono allevati come uccelli da gabbia e da voliera anche nelle nostre case europee. Questo nome scientifico così complesso, ha “guttata”all’interno che dal latino parla di goccia, così ricordandoci la striscia nera sotto gli occhi, “a lacrima” che compare sulla faccia degli uccelli diamantini. L’altra tipologia, più piccola e meno comune, è la Taeniopygia guttata guttata, originaria dell’isola indonesiana di Timor e riconoscibile dall’assenza di striature nere sul petto. Il diamante mandarino è un uccello esotico molto accattivante.
Gli uccelli diamantini sono pennuti di piccole dimensioni: lunghi 8- 12 cm e leggeri 12 grammi, anche se gli esemplari domestici arrivano fino a 40 grammi. In generale il corpo di questi animaletti è robusto e con linee morbide, la coda ha margini squadrati, il becco è tozzo ma grosso. Non c’è molta differenza di stazza tra maschi e femmine, mentre di colore, moltissima: entrambi hanno il dorso grigio topo che sfuma verso il bianco su ventre e sottocoda, mentre sulle ali il grigio tende a sfumare nel brunastro.
In comune maschi e femmine hanno anche la coda nera con bande bianche, la lacrima nera sotto gli occhi e due mustacchi bianco sporco affianco al becco. Ora ecco le differenze: il maschio degli uccelli diamantini ha una macchia arancio sulle guance e gola e petto zebrati, una striscia nera sul mento e una rossa punteggiata di bianco sui fianchi.
Le zampe sono per entrambi i sessi color arancio mentre il becco torna a differenziarsi: arancio-rosato nella femmina, rosso corallo per il maschio. Tra gli uccelli diamantini in cattività sono state riconosciute numerose varianti di colore, circa 50 ufficiali, le più note e comuni sono “bianco”, “pezzato”, “guancia nera”, “petto nero”, ma ce ne sono per tutti i gusti.
Uccelli diamantini: canto
Avendo abitudini gregarie gli uccelli diamantini usano molto il canto per chiamarsi e riconoscersi a vicenda all’interno del loro gruppetto. Di solito si tratta di piccoli stormi misti, e di almeno una decina di componenti. Non sono grandi viaggiatori ma se manca cibo o acqua, si muovono anche di molto, sempre tenendosi unti tramite il canto e i cinguettii.
Tra gli uccelli diamantini, quelli che cantano di più e meglio sono da sempre i maschi che riprendono il canto del proprio padre ricamandoci sopra e ri-interpretandolo. Le femmine non sono molto portate e non si sforzano neppure molto,è una questione proprio ormonale, anche se si sforzassero, le femmine degli uccelli diamantini non potrebbero competere con i loro compagni.
Uccelli diamantini: cosa mangiano
Gli uccelli diamantini sono principalmente pennuti granivori, la loro alimentazione ha alla base il miglio ben maturo ma grazie al grosso becco di cui sono muniti, riescono a sfamarsi anche di altri semi molto più duri, basta che siano piccoli. Nel “piatto” degli uccelli diamantini sono gradite anche frutta, verdura e bacche mentre cibi come piccoli insetti e larve sono rari a vedersi. Solitamente compaiono durante il periodo riproduttivo e durante la muta, i periodo in cui l’animale necessita di più sostanze nutrienti per “tenersi su”. In volo e in salute.
Gli uccelli diamantini in gabbia hanno una alimentazione falsata ma che ricalca quella naturale, grazie a miscele di semi vari per specie esotiche, spesso e volentieri, per noi e per loro, integrata con pezzi di frutta e verdura. A volte un po’ di uovo, che è nutriente. Gli uccelli diamantini sono piuttosto ingordi e voraci, come specie, tanto che quando si servono lo fanno in modo quasi compulsivo letteralmente seminando i vari chicchi in giro. Cosa molto utile in natura, cosa molto scocciante per i padroni di uccelli diamantini che, dalla gabbia, sporcano tutto attorno.
Uccelli diamantini: riproduzione
Non c’è una stagione precisa per la riproduzione, gli uccelli diamantini seguono l’andamento delle piogge e diventano quasi automaticamente in grado di riprodursi, una volta nell’età giusta, ogni volta che ci sono le condizioni atmosferiche adatte.
Tutto parte, non solo per gli uccelli diamantini ma anche per loro, dalla fase di corteggiamento: una serie di vocalizzazioni del maschio, molto elaborate e ricercate, direi gradevoli, accompagnate da una sorta di danza, sempre del maschio, mentre la femmina degli uccelli diamantini guarda e si fa accerchiare da questi movimenti rituali coreografici.
Quando si forma una coppia di uccelli diamantini, non si parla di separazione per il resto della loro vita anche se non sono rari i casi di infedeltà, sia da una parte sia dall’altra. Assieme dormono la notre e assieme fanno il nido, i maschi curano la parte di struttura e architettura, la protezione interna e l’imbottitura è invece a cura delle femmine. Il nido degli uccelli diamantini è di circa 15 cm di diametro, un ricercato intreccio di strati mescolati di steli d’erba e piccole radici, con inserti di lanugine, piume, foglie.
Uccelli diamantini: cova
Una volta posizionato il nido in un luogo appartato e sopraelevato, ad esempio la cavità di un albero o la cima di un cespuglio, la femmina degli uccelli diamantini depone le uova: dalle 2 alle 8 – in media 5 – di circa 15 mm di lunghezza. Il ritmo classico è di uno al giorno, dal secondo in poi inizia anche la cova che dura due settimane, piùo meno. In questo arco di tempo il maschio degli uccelli diamantini, non sparisce ma resta a sorvegliare dall’alto, spesso appollaiato sul nido, sia per allertare la sua famiglia in caso di pericoli, sia per difendere la propria compagna se arrivano “amanti”.
I piccoli degli uccelli diamantini, i pulli, nascono completamente implumi, un giorno alla volta, in fila per tempo di cova, e per farsi riconoscere dalla madre e imboccare dai genitori, hanno un disegno particolare e papille in rilievo sul palato. Sia il maschio che la femmina si occupano di imboccare e imbeccare frequentemente i piccoli che mostrano le prime penne dopo qualche settimana.
Il momento di uscire dal nido per gli uccelli diamantini è dopo tre settimane, poi bastano pochi giorni per prendere il volo letteralmente. Dopo un mese di vita anche la colorazione del piumaggio degli uccelli diamantini si sviluppa e maschi e femmine cominciano ad essere distinguibili chiaramente.
Uccelli diamantini: prezzo
Un esemplare degli uccelli diamantini da tenere in casa, da curare ed amare, per una vita che in media è di circa 7 anni, costa circa 12 euro. In natura questi animali campano molto meno ma se li sappiamo nutrire di buoni semi e di amore, in gabbia arrivano a età formidabili per piccoli esseri così fragili.
In casa sono una presenza socievole e armoniosa, molto vivace e presente, con il canto ma non solo. Gli uccelli diamantini non sono difficili da allevare e non richiedono particolari accortezza da diventare troppo impegnativi. Anche per quanto riguarda il clima, sono animali adattabili, ma non esageriamo: quando posizioniamo la gabbietta evitiamo le correnti e le zone troppo calde o troppo fredde, oltre agli sbalzi di temperatura.
Già che ci siamo, per ospitare al meglio gli uccelli diamantini scegliamo una gabbia spaziosa e un luogo tranquillo e luminoso, arredando lo spazio con una mangiatoia e il beverino, una vaschetta per l’acqua da sostituire frequentemente, ed un nido pre-costruito oltre che vari appoggi su cui possono passare il tempo.
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Pubblicato da Marta Abbà il 8 Ottobre 2019