Turismo sostenibile in Italia
Ero a Brighton quando mi sono imbattuta in uno degli uffici della Responsible Travel e con mia sorpresa ho scoperto che avevano un abbondante numero di informazioni in tema di turismo sostenibile in Italia.
In seguito ho scoperto che la Responsible Travel è tanto celebre da aver ricevuto apprezzamenti dalle autorevoli voci del Daily Mail, The New York Times e il The Guardian, e che quindi non era un caso che avesse tutte quelle informazioni sull’andamento turistico italiano. A quanto pare sono sempre più numerosi i viaggiatori interessati alle vacanze all’insegna della sostenibilità e del turismo responabile, in fondo, in Italia non poteva essere altrimenti.
Turismo sostenibile in Italia
L’Italia detiene, probabilmente, più proverbi geografici di qualsiasi altro Paese europeo: vedi Napoli e poi muori, Tutte le strade portano a Roma, Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia… In Piemonte è stato lanciato il movimento Slow Food che detta nuove leggi etiche sul consumo globale degli alimenti.
L’arte italiana è venerata in tutto il mondo, la gloria di Leonardo, la maestosità di Michelangelo… per non parlare della grandezza romana fino alla sublime eleganza e audacia del design e della moda contemporanea.
Insieme a uno ricca storia, arte senza eguali e un irresistibile cultura enogastronomica, l’Italia detiene beni naturalistici di inestimabili valore: profonde vallate, grandi laghi, vulcani ancora attivi, sentieri incontaminati, splendide coste, vigneti, colline…. In un contesto del genere, la cultura del turismo sostenibile e sostenibile non poteva che trovare terreno fertile.
Il turismo sostenibile in Italia sembra essere partito su basi solide anche se la burocrazia talvolta rallenta i progressi. Stando a quanto riporta Responsible Travel, le mete turistiche più popolari stanno apportando modifiche concrete al fine di ridurre le emissioni di CO2 mediante l’impiego di politiche anti-spreco: riciclo, risparmio energetico e impiego di materiali ecocompatibili. In diverse località, (il Resposible Travel riporta l’esempio virtuoso dell’incoming turistico sulle Dolomiti) stanno proponendo autobus a metano o elettrici e al ristorante c’è la tendenza a proporre “menu a km zero”.
Quella del menu a km zero è una manna dal cielo per l’economia regionale: le strutture ricettive propongono alimenti promuovendo il marchio IGP (identificazione geografica protetta) e i prodotti tipici locali così da incoraggiare l’economia e l’operato delle piccole aziende del posto.
Il turismo sostenibile decentra l’afflusso turistico non solo distribuendolo in più località ma anche lungo tutto l’arco dell’anno. Se fino a qualche tempo fa per fare turismo si aspettavano le vacanze estive e si prendevano d’assalto le grandi città d’arte… oggi c’è un minimo accenno al cambiamento ed è quello che sta tentando di fare il turismo sostenibile.
Il turismo sostenibile in Italia porta il viaggiatore alla scoperta delle realtà rurali tipiche del Belpaese. Non solo città d’arte, chiese, musei e monumenti, certo, ancora oggi le città d’arte costituiscono la principale attrazione del nostro Paese ma ci sono estese aree di interesse naturalistico, località rurali e realtà che hanno molto da offrire. Il turismo sostenibile punta proprio a questo: invogliare i visitatori a esplorare altro e muovere l’economia in modo da “sostenere” le piccole comunità rurali. In questo contesto il visitatore potrà immergersi in quelli che sono gli autentici stili di vita nostrani, si rafforza l’immagine dell’agriturismo e si interfaccia al turista la possibilità di alloggio in alberghi diffusi. Con il turismo sostenibile in Italia, cresce il valore delle sagre di paese, del prodotto tipico, della cultura e tradizione locale, così tanto da poter attirare turismo anche lontano dai periodi di alta stagione.
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Pubblicato da Anna De Simone il 21 Giugno 2015