Tritone: caratteristiche, abitudini e riproduzione
Si tende spesso a sottovalutarle quando non si ha una spiccata sensibilità naturalistica, ma le aree umide sono un habitat di estrema importanza. Si tratta infatti di veri e propri scrigni che preservano elementi fondamentali della biodiversità. Oltre a ospitare una flora molto varia, costituita da piante idrofile e igrofile, le aree umide sono popolate da una ricca fauna vertebrata e invertebrata. Nel ventaglio degli animali che trovano dimora in questi habitat è incluso anche il tritone.
Nel nostro articolo conosceremo le sue principali caratteristiche, soffermandoci in particolar modo su alcune delle specie diffuse nel territorio italiano.
Tritone: descrizione
Il tritone è un anfibio della famiglia Salamandridae contraddistinto da un corpo gracile e allungato, che termina con una lunga coda. La lunghezza dell’animale è compresa in genere tra gli 8 e i 14 centimetri.
Tra le sue più interessanti caratteristiche si riscontra la spiccata capacità di rigenerazione degli arti e della coda.
Il tritone è diffuso negli ambienti europei ma anche dell’Asia occidentale.
Tritone crestato italiano
Partiamo dal più grande dei tritoni italiani: il tritone crestato.
Caratteristiche
Il tritone crestato italiano, il cui nome scientifico è Triturus carnifex, da adulto è lungo mediamente dai 13 ai 15 centimetri. Le parti superiori dell’anfibio sono di colore grigiastro o brunastro. Le aree ventrali dell’animale sono invece gialle, arancioni o di color rossastro con macchie scure. La gola del tritone crestato è nerastra, punteggiata di bianco. La colorazione può estendersi anche alla area inferiore dei due lati della testa.
Durante il periodo riproduttivo i maschi del tritone crestato italiano sviluppano una cresta alta e dentellata, da cui deriva anche il nome della specie. La cresta, seppur molto ridotta, rimane anche al di fuori della stagione riproduttiva. La femmina generalmente è più scura del maschio e presenta una riga gialla sul dorso. La specie è presente sia nelle aree aperte sia negli ambienti boschivi, soprattutto di latifoglie e ricchi di sottobosco.
Questa specie di tritone trova il suo principale punto debole nella pelle che, a causa della sua permeabilità, tende ad assorbire anche gli agenti inquinanti insieme all’acqua e all’aria.
Non a caso la presenza di tritoni crestati è sempre indice di un buono stato di salute dell’ambiente circostante. Oltre all’inquinamento, la specie è danneggiata dal degrado e dalla frammentazione degli habitat naturali. Il tritone crestato è considerato a rischio minimo d’estinzione. Rientra comunque nell’elenco delle specie protette dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, che ha lo scopo di promuovere il mantenimento della biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali nel territorio europeo.
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Riproduzione e abitudini
Per la sua riproduzione, il tritone crestato italiano predilige i corsi d’acqua temporanei di dimensioni medio-piccole che non devono essere molto profondi e che devono presentare una ricca vegetazione acquatica. In genere questi luoghi devono essere inoltre soleggiati e ubicati all’interno o in prossimità di aree boscate.
La stagione riproduttiva inizia intorno alla metà di maggio. I riti di corteggiamento e di accoppiamento avvengono direttamente in acqua. Ogni femmina di tritone crestato italiano può deporre dalle 200 alle 300 uova di colore bianco-giallastro. Le uova vengono fissate una a una alle foglie delle piante sommerse in acqua, che sono poi ripiegate così da fornire loro una maggiore protezione. Le larve nascono in circa due settimane. La metamorfosi a tritone avviene invece indicativamente in tre mesi.
Il tritone crestato italiano vive in acqua per l’intero corso dell’anno. Quando si trova fuori dal periodo riproduttivo è possibile tuttavia trovarlo anche sulla terraferma. In questa particolare fase, nelle ore diurne trova riparo in microhabitat umidi quali pietre, tombini, cantine e ceppaie. Tende comunque a svolgere in prevalenza un tipo di attività notturna.
Alimentazione
Il tritone crestato italiano si nutre di invertebrati come molluschi lombrichi insetti e crostacei. Il piccolo animale può anche alimentarsi con larve e uova di altre specie di anfibi.
Tritone punteggiato italiano
Il tritone punteggiato italiano (Lissotriton vulgaris meridionalis), noto anche come tritone comune, è una specie di tritone di piccole dimensioni che raggiunge al massimo 11 centimetri di lunghezza. L’animale è parente stretto del tritone palmato, con il quale viene spesso confuso. La specie, come diversi altri anfibi, presenta caratteristiche morfologiche variabili a seconda della fase specifica del suo ciclo vitale.
Caratteristiche
Il tritone punteggiato italiano si contraddistingue per una pelle di color marroncino che presenta delle punteggiature scure. Il ventre è invece di color aranciato e contraddistinto da macchioline nere. Nel periodo riproduttivo, il maschio del tritone punteggiato italiano sviluppa una cresta dorsale che parte immediatamente dietro la testa, estendendosi fino all’altezza della cloaca per poi proseguire senza interruzioni fino a unirsi alla cresta caudale. Durante il periodo riproduttivo il maschio presenta inoltre una sfilatura celeste nella cresta caudale inferiore.
Riproduzione e abitudini
A livello di habitat, il tritone punteggiato italiano si dimostra capace di popolare ambienti decisamente diversi tra loro, incluse aree fortemente antropizzate, come giardini e orti. Per la sua riproduzione il piccolo anfibio fa uso di una grande varietà di raccolte d’acqua, tanto naturali quanto artificiali. In genere l’animale preferisce comunque zone acquatiche poco profonde e provviste di vegetazione sommersa.
Il tritone punteggiato può essere attivo già agli inizi di febbraio, periodo in cui si trasferisce nei luoghi di riproduzione dove la presenza di individui adulti è riscontrabile fino all’inizio di luglio.
L’anfibio ha un complesso rituale di corteggiamento che avviene interamente in acqua ed è contraddistinto da una sorta di danza. Le uova della specie vengono deposte singolarmente e vengono fissate alle foglie delle piante acquatiche, che sono successivamente ripiegate in modo tale da garantire una maggiore protezione.
La schiusa delle uova avviene dopo circa otto-venti giorni. Le larve di tritone punteggiato compiono poi la metamorfosi nell’arco di sei-dieci settimane. Nel periodo di vita terrestre, il piccolo anfibio tende a frequentare ambienti umidi e riparati, tra cui cataste di legname, mucchi di foglie, tane abbandonate di piccoli animali o tronchi caduti al suolo. Questi ambienti rappresentano un rifugio ideale anche nel periodo invernale che in alcuni casi viene trascorso dall’animale completamente in acqua, tra i detriti e il fango del fondo.
Alimentazione
Il tritone punteggiato italiano si nutre in prevalenza di invertebrati, soprattutto di insetti e di anellidi. Ma la sua alimentazione include anche molluschi, crostacei, uova e larve di anfibi.
Pubblicato da Evelyn Baleani il 4 Marzo 2021