Tripidi: cosa sono e come eliminarli
Tanti sono gli insetti che possono minacciare le piante che coltiviamo nei campi e nei nostri giardini, alcuni sono più comuni di altri ma è bene stare in guardia anche da quelli che più raramente si fanno vedere perché, quando lo fanno, possono procurare dei danni non banali. Tra i non comuni ma molesti troviamo anche tripidi, degli animaletti che possono risultare molto aggressivi in certe condizioni, infatti è necessario non crearle per evitare di doverli combattere.
Questi parassiti sono infatti considerati tra i più fastidiosi e creano delle situazioni poi difficili da risolvere, ma per eliminarli esistono ben due strade da provare, quella naturale, con la lotta biologica, e quella tradizionale, con la lotta chimica.
Tripidi: insetti nocivi
Andiamo prima di tutto a vedere che aspetto hanno questi insetti nocivi per saperli riconoscere al momento giusto e non perdere tempo, reagendo subito. Sono lunghi circa un millimetro e mezzo quindi siamo in grado di vederli ad occhio nudo. Sono muniti di ali per lo meno quando diventano adulti ma non le usano molto, preferiscono infatti camminare sulle proprie zampe prendendo il volo solo in caso di grande pericolo, nell’impossibilità di difendersi. Le larve sono insidiose e sono più difficili da vedere perché più piccole e di colore più chiaro, ma prive di ali quindi impossibilitate a volare.
Tripidi: quali colture colpiscono
Di tutta la pianta le larve dei tripidi tendono ad attaccare non tanto i frutti o i fiori quanto le foglie e in generale la struttura della pianta, si depositano sopra e ne succhiano la linfa fino ad indebolirla e anche causarne la morte. Lo sanno bene i coltivatori che hanno delle serre o degli impianti indoor e che sanno bene quanto il ritmo di riproduzione di questo insetto lo renda difficilissimo da combattere, raggiunge addirittura il record di 12 volte l’anno. Un altro aspetto che li rende particolarmente odiosi è la loro capacità di passare da una pianta all’altra, una volta adulti, grazie alle ali: questo li rende ancora più pericolosi.
Ci sono delle condizioni ambientali che favoriscono l’insediarsi dei tripidi nella nostra serra, questi insetti amano soprattutto il caldo e il caldo umido. Si attaccano le foglie, solitamente sulla parte superiore della foglia in tutte le stagioni dell’anno tranne che in inverno quando vanno in letargo per poi risvegliarsi quando il termometro sale sopra i 16°C. Purtroppo per chi ha serre o coltivazioni indoor, in questo tipo di ambiente l’insetto non percepisce l’inverno, non va in letargo e continua a deporre uova come se nulla fosse, le depone sotto le foglie, poi cadono naturalmente sul terreno e si schiudono quando le temperature saranno ottimali (da 26°C ai 28°C).
Tra le piante maggiormente attaccate dai tripidi troviamo quelle di canapa e di cotone, ma non sono particolarmente schizzinosi e se si imbattono in altre piante non si fanno problemi a nutrirsi anche con la linfa di queste ultime. Altre piante che possono piacere a questo insetto sono quelle di pomodoro, la vite, le orchidee, gli alberi da frutto, in particolare quelli di agrumi e pesco. Sono tutte potenziali vittime di questo insetto che ne succhia la linfa fino a provocare una pigmentazione diffusa che fa incredibilmente soffrire.
I danni da tripidi
Abbiamo iniziato a comprendere che questo tipo di insetti costituisce una vera e propria rogna per chi ha delle coltivazioni in serra ma andiamo a scoprire che tipo di danni riesce a procurare. Prima di tutto tagliano le foglie, è come se avessero un seghetto al posto dei denti con cui riescono a bucare la superficie delle foglie fino ad arrivare ad attingere alla linfa di cui sono tanto golosi e affamati. Il risultato sulle foglie è la comparsa di macchie bianche oppure grigio argento che poi col tempo possono diventare anche delle crosticine chiare. Un altro segno della presenza dei tripidi sono delle piccole palline di colore scuro che possiamo trovare sempre sulle foglie, si tratta di escrementi che possono essere deposti su entrambe le facce.
In un primo momento i danni da tripidi possono essere scambiati per quelli provocati da insetti più comuni come gli acari o i minatori fogliari, ma in casi più gravi provocano la perdita del colore della pianta.
Tripidi: come eliminarli
Per prima cosa proviamo ad evitare che proprio i tripidi vengano a farci visita. Come? Iniziamo a tenere ben puliti tutti gli ambienti di coltivazione indoor, rimuovendo le foglie morte e disinfettando le varie attrezzature, cosa utile non solo per evitare la proliferazione di parassiti e insetti, ma anche di muffe e di altri organismi. Questo è solo il primo passo dopo il quale possiamo acquistare delle trappole cromotropiche di colore giallo e blu, che funzionano un po’ come la carta moschicida.
Se il problema lo abbiamo invece all’esterno dove possiamo sfruttare l’aglio per difenderci, come se ci fossero delle streghe da spaventare. Aiuta certamente anche la scelta di prodotti per la protezione che siano naturali come ad esempio l’Olio di Neem che nutre la pianta e la difende anche da diversi organismi aggressivi.
Fatto tutto ciò che potevamo fare per prevenire, se ci troviamo a dover gestire un attacco già in corso possiamo provare la strada della lotta biologica andando ad introdurre dei nemici naturali come gli acari predatori sperando che abbiano la meglio. Un altro metodo sempre naturale consiste nel lavare le piante con sapone vegetale e poi utilizzare un prodotto a base di piretro. Per chi preferisce affidarsi a prodotti chimici ne esistono di efficaci e facili da reperire perché acquistabili direttamente su Amazon come questo insetticida, efficace e pratico da applicare.
Pubblicato da Marta Abbà il 7 Luglio 2020