Non sottovalutiamo il potere della rabbia perché è enorme e soprattutto può essere anche autodistruttivo. C’è chi lo ha provato sulla propria pelle e lo può confermare. A volte ci si accorge subito che trattenere la rabbia non è una buona idea mentre altre volte se ne vedono le conseguenze dopo molti anni. C’è chi passa un’intera vita arrabbiato senza mai esternare questi sentimento, portandoselo nella tomba con molto rancore e una esistenza che forse avrebbe potuto essere più serena se solo avesse imparato a non trattenere questo controverso sentimento che può essere trasformato anche in una forza positiva e costruttiva.
Trattenere la rabbia: perché non farlo
Prima di tutto chiariamo una cosa che a volte ci dimentichiamo, la rabbia è un’emozione umana come un’altra, non cominciamo a considerarla un tabù perché non lo è per nulla e ci ingabbieremmo in divieti non necessari, estremamente nocivi.
Provare rabbia è normale, è trattenerla che non è né normale né sano. Questo non significa che dobbiamo perdere il controllo ed esplodere, ci sono diversi modi per esternarla che non hanno l’effetto di una bomba ma che allo stesso tempo ci permettono di non implodere. E’ qui che la nostra attenzione si deve concentrare, perché è la via da perseguire. Quella che ci permette di non trattenere la rabbia ma che non ci riduce a degli esseri attorcigliati nell’amarezza o nella depressione.
Quando la rabbia esplode in modo non sano può rovinare i rapporti personali e lavorativi, può causarci dei danni alla salute, può impattare sulla qualità della vita. I rischi, nel trattenerla, sono molto simili però. Il segreto è capire come gestire la rabbia, in modo non violento, né verso gli altri né verso noi stessi.
Trattenere la rabbia: come evitarlo
La consapevolezza è importantissima, è il primo passo quindi è cominciare a conoscere noi stessi e capire come reagiamo, cosa ci fa arrabbiare, come ci arrabbiamo… siamo più tendenti al lamento o alla rabbia, diamo la colpa agli altri o a noi stessi? E’ molto utile in questa fase la meditazione o almeno qualche esercizio di respirazione che ci aiuterà ad ascoltare le emozioni che ci scorrono nel corpo dando loro il giusto nome e approfondendone l’origine.
Non è sempre facile capirla, ad esempio a volte ci possiamo arrabbiare con noi stessi come per riflesso, in verità siamo molto arrabbiati con altri e non osiamo ammetterlo perché magari ci hanno inculcato in mente che arrabbiarci non è da persone buone ed educate.
Vi consiglio anche di realizzare una sorta di lista che funzioni da guida per le nostre emozioni, indicando le cose, le persone, gli atteggiamenti, i fatti che più ci fanno saltare i nervi.
Il “no” è una parola molto importante e strettamente legata alla rabbia. Quando non diciamo il no che vorremmo dire, si accumulano in noi tonnellate di rabbia che è davvero poi difficile smaltire. Dire no può fare molta paura ma se ci alleniamo un po’, poi sarà più semplice, ci accorgeremo che abbiamo il diritto di farlo e che non siamo cattivi per questo. E’ importante anche saper dire no nella giusta modalità, spiegando le nostre motivazioni, lasciando la porta aperta, permettendo all’altro di risponderci.
Il tempo, la tempistica della rabbia, è un meccanismo molto delicato. Ciascuno ha il proprio ed è necessaria un po’ di riflessione e di auto conoscenza per coglierne il funzionamento. C’è chi si arrabbia subito, come si mettesse benzina sul fuoco, e chi invece ha la rabbia che monta lentamente. Allo stesso modo c’è chi resta arrabbiato molto e chi invece subito di rasserena e passa ad altro. In ogni caso, prima di esplodere è importante fare una pausa, respirare profondamente e cercare di andare altrove con la mente, guardare ciò che è successo da lontano. Se siamo in un ambiente tossico, meglio prevedere delle pause frequenti in cui sfogarsi, parlando o svagandosi, per non accumulare troppo entro sera.
Per non trattenere la rabbia, altre due parole sono importanti: scusa e grazie. Quindi, parlarsi, dialogare anche con chi ci ha fatto arrabbiare, spiegandosi. Lo scambio di punti di vista, la capacità di chiedere scusa e quella di ringraziare, sono alla base dei rapporti umani anche deboli e ci permettono di non diventare uno scrigno di rabbia repressa. Se non ci viene naturale, si può imparare a dire grazie a chi ci ha aiutato e ci e stato vicino, e scusa a chi si è trovato coinvolto in un nostro errore o a chi abbiamo fatto un torto. Proviamo, sarà liberatorio.
Un metodo infallibile per non trattenere la rabbia è la condivisione. Prendiamoci il nostro tempo ma poi parliamone con un amico stretto che sappiamo che non ci giudicherà, davanti ai suoi occhi non abbiamo paura di essere cattivi e possiamo sfogarci pienamente. In questo modo non avremo più voglia di spaccare il mondo avremo il cuore più leggero e saremo in grado di pensare ad altro.