Trasporto pubblico a idrogeno, un settore in cui stanno emergendo numerose novità, sono in corso studi approfonditi in Italia, in Europa e non solo. Ci sono numerosi traguardi da raggiungere e i progetti pilota, virtuosi, devono diventare delle realtà del tutto ordinarie davanti a cui non strabuzzeremo più gli occhi come accade invece ora. Iniziamo a vedere a che punto siamo e cosa ci aspetta.
Trasporto pubblico a idrogeno: come funziona
Autobus alimentati da una miscela di idrogeno e metano, treni che tra meno di un anno sarà attivo, in grado di muoversi solo grazie a celle di idrogeno e progressi continui nella produzione di idrogeno in modo meno impattante possibile in modo che il Trasporto pubblico a idrogeno sia possibile in tutte le città e non solo in chi ha il tempo, il modo e i fondi per sperimentare. Non sono mancati fallimenti, l’importante è che non si smetta di tentare e che lo si faccia in modo sempre più mirato e consapevole.
Trasporto pubblico a idrogeno: autobus
Troviamo un esempio di Trasporto pubblico a idrogeno su autobus, a Bologna: questo mezzo viene alimentato con una miscela di metano e idrogeno, si chiama MHybus e per essere corretti va detto che va a idrometano. E’ stato realizzato dall’Enea, in collaborazione con Aster, Sol, Start Romagna e Regione Emilia Romagna, e nel 2014 ha ricevuto un riconoscimento dalla Commissione europea come miglior iniziativa sul tema “Ambiente e azione per il clima” nell’ambito del premio “Best Life Environment”.
Anche se si è trattato di un esperimento di Trasporto pubblico a idrogeno – non si può ancora parlare di servizio continuativo – questo exploit ha avuto la sua importanza perché ha permesso di quantificare costi-benefici di un certo tipo di tecnologia, quella basata sull’addizione di idrogeno al metano con conseguente abbattimento delle emissioni di CO2.
Trasporto pubblico a idrogeno: treno
Sta arrivando, il treno, il primo a celle di idrogeno, in Germania, entro fine 2017, anche se a realizzarlo ci ha pensato la francese Alstom. Questo tipo di Trasporto pubblico a idrogeno su binari, mira ad azzerare le emissioni di CO2 visto che le celle di combustibile a idrogeno emettono solo vapore e condensa d’acqua.
Anche l’inquinamento sonoro ne trarrà beneficio visto che il rumore prodotto dal treno a idrogeno sarà molto minore di quello che siamo abituati a sentire oggi a bordo di un vagone o nei pressi di un tratto di ferrovia.
Anche se non è ancora in viaggio, questo treno ha già fatto notizia, rivelando in parte come funziona. In accelerazione il movimento è legato solo alle celle di combustibile ma man mano che il treno si avvicina ad una stazione la batteria agli Ioni di Litio viene parzialmente ricaricata da un convertitore. La rigenerazione avviene poi con il recupero dell’energia cinetica, durante la frenata.
Per chi stenta a credere a questo risultato nel Trasporto pubblico a idrogeno sarà possibile vederlo con i propri occhi mentre percorrerà a circa 140Km/h la sua prima tratta Buxtehude-Bremervörde-Bremerhaven-Cuxhaven, con una autonomia dichiarata tra i 600 e gli 800 km.
Trasporto pubblico a idrogeno in Italia
In Italia non siamo fermi, per il treno c’è da attendere, a meno di sorprese in sorpasso, ma gli autobus ci sono eccome. A Milano già nel 2013, anno in cui sono arrivati i primi tre autobus alimentati ad idrogeno e ce n’erano già altri ibridi operativi.
Un altro esempio di Trasporto pubblico a idrogeno andato a buon fine è quello di Bolzano, dove troviamo la prima stazione di produzione e rifornimento di idrogeno funzionante con fonti rinnovabili, vicino all’autostrada del Brennero. Stazione di rifornimento non solo per privati ma anche per gli autobus a idrogeno.
Trasporto pubblico a idrogeno in Europa
A bordo e a sostegno del Trasporto pubblico a idrogeno in Europa si muovono molte persone e molte aziende, e anche alcuni amministratori locali che ci credono eccome. Anche se molti progetti non ci regaleranno direttamente un bus o un treno a idrogeno, potranno agevolarne la realizzazione o creare le condizioni al contorno perché il Trasporto pubblico a idrogeno divenga sempre più diffuso.
Esiste ad esempio chi sta rendendo più efficienti le membrane per la separazione dell’ossigeno e dell’idrogeno, essenziali nello sviluppo dei sistemi di produzione di energia da combustibili fossili con il sequestro della CO2 (DEMOYS Project).
Ad Arezzo, invece, è partito un progetto operativo e articolato in 5 i settori: stoccaggio di idrogeno centralizzato, rete di distribuzione dell’idrogeno, rilevatori e contatori di gas, cogeneratori CHP presso società servite dall’idrogenodotto e laboratorio dimostrativo.
Impegnato invece nello sviluppo di direttive e regolamenti per l’omologazione di veicoli alimentati ad idrogeno l’European Integrated Hyrdogen Project (EIHP) il cui obiettivo è quello di arrivare ad un’armonizzazione della legislazione Europe in questo ambito.
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