Trasporto pubblico, mobilità e smartphone per Eurispes

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Perché e come si servono del trasporto pubblico gli italiani? Le risposte sono contenute nel Libro Bianco sulla Mobilità pubblicato da Eurispes e sono interessanti.

Interessanti perché evidenziano un uso del trasporto pubblico ancora troppo limitato, a vantaggio di una mobilità privata basata sull’automobile che congestiona le città (per esempio Roma, Milano e Firenze che sono le tre città italiane considerate dal campione e che sono risultate tra le più inquinate d’Europa).

Ma interessanti anche perché prendono in considerazione un aspetto nuovo della mobilità, quella legata alla diffusione dei dispositivi di comunicazione, in particolare smartphone e tablet, a cui sono ‘interconnessi’ due fenomeni:

  • la diffusione dell’e-commerce B2C legato alla vendita di prodotti e il conseguente aumento delle consegne a domicilio (impatto negativo sul traffico);
  • l’aumento delle opportunità di condivisione in tempo reale del trasporto privato che, con i vari car sharing, uber, blablacar ecc., diventa trasporto pubblico on demand (impatto positivo sul traffico).

Il Libro Bianco di Eurispes ci rivela insomma che fra il trasporto pubblico e gli smartphone c’è un legame, con impatti diversi.

Per mezzi di trasporto pubblico possiamo considerare autobus e tram urbani, metropolitana, autobus extraurbani, treno ma anche taxi, car sharing e bike sharing. Per gli ultimi due si tratta più di ‘mobilità condivisa’ che di mobilità pubblica, ma all’atto pratico la differenza è sottile.

Il 46,2% degli italiani non utilizza mai autobus o tram urbani, il 33,3%  lo fa qualche volta, l’11,6% spesso. Solo il 5% utilizza sempre questi mezzi di trasporto pubblico. Gli autobus extraurbani sono usati ogni tanto dal 26,3% degli italiani, spesso dall’8,5% e sempre dal 4 per cento.

E il treno? Il principe dei mezzi di trasporto pubblico non sembra in realtà un’abitudine. Il 45,2% degli italiani ci sale qualche volta, il 6,8% spesso, l’1,9% sempre per i propri spostamenti. Il 42,9% degli italiani non viaggia mai  in treno.

L’uso dei taxi è una forma di trasporto pubblico appannaggio di una minoranza di cittadini:  l’80,7% non lo usa mai, il 14,8% lo usa qualche volta e il 1,5% spesso. Parlando di car sharing, il 90,1% non lo utilizza mai, il 5,1% se ne serve qualche volta, poche persone ne fanno uso sempre. Del bike sharing non fa mai uso il 92,2% degli italiani, solo il 3,3% lo usa qualche volta.

A fronte di un trasporto pubblico ancora scarsamente utilizzato, in Italia circolano oltre 600 autoveicoli ogni 1000 abitanti, con punte di 700 a Roma e Firenze dove la velocità media degli spostamenti urbani arriva a essere inferiore ai 10 km orari.

I problemi e le contraddizioni della mobilità pesano sui bilanci familiari, oltre che sull’ambiente in termini di emissioni. Eurispes ha calcolato infatti che la spesa sostenuta dalle famiglie italiane per il trasporto privato ammonta a circa il 13% del proprio reddito.

Ma il vero elemento di novità è costituito dal fatto che questa edizione del Libro Bianco ha preso in considerazione anche il tema della mobilità intesa come nuove tecnologie, smartphone e tablet, in realtà sempre più ‘interconnesso’ con quello della mobilità veicolare per via delle ricadute sull’e-commerce e sulla condivisione delle informazioni.

In Italia oggi ci sono oltre 40 milioni di persone che accedono a Internet. Di queste, oltre il 40% lo fa attraverso dispositivi mobili. Del valore complessivo delle transazioni e-commerce si può fare solo una stima variabile, ma siamo già sopra gli 11 miliardi di euro con la prospettiva di arivare ai 16 miliardi nel 2016.

I prodotti acquistati via Internet, da dispositivi fissi o mobili, devono essere consegnati a domicilio e questo avrà un impatto negativo sul traffico e sull’inquinamento, dal quale ci si potrà difendere per esempio con veicoli meno inquinanti specie per le consegne urbane.

Contemporaneamente, la diffusione dei dispositivi di comunicazione mobili darà impulso alla condivisione dei mezzi di trasporto privato, che diventeranno se non proprio un trasporto pubblico sicuramente una nuova modalità di servizio ‘al pubblico’. Con benefici per viabilità e inquinamento.

Un ulteriore impulso lo daranno le nuove App come BusRadarRoma, che calcola percorsi e tempi di arrivo degli autobus della capitale  migliorandone la fruibilità.

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Pubblicato da Michele Ciceri il 13 Giugno 2014