Tracce degli animali: le fatte e le borre
Tra le attività più interessanti in cui può cimentarsi un vero appassionato della natura rientra anche la ricerca di tracce e di segni lasciati dagli animali selvatici. Un’esperienza di questo tipo può essere realizzata in qualsiasi contesto naturale. Tra i luoghi più appropriati ci sono comunque i boschi e le foreste.
Le tracce che gli animali possono lasciare sono di diverso genere. Si spazia dalle impronte fino ai segni legati all’alimentazione. In questo articolo approfondiremo in particolar modo due tipologie di tracce degli animali. Ci riferiamo alle fatte e alle borre.
Tracce degli animali: imparare a distinguere le fatte dalle borre
La prima cosa importante da imparare quando si va alla ricerca di tracce degli animali consiste nel saper distinguere le fatte dalle borre. Le fatte non sono altro che gli escrementi degli animali. Le borre sono invece rigurgiti prodotti dalla maggior parte degli uccelli rapaci oltre che dagli uccelli spazzini. In taluni casi possono appartenere anche ad alcuni uccelli canori.
Generalmente le borre tendono a risultare molto omogenee per aspetto e per forma. Se l’oggetto che si ritrova in un habitat naturale si dimostra costituito da elementi quali piume, ossa e gusci di insetti, ci si trova con ogni probabilità di fronte a una borra. In determinate circostanze, le borre tendono anche a incorporare oggetti di grandi dimensioni. Come ulteriore differenza, le borre non si contraddistinguono per un odore pungente come quello degli escrementi.
Tipologie di fatte
La prima cosa da verificare per ciò che riguarda le fatte è la rispettiva grandezza che è direttamente proporzionale alla taglia dell’animale. Distinguere le fatte non risulta tuttavia un’operazione facile. Alcuni elementi caratteristici possono comunque essere d’aiuto.
Quando le fatte sono tubolari possono ad esempio essere prodotte da qualsiasi mammifero carnivoro a partire dal tasso fino all’orso. Se sono appuntite o a forma di goccia appartengono solitamente a dei felini. Quando si presentano sotto forma di cordoncini attorcigliati possono essere di mustelidi come donnole ed ermellini.
Nei casi in cui le fatte appaiono come palline lisce e tonde appartengono in genere ai conigli o alle lepri. Quando sono lucide e allungate sono dei cervidi. Se le fatte appaiono liquide e bianche sono invece ricollegabili a uccelli, quali rapaci, gufi e aironi.
Fatte degli uccelli
A differenza dei mammiferi la maggior parte degli uccelli espelle gli escrementi e i prodotti urinari da un unico canale, chiamato cloaca. È per questo motivo che se si osservano gli escrementi di alcuni uccelli è possibile distinguere due colori diversi:
- una parte più scura che costituisce gli scarti di cibo provenienti dall’intestino;
- un liquido bianco che corrisponde all’urina dei mammiferi.
Le fatte degli uccelli possono essere distinte in tre principali categorie:
- le fatte molto liquide e bianche;
- le fate arrotondate semisolide e attorcigliate;
- le fatte solide compresse e cilindriche.
Le fatte più tipiche prodotte dagli uccelli sono quelle a forma di uova al tegamino. Questa tipologia di escrementi non è necessariamente solo bianca e scura. All’interno di questo questo genere di fatta è possibile riscontrare anche altri colori che si devono principalmente al tipo di nutrimento a cui si è sottoposto l’uccello. Molto spesso in queste fatte si evidenzia la presenza di bacche digerite. Soprattutto nel periodo autunnale, le bacche costituiscono infatti una fonte alimentare primaria per gli uccelli selvatici.
Fatte dei mammiferi
C’è una regola base a cui fare affidamento nel momento in cui ci trova ad analizzare le fatte che sono segnale del passaggio di un mammifero: più grande è la fatta più grande è l’animale che l’ha prodotta. Dalla fatta si riesce innanzitutto a capire se l’animale è un erbivoro, un carnivoro o un onnivoro. La consistenza è un primo elemento chiave. Questo parametro varia ovviamente da animale ad animale. Rompendo le fatte degli erbivori è tuttavia possibile rintracciare dei frammenti vegetali che contribuiscono a identificare il tipo di mammifero.
I carnivori si sostengono invece con una dieta più nutriente rispetto a quella degli erbivori. Questo contribuisce a rendere le loro feci contraddistinte da un odore più intenso. La fatta tipica di un carnivoro è costituita principalmente di acqua a cui si uniscono sostanze che il corpo dell’animale non riesce a scomporre. Si tratta di materiali provenienti dall’alimentazione, dalla bile e da svariati batteri. L’insieme di queste caratteristiche determina il cattivo odore caratteristico delle escrementi dei mammiferi carnivori.
Le fatte del lupo sono ad esempio identificabili non solo per l’odore che emanano ma anche perché sono simili a quelle di un cane. Presentano però la struttura delle fatte tipiche della volpe. Sono cioè di colore grigio scuro contenenti resti fibrosi della dieta ma anche frammenti di ossa. Altro tratto caratteristico si ha nel fatto che il lupo tende spesso a deporre i propri escrementi in luoghi che sono per lui socialmente significativi.
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Identificare le borre
Esistono dei parametri che aiutano a determinare quale sia la specie che ha rigurgitato una borra. Il primo fattore è rappresentato dalle dimensioni. L’altro elemento fondamentale si ritrova nel contenuto della borra che può fornire indicazioni particolarmente utili. Alcuni uccelli infatti hanno l’abitudine di alimentarsi con cibi molto specifici.
Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è costituito dalla forma e dalla struttura della borra. Uccelli come il gheppio o il barbagianni, ad esempio, producono borre caratterizzate da forme particolari. Per poter identificare a quale specie specifica appartiene una borra occorre inoltre valutare il luogo di ritrovamento.
Tracce degli animali: esempi di borre
Le borre prodotte dai rapaci notturni sono piuttosto solide e si contraddistinguono per una colorazione grigio scura o marrone. Al loro interno presentano spesso ossa intere avvolte da materiali come piume o fibre di peli. Il gufo reale è tra i rapaci che produce una delle borre più grandi rintracciabili. Solitamente la lunghezza di una borra appartenente a un gufo reale si aggira sui 15 con un diametro di circa 4 cm.
Tra i rapaci diurni, invece, anche le aquile producono borre piuttosto grandi che in genere sono costituite da una massa di piume e di peli, contenente frammenti di ossa.
In molte zone dell’Europa è facile imbattersi in borre appartenenti a diverse specie di gabbiani, uccelli che popolano non solo le località costiere ma anche le aree più urbanizzate del territorio. Ogni specie di gabbiano produce ovviamente borre che si contraddistinguono per lunghezze e per caratteristiche distinte. In genere, tuttavia, le borre dei gabbiani tendono a essere molto intrecciate oppure a sgretolarsi, nel caso in cui gli uccelli abbiano si siano nutriti con crostacei.
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Pubblicato da Evelyn Baleani il 26 Febbraio 2021