Tosse cardiaca: come riconoscerla
La tosse cardiaca è così chiamata perché è uno dei segnali di un possibile scompenso cardiaco. Non è certo l’unico e non ci dobbiamo allarmare se abbiamo un po’ di tosse, però, perché ci sono anche molti altri sintomi che possono essere associati a questo problema. Andiamo a scoprire meglio che caratteristiche ha la tosse cardiaca dando un’occhiata anche ad altri segnali di scompenso cardiaco.
Tosse cardiaca: come riconoscerla
Quando una persona soffre di scompenso cardiaco, e quindi potrebbe avere uno scompenso cardiaco, ha una tosse particolare, che spesso è collegata alla produzione di muco bianco oppure a delle perdite di sangue. Questo accade per via del fatto che il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza per il corpo e si va ad accumulare nei polmoni assieme ad altri liquidi.
Se ci accorgiamo di avere una tosse del genere è bene andare a farci visitare da un medico e nel frattempo utilizzare dei cuscini per sostenere la schiena e stare più comodamente seduto in posizione diritta.
Scompenso cardiaco: altri sintomi
Facciamo una veloce carrellata sui possibili segnali di scompenso cardiaco mettendo ben in chiaro che ogni volta che uno di questi sintomi si fa intenso, è necessario chiamare il medico.
Le persone con scompenso cardiaco potrebbero avere delle difficoltà a respirare e sentirsi mancare il respiro, soprattutto da sdraiati perché il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza per il corpo. In questo caso è meglio non esagerare con l’attività fisica e cercare di stare in posizione sollevata, aiutandosi con dei cuscini.
Anche il gonfiore può essere un cattivo segnale legato a un malfunzionamento del cuore. Di solito lo si può osservare ai piedi e alle caviglie, alle gambe e anche all’addome. Questo accade perché il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza per il corpo e i liquidi finiscono per accumularsi e restare nei tessuti. Per cercare di porre riparo a questo problema, possiamo tenere le gambe sollevate e fare un riposino ogni tanto, cercando di avere uno stile di vita che non sia troppo frenetico.
Anche la continua stanchezza, può essere un segnale negativo, soprattutto quando essa arriva ad impedire lo svolgimento delle attività quotidiane. Il questo caso il cuore non riesce a pompare sangue a sufficienza per il corpo quindi quello che arriva viene reindirizzato da alcuni organi come muscoli e arti a quelli vitali come cuore e cervello. In queste condizioni non si può fare altro che riposare e tenere un ritmo basso, ma se la stanchezza aumenta è necessario rivolgersi ad un medico.
E’ un sintomo come a molte malattie e può esserlo anche in questo caso. Mi riferisco alla mancanza di appetito legata alla nausea. Se questa sensazione è legata a dei problemi al cuore, allora è dovuta al fatto che arriva meno sangue al sistema digerente e allo stomaco, va da sé che si fa più fatica a digerire e non si ha certo molto appetito. Non potendo migliorare la situazione del sangue, per andare incontro al nostro organismo possiamo prendere l’abitudine di consumare dei pasti molto piccoli, più frequenti. Un altro sintomo può essere un rapido aumento di peso che non è per forza legato alla quantità di cibo che si ingerisce perché sarebbe di fatto dovuto al cuore che non riesce a pompare sangue a sufficienza per il corpo, quindi i liquidi si vanno ad accumulare nei tessuti. E’ importante in tal senso controllare la quantità di liquidi che si assumono e, nel caso che l’aumento sia di circa 2 chilogrammi in due o tre giorni, meglio chiamare il medico.
Non superare le quantità consigliate dal tuo medico
La presenza di uno scompenso cardiaco causa molto spesso una variazione dei livelli delle sostanze fisiologicamente presenti nel sangue. Proprio da qui nascono possibili stati confusionali e molta difficoltà nel concentrarsi, la memoria potrebbe ogni tanto fare cilecca e la testa, girare. Se la sensazione di disorientamento aumenta, è necessario parlarne subito con un medico.
Scompenso cardiaco: caratteristiche
Quando il cuore non riesce più a svolgere la sua funzione contrattile di pompa, portando a tutti gli organi il sangue che serve, allora si può parlare di scompenso cardiaco. Questa malattia, almeno per il primo periodo, può essere asintomatica, per cui non è sempre facile riconoscerla. Può verificarsi a qualsiasi età e può avere diverse cause. Capita che lo scompenso cardiaco si presenti a seguito di una lesione muscolare cardiaca, dopo un infarto, oppure per un’eccessiva sollecitazione cardiaca dovuta a un’ipertensione arteriosa.
E’ possibile classificare questo disturbo a seconda della sua gravità, andando a vedere il livello di limitazione dell’attività fisica. Ci sono 4 classi di scompenso, la Classe I è quella dei pazienti asintomatici che, se svolgono la loro normale attività, non rilevano dispnea né affaticamento. I pazienti di Classe II hanno uno scompenso cardiaco lieve quindi se fanno un’attività fisica moderata possono risentire di un certo affaticamento, ad esempio salendo due rampe di scale oppure portando un peso in salita.
Nella Classe III ci sono le persone che soffrono di uno scompenso cardiaco da moderato a grave per cui anche solo il camminare veloce o il salire mezza rampa di scale, può essere un problema. L’ultima e più grave classe, la IV, descrive uno scompenso cardiaco grave, quindi astenia, dispnea o affaticamento sono presenti anche a riposo.
Per valutare la presenza di una situazione di scompenso cardiaco è di solito necessario prendere in considerazione anche la storia clinica oltre ai risultati dell’esame fisico e di appropriate indagini come l’elettrocardiogramma, la radiografia del torace, il prelievo per dati ematochimici, l’holter ECG 24 ore e il test ergometrico.
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Pubblicato da Marta Abbà il 8 Maggio 2019