Due sono le principali motivazioni per cui è importante approfondire le caratteristiche dei vari tipi di lana. Per essere certi di scaldarci bene nella stagione fredda, acquistando dei capi di lana che siano efficaci, e per scegliere dei materiali che siamo stati realizzati nel pieno rispetto della natura, animali compresi, e producendo un impatto ambientale il più ridotto possibile.
Oggi tutti pensano che con la lana si va sul sicuro, ed è vero ma a patto che la si scelga in modo attento. Il suo valore come materiale contro il freddo è noto fin dall’antichità. Già nel 3000 a.C. in Mesopotamia la si ricavava dagli ovini e anche in Grecia era un tessuto indossato, i Romani per lavorarla meglio hanno costruito diversi arnesi tra cui le cesoie e via via con gli anni siamo diventati sempre più bravi a trattarla, ottenendo un risultato soffice e gradito anche alle pelli più sensibili e sofisticate
Lana: lavorazione
Sicuramente la materia prima è importante ma anche la lavorazione impatta molto sulle caratteristiche del tessuto che andiamo poi ad ottenere per poi fabbricare vestiti e coperte. Dopo la tosatura, il lavaggio e la sgrassatura si ottiene una fibra di un colore chiaro che può assumere sfumature dall’avorio al bianco. In alcuni casi può risultare anche scura, nera o marrone, a seconda dell’animale da cui è stata ricavata. Le fibre della lana hanno un alto contenuto di cheratina e possono avere lunghezze molto variabili, tra i 40 e i 350 mm. Osservata al microscopio ha una sua struttura piuttosto affascinante in cui gli esperti riconoscono le diverse componenti che percorrono la fibra dall’interno verso l’esterno in diverse zone.
- Cuticola
- Guaina protettiva (elasticum)
- Cortice o cortex, che si suddivide in paracortex e ortocortex
- Canale midollare
Queste componenti, tutte insieme, vanno a comporre un microscopico intreccio molto luminoso e che tiene un gran caldo, igroscopico ed elastico ma allo stesso tempo morbido. Oserei dire qualcosa di unico e che deve essere lavorato in modo opportuno perché sia poi indossabile al giorno d’oggi. Facciamo un passo indietro e vediamo passo dopo passo come si arriva ad ottenere la lana con cui poi fanno i maglioni che compriamo. Iniziamo con la tosatura che può essere effettuata con delle cesoie elettriche o meccaniche.
Con le pecore è meglio programmarla in primavera oppure nel periodo autunnale perché sono i due momenti dell’anno in cui il pelo dell’animale è più lucente e anche più morbido. È possibile prendere il pelo anche da animale morto ma la qualità non è la stessa e la lana viene definita lana concia, meno pregiata dell’altra, detta bistosa. A questo punto si pulisce la lana e la si sgrassa in modo da togliere le sostanze e le impurità di cui è intrisa. Quando la lana viene lavata prima della tosatura si parla di lana saltata.
Tagliata e lavata, oppure lavata e tagliata, la lana viene poi arrotolata e portata nei lanifici dove viene lavorata di nuovo fino a prendere la forma di gomitoli grezzi o rocchetti di fibra. Se lunga, è pettinata, se corta, cardata. La tintura arriva dopo, quando termina la tessitura, e la si applica in vari modi anche a seconda del tipo di fibra lanosa.
Tipi di lana: animali
Una grande differenza nelle diverse qualità di lana viene fatta dall’animale che ci fornisce la materia prima. Non dobbiamo dare per scontato che sia di pecora, perché nel mondo esistono molte valide alternative. La pecora merino è molto popolare in Australia, Nuova Zelanda, Germania e in Islanda, Sud America e in Africa ma troviamo utilizzate anche le capre: la Capra d’Angora (Turchia, Sudafrica, Stati Uniti) dalla quale si ottiene la lana mohair e la Capra del Cachemire (Tibet, India, Cina, Iran, Afghanistan). In alcune zone del mondo possiamo trovare anche i Lama, Alpaca (Ande) o Vigogna (Ande peruviane), i Dromedari, i Cammelli (Asia e Africa) e i Conigli (angora).
Ciascuno di questi mantelli dona alla lana delle caratteristiche differenti che possiamo sfruttare a nostro vantaggio.
La fibra tessile della lana di pecora è più arricciata e spessa di altre, viene sfruttata anche come coibentante a basso costo e alta resa in edilizia. È un isolante termico e acustico quindi viene trasformata in feltro e usata in bioedilizia.
Tra le lane che si ricavano dalla capra invece quella di capra d’Angora, una delle più pregiate. Nota con il nome di Mohair è apprezzata per il suo candore e la sua morbidezza. Oggi non si lavorano solo gli esemplari bianchi ma anche quelli con pelo marrone, rossiccio e grigio-scuro.
Tipi di lana: caratteristiche
Ora scopriamo quali sono davvero i tipi di lana che possiamo trovare sul mercato e utilizzare per scaldarci
- Mohair è ricavata dalla capra d’Angora e ha delle fibre lunghe e molto elastiche, è molto pregiata e richiesta.
- Cashmere è ricavata dall’omonima capra tibetana ed è lucida e soffice. Anch’essa molto pregiata, infatti la si riserva a capi di lusso.
- Alpaca è ricavata dal Lama e lavorata assieme alla lana comune ci fornisce il loden, tipico del Tirolo.
- Pelo di cammello africano, di fibra resistente e forte, ottima per confezionare abiti e coperte.
- Pelo di vigogna è ricavata dall’omonima razza di lama (vigogna). Riconoscibile dal colore rossiccio, è molto lucente, sottile ma resistente.
- Lana cotta è una stoffa che assomiglia al feltro e al panno, non è un tessuto ma la si ricava da pezze infeltrite. È pesante, molto spessa, calda e compatta, può essere usata per vestiti ma anche per pantofole, cappelli, coperte e oggetti.
- Shahtooshb è ricavata dal vello del sottopancia del chiru, un’antilope tibetana a rischio estinzione. È illegale, la si trova nel mercato nero a prezzi altissimi.
- Angora ricavata dal coniglio d’angora, molto morbida e di fibra sottile, usata spesso assieme ad altre lane per produrre filati mixati.
- Merino ricavata dalla pecora di razza Merinos, originaria della Spagna. Ha una fibra estremamente sottile e vi si ricava anche il fresco di lana.