Colpisce anche le melanzane e i peperoni e tutte le piante della famiglia delle Solanacee ma si chiama Tignola del pomodoro perché proprio contro quest’ultimo è particolarmente “cattiva” e crea dei danni che sono ingenti, soprattutto per chi vive di coltivazione. Anche nel proprio orticello casalingo, è comunque scocciante che arrivi questo lepidottero a nutrirsi del nostro futuro raccolto prima di noi. Andiamo assieme a scoprire cosa combina questo animaletto, che danno provoca ma soprattutto come possiamo prevenire e in parte smascherare i suoi attacchi prima che comprometta tutto.
Tignola del pomodoro o Tuta absoluta: che cosa è
Si tratta di un lepidottero, come annunciato, che depone delle uova di forma cilindrica, color giallo ma molto molto piccole tanto che ad occhio nudo è difficile stanarle se non le si va a cercare. Possono essere di mezzo millimetro, figuriamoci! Nel momento in cui queste uova si schiudono, la larva è pronta per esordire nel mondo e di solito lo è quando è lunga quasi un millimetro. Sono di colore chiaro ma a ben guardare portano una caratteristica striscia di scura vicino alla testa.
Dobbiamo aspettare ancora alcune settimane per vederla trasformata in crisalide. In questa fase il colore prevalente è il verde e tutte le sfumature tra il verde e il marrone. Inizialmente la crisalide è lunga 4 millimetri ma quando diventa farfallina, arriva anche a 10 mm e assume una forma più gradevole, se poi gradevole può essere definito un lepidottero che ci rovina i pomodori coltivati. La farfallina ha le ali di colore grigio con delle sfumature argentee e delle macchie scure, quasi nere, sulle ali anteriori. Dal capo, invece, spuntano delle antenne filiformi,
In tutto questo ciclo di vita che abbiamo appena descritto, può durare anche una sessantina di giorni come anche solo poco più di un paio di settimane, poi ricomincia da capo perché appena le farfalle prendono il volo possono iniziare a deporre di nuovo le loro minuscole uova e dare vita ad una nuova generazione. Durante la bella stagione se fate un po’ i conti potere notare che sono numerose le generazioni di Tignola del pomodoro che si susseguono e da cui dobbiamo difenderci. Se non interveniamo per tenere sotto controllo la situazione, possono scatenare una vera e propria catastrofe. Ci sono dei casi, documentati, in cui i lepidotteri hanno danneggiato definitivamente anche il 70% del raccolto di pomodori e similmente potrebbero fare per le altre Solinacee.
Buchi nei pomodori: i danni della tignola
Finora abbiamo parlato di danni senza spiegare cosa davvero combina questo lepidottero. Sono svariati, a dire il vero, e non tutti ancora noti agli esperti. Certamente se troviamo delle gallerie all’interno delle stesse foglie di pomodoro, ci sono loro di mezzo perché scavano delle mine al loro interno, solitamente serpentiformi e man mano prendendo sempre più spazio fino a distruggere definitivamente la foglia e ridurla in scheletro.
La Tignola del pomodoro se la prende anche con l’apice dei fusti delle piantine in cui già le larve riescono a penetrare, iniziando dall’ascella delle foglie. Una volta all’interno, cominciano come per le foglie a scavare le loro gallerie per raggiungere il fusto stesso e provocare così la morte della parte superiore dei rami.
E i buchi nei pomodori? Ci stiamo arrivando. Sì questa tignola si mangia anche i pomodori stessi sempre con il suo stile. Le larve per nutrirsi ed evolvere si fanno delle belle scorpacciate di pomodoro come di melanzane e peperoni, scavano delle gallerie iniziando a penetrare nel frutto dal peduncolo e guadagnando terreno. Può capitare che anche più larve decidano di “addentare” lo stesso pomodoro fino a farlo cadere a terra e distruggendolo.
I pericoli per le piante legati alla Tignola non sono finiti. Quando una pianta è sotto attacco c’è anche il rischio che si verifichi una infezione fungina. Questo accade perché le parti colpite dall’attacco delle larve si indeboliscono e possono sviluppare colonie di funghi e batteri.
Tignola o verme del pomodoro: rimedi naturali
Il primo rimedio è evitare che la Tignola attacchi, quindi prevenire. Questo lo si può fare evitando che le nostre piante richiamino il lepidottero convincendolo a deporre le uova proprio lì ovvero lavorando il terreno per disinfestarlo sia prima della semina che del trapianto, a seconda di come stiamo operando. Questo significa eliminare le crisalidi meccanicamente, prima che diventino farfalle e depongano altre uova,
E se l’attacco è già in corso quando ce ne accorgiamo? In questo caso meglio isolare le piante colpite e distruggerle e allo stesso tempo dobbiamo proteggere quelle sane con reti anti insetto in modo che non restino contagiate. Le piante malate non devono servirci per fare il compost perché potrebbero restare pericolose per la nostra coltivazione, vanno invece bruciate o portate in zone di raccolta dei residui vegetali.
Una buona soluzione potrebbe essere anche usare un insetticida a base di piretro naturale e quindi approvato dalle linee guida dell’agricoltura biologica. Lo si trova in forma liquida e va diluito in acqua (20 ml ogni 10 litri), prima di essere applicato sulle piante colpite dalla Tignola, meglio se di sera o di prima mattina e facendo in modo di passare tutta la pianta con questa sostanza, soprattutto la pagina inferiore delle foglie. Ogni 7 giorni si deve ripetere il trattamento, sempre ben protetti con guanti e maschera.
Tignola del pomodoro: come eliminarla con insetticidi
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