Tetrapak: raccolta differenziata
Tetrapak e raccolta differenziata: non è stato subito amore, causa la triplice composizione del primo, ma oggi sembra non andare male. Lanciati sul mercato dall’omonima azienda svedese per il trasporto e la conservazione del latte, i contenitori in Tetrapak sono poi risultati utili e molto pratici per confezionare tanti altri prodotti liquidi.
Una volta svuotati, però, spesso si presentava l’enigma: e ora questo dove lo butto? Per chi fa la raccolta differenziata, era un problema e i meno tenaci, rischiavano di rinunciare a dare una seconda vita a questo materiale. I contenitori in Tetrapak cono un felice trio di materiali che singolarmente hanno diverse destinazioni nella raccolta differenziata: c’è uno strato di carta che è rivestito esternamente da materiale plastico ed internamente da alluminio.
Dubbi giustificati, quindi, quelli del differenziatore di pattume indeciso. Dubbi che vanno cancellati, perché se pensiamo che solo in Italia nel lontano e meno “consumone” 2003, sono stati utilizzati oltre 5 miliardi di imballaggi destinati alla conservazione degli alimenti, risulta chiaro che la raccolta differenziata del Tetrapak è un passo importante.
Tetrapak: composizione
I contenitori Tetrapak sono utilizzati per la conservazione sia di alimenti freschi, che necessitano quindi di refrigerazione, sia di alimenti a lunga conservazione. Per i primi, che devono essere conservati refrigerati, i contenitori Tetrapak sono composti da carta e polietilene ma quelli per la conservazione dei prodotti a lunga conservazione c’è un poliaccoppiato composto da carta (74%), polietilene (21%) e alluminio (5%).
La carta serve per dare forza e rigidità, il polietilene invece trattiene i liquidi e “difende” dai microrganismi, mentre l‘alluminio protegge una volta per tutte contro aria, luce e batteri, nemici del contenuto che potrebbe uscire deteriorato da un loro attacco.
La carta del Tetrapak è realizzata utilizzando legno e cellulosa provenienti da foreste gestite secondo criteri di sostenibilità ambientale, la catena green sulla carta prosegue con lavorazioni a caldo che non richiedono poi l’impiego di collanti chimici per il confezionamento dei contenitori finali.
La carta viene poi unita ad un foglio di alluminio e ad un sottile strato di polietilene, anche impermeabilizzanti, ed ecco tutto pronto per accogliere i prodotti, conservarli e custodirli durante il trasporto e la distribuzione fino alle nostre case. La raccolta differenziata è la prossima tappa del loro viaggio.
Tetrapak: raccolta differenziata
Finito di consumare il prodotto contenuto nel Tetrapak, è necessario buttarlo nel posto giusto in modo che avvenga la separazione meccanica delle parti che li compongono. Ci sono dei centri apposta che la effettuano, poi la carta viene riciclata come carta, mentre polietilene/alluminio vanno nel ciclo di rigenerazione della plastica. Se ne ricava cartafrutta e ecoallene.
La cartafrutta, è una carta molto utilizzata per la produzione di shopper e di cancelleria mentre l’ecoallene verrà impiegato nell’edilizia, nel promotional ed in bigiotteria. Si tratta di un materiale plastico composto da polietilene e da una piccola percentuale di alluminio e ha il pregio di essere stampabile.
La raccolta differenziata di Tetrapak ha modalità che di Comune in Comune possono variare: chi lo vuole con la carta, chi con la plastica, chi altrove. Per non tirare a indovinare, meglio affidarsi alla utilissima mappa interattiva messa a disposizione dal sito web TiRiciclo.it e cercando il Comune dove buttarlo. Che sia il nostro o dove stiamo trascorrendo le vacanze: la raccolta differenziata non fa le ferie.
Ovunque siamo noi e ovunque dovremo gettare il Tetrapak, i contenitori di questo materiale devono essere prima sciacquati e schiacciati in modo che non ci sia alcun residuo alimentare. Inoltre, se il regolamento della raccolta differenziata lo vuole nella carta, è consigliato togliere il tappo e le varie parti in plastica che eventualmente sono annesse al “puro” tetrapak e sono destinate al cassonetto dei rifiuti appropriato.
Tetrapak: differenziata Milano
Da gennaio 2010 Milano, assieme ad alcuni Comuni dell’hinterland, ricicla questo materiale grazie a Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica), Tetrapak e Amsa. Questa città ha scelto la via della carta per i contenitori di questo materiale svedese, quindi i cartoni di Tetrapak finiscono nel cassonetto bianco assieme a giornali e riviste, a varie confezioni di cartone per alimenti o oggetti vari e ai cartoni pizza. Amsa fornisce il numero verde 800332299 a cui chiedere delucidazioni in caso di dubbi.
Tetrapak: differenziata Roma
Anche la capitale è impegnata nella raccolta differenziata di Tetrapak e sempre con la carta lo vuole, assieme a carta, cartone e cartoncino (scatole, buste, ecc.) , fogli, giornali, riviste, quaderni non plastificati, depliant, volantini, manifesti non plastificati. Ci sono gli appositi cassonetti e il Tetrapak assieme agli altri compagni di raccolta differenziata va gettato lì per poi diventare carta e altro.
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Pubblicato da Marta Abbà il 29 Gennaio 2016