Esistono diverse tipologie di terreno che si caratterizzano per struttura piuttosto che per quantità di nutrienti o pH; così abbiamo terreni argillosi, limosi e sabbiosi. Qual’è il terreno più adatto alla coltivazione dell’orto?
Come ogni buon agricoltore biologico sicuramente saprà, ortaggi, frutta e verdura, per crescere bene, hanno bisogno di un terreno sano. Un acro di terreno può contenere fino a 40 tonnellate di vita, elementi preziosi per stabilizzare e rendere un terreno fertile.
Come si fa a riconoscere un terreno fertile?
La storia di un terreno ce la raccontano i suoi abitanti nativi (soprattutto vermi e funghi), la sua struttura e il suo colore. In generale, quando un terreno è molto scuro, è ricco di materia organica così, per testare la sua fertilità vi basterà tirare fuori una pianta con radici (sradicare) e, osservando l’apparato radicale si noterà che è ben distribuito ed esteso.
Sradicando la pianta il terreno si dovrebbe sgretolare e non restare ancorato alle radici mediante zolle dure. Prima di effettuare questa ispezione con lo sradicamento di una pianta, al terreno dovrà essere somministrata un po’ d’acqua.
Se sradicando una pianta il terreno si presenta in zolle dure e/o le radici sono rachitiche, di sicuro la qualità del suolo dovrà essere migliorata. Gli interventi al suolo possono essere effettuati con l’aggiunta di torba e/o compost ben decomposto.
Ecco alcune indicazioni per rendere il terreno più fertile:
- Con la vanga e affondate sul terreno, rivoltando la terra man mano fino ad arrivare a una profondità di almeno 20 centimetri
- Eliminate man mano tutte le radici di piante infestanti che tolgono spazio e sostanze nutritive alle vostre piante e i sassi
- Fatto ciò, sgretolate la terra con il piccone poi versate il concime e con il rastrello mescolatelo al terreno
- Prima di seminare attendete almeno un paio di mesi, il tempo che la terra si amalgami per bene con il concime.