Il terreno calcareo è una tipologia di terreno contraddistinta da specifiche caratteristiche. Ma quali sono? Come si può riconoscere un terreno calcareo dalle altre tipologie?
Cerchiamo di comprenderlo in questa breve guida, nella quale condivideremo alcune riflessioni sul terreno calcareo e sulle sue specificità principali.
Cosa sono i terreni calcarei
I terreni calcarei sono terreni che hanno più del 15% di CaCO3 (carbonato di calcio) nel terreno, presentandosi sotto varie forme (polvere, croste, ecc…). I terreni con elevato CaCO3 appartengono ai gruppi calcici di terreni, e sono relativamente diffusi nelle zone più secche della Terra.
Quale è la produttività dei terreni calcarei
La produttività potenziale dei terreni calcarei è elevata, dove è possibile fornire acqua e sostanze nutritive adeguate.
L’elevata saturazione di calcio tende a mantenere i terreni calcarei in forma ben aggregata e in buone condizioni, ma dove i terreni contengono il c.d. orizzonte petricalcico, impenetrabile, devono essere preventivamente arati in profondità al fine di “rompere” questo livello superficiale.
A quanto sopra dovrebbe seguire la realizzazione di un efficiente sistema di drenaggio. L’irrigazione a solco è migliore dell’irrigazione a bacino su terreni calcarei particolarmente spessi. Su terreni ondulati, l’irrigazione l’irrigazione a pioggia può invece costituire una opzione migliore. Si può anche praticare l’irrigazione a goccia, tra le principali alternative.
Ricordiamo anche che i terreni calcarei hanno generalmente un basso contenuto di materia organica e mancano di azoto. Il concime azotato può essere applicato in qualsiasi momento, da poco prima dell’impianto fino al momento in cui la pianta è ben consolidata.
L’applicazione di azoto attraverso l’applicazione laterale alla coltura in crescita è un modo efficiente di aggiungere un contenuto azotato. Il trattamento deve comunque essere esercitato in modo da non applicare l’azoto vicino al seme, in quanto può impedire la germinazione. Le fonti di azoto e di urea ammoniacale non devono poi ssere lasciate sulla superficie dei terreni calcarei, in quanto possono verificarsi notevoli perdite di ammoniaca per volatilizzazione, che devono invece essere incorporate nel terreno.
Come riconoscere un terreno calcareo
Come abbiamo precisato non troppe righe fa, un terreno può definirsi calcareo se contiene carbonato di calcio nella misura del 15%, o superiore.
Dovrebbe essere già intuibile, a questo punto, che la presenza di calcare influisce negativamente sulla presenza di molti elementi nutritivi, come per esempio il potassio e il magnesio. Non solo: la presenza del calcare nel terreno condiziona le sue caratteristiche fisiche, che permettono ad esempio la circolazione di aria e acqua.
Ma come si può riconoscere un terreno calcareo in maniera semplice e immediata?
Sebbene sia opportuno effettuare un’analisi chimica per poter accertare i componenti del terreno, si può comunque ricordare che in genere il terreno calcareo:
- non è particolarmente fertile, ma è indicato per l’impianto di oliveti e di vigneti;
- crea in superficie una sorta di crosta, che ostacola la penetrazione dell’acqua e dell’aria, rendendo così molto più complicata la germinazione dei semi (di qui, la necessità di una attenta aratura);
- ha una minore capacità di trattenere l’acqua.
Chiarito quanto sopra, la verifica di un terreno calcareo si può fare attraverso l’utilizzo di sostanze comuni.
Chi volesse accertare tale condizione può dunque, ad esempio, prelevare da alcune zone diverse del terreno (almeno 4) due cucchiai di terreno, mescolando poi il tutto per far asciugare all’aria e mettere il composto in un bicchiere.
Fatto ciò, sarà sufficiente aggiungere alcune gocce di una sostanza reagente nel bicchiere con il terreno, come ad esempio dell’acido muriatico, dell’aceto puro, del succo di limone.
Bisognerà quindi verificare se si crea o meno un’effervescenza. Se l’effervescenza risulta essere particolarmente accentuata, allora il terreno sarà tendenzialmente calcareo. Se invece l’effervescenza è assente o tarda ad arrivare, il terreno dovrebbe avere poco calcare.
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Terreno acido o calcareo?
Saper distinguere correttamente un terreno calcareo da un terreno acido, è fondamentale per poter incrementare le opportunità di sopravvivenza di una pianta.
Basti considerare, ad esempio, che un terreno calcareo è generalmente adatto alle piante “calcicole”, mentre le piante che non gradiscono un terreno calcareo sono generalmente definite piante “acidofile”. Esistono di fatti delle specie che, ricevendo dell’acqua arricchita con calcio o concimi calcarei come quelli che potrebbero essere presenti nel terreno, potrebbero subire dei danni significativi.
Più nel dettaglio, nel momento in cui una pianta acidofila viene interrata in un terreno ricco di calcare, si va incontro alla c.d. “clorosi ferrica”, che si manifesta principalmente mediante una decolorazione delle foglie particolarmente accentuata.
Inoltre, la fioritura e la fruttificazione, quando avvengono, sono tendenzialmente molto scarse. E anche la vegetazione presente su un terreno calcareo può risultare particolarmente stentata, a causa della presenza di un calcare che fa sì che diversi minerali, in conseguenza di reazioni chimiche elaborate, rimangano insolubizzati, e di conseguenza non sono assorbibili dalle piante.
Ricordiamo come tra le piante acidofile, e dunque soggette a potenziale clorosi ferrica, siano soggette specie come gli agrumi, le gardenie o le mimose. Tra le piante calcicole, invece, ovvero quelle che gradiscono un terreno calcareo, ci sono il gelso, il noce, il ciliegio, le tamerici, il larice, il cipresso, il leccio, l’olivo, il melograno, il bosso, il nespolo giapponese.