Terreno argilloso: che fare?
Il terreno argilloso è in genere fertile, ma difficile da coltivare. Ciò dipende dalla dimensione finissima delle particelle che lo compongono rendendolo poco ossigenato e ancora meno drenato. Per riconoscere un suolo di questo tipo comprimete un po’ di terra fra indice e police di una mano: se mantiene la stessa forma come se fosse plastilina si tratta sicuramente di un terreno argilloso.
Terreno argilloso: che fare?
Il terreno argilloso è difficile da coltivare perché, pur essendo come dicevamo fertile e buon trattenitore per l’acqua, quando si asciuga sotto il sole estivo diventa molto duro, si fessura profondamente e perde l’umidità (che di solito conserva abbastanza bene) anche negli strati più profondi.
Per rendere accogliente per le piante un giardino caratterizzato da terreno argilloso serve ammendarlo, cioè correggere la composizione del suolo aggiungendo altro terreno di tipo diverso. Il che non è semplice perché nel caso del terreno argilloso sono necessarie di solito grandi quantità di materiale organico e sabbia.
La sabbia serve per migliorare il drenaggio, mentre l’apporto di materiale organico ricco di fibre impedisce l’eccessiva coesione delle particelle e la formazione di blocchi duri (come mattoni d’argilla). Come sostanza organica per correggere un terreno argilloso vanno bene compost, foglie secche, concime stallatico ben stagionato e torba.
Il terreno argilloso è caratteristico di molte zone d’Italia, ma quasi sempre i contadini riescono a trasformarlo in un ottimo terreno fertile di medio impasto con una giusta letamazione autunnale e un uso agricolo corrette (che comprende anche periodiche annate di riposo).
L’opposto del terreno argilloso è il terreno sabbioso, che non ha nessuna coesione e dove l’acqua non si ferma mai, lasciando spesso all’asciutto le radici. In questo caso l’intervento ammendante consiste nell’aggiunta di solo materiale organic, per esempio stallatico e compost.
Dopo le caratteristiche fisiche (terreno argilloso, sabbioso, limoso, torboso, umifero) del terreno va valutato il pH, anch’esso eventualmente ‘ammendabile’ con interventi di ‘gessatura’ (se troppo alcalino) o di ‘calcitazione’ se troppo acido. Un terreno può essere:
- neutro (pH compreso fra 6,8 e 7,3);
- subacido (6-6,8);
- acido (5-6);
- fortemente acido (meno di 5);
- debolmente alcalino (7,3-8);
- alcalino (8-8,5);
- fortemente alcalino (più di 8,5).
Per misurare il pH del terreno con un sistema più semplice e quasi sempre più preciso delle vecchie cartine tornasole potete usare questo Misuratore analogico di pH del terreno
Pubblicato da Michele Ciceri il 15 Aprile 2015