Terremoto in Emilia, c’è chi si oppone al fondo di solidarietà
E’ stato bloccato il fondo di solidarietà destinato al risanamento economico e territoriale delle zone terremotate di Emilia, Lombardia e Veneto. A opporsi all’erogazione del fondo sono stati alcuni Paesi dell’Unione europea. Il fondo di solidarietà per queste zone terremotate del Nord Italia ammontava a 670 milioni di euro.
I governi che si sono opposti sono cinque: Olanda, Germania, Finalndia, Svezia e Gran Bretagna. Dal Consiglio di Economia e Finanza dell’Ue è arrivata la notizia: i fondi europei destinati alla ricostruzione delle zone terremotate sono stati bloccati.
Per il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, l’Europa manca di un’anima fatta di “solidarietà e di coesione” ma le reazioni in Italia sono state anche più dure: Lorenzo Fontana definisce il fatto «un tradimento dei valori di solidarietà dell’Unione europea».
Il sisma ha provocado danni enormi, Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, spera in notizie migliori. In fondo quello attuato durante il Consiglio di Economia e Finanza dell’Ue è solo un blocco e stando ai fatti, sembra essere dettato da questioni di bilancio: i cinque Paesi non sono contrari a sostenere l’Italia ma solo al pagamento mediante i fondi del bilancio 2012. Gran Bretagna, Olanda, Finlandia, Svezia e Germania si sono opposti a due rettifiche per il bilancio Ue.
In ogni caso, l’Italia mirava ad accorciare le tempistiche, i danni causati dal terremoto sono devastanti e bisogna correre ai ripari al più presto, il blocco causato da questi Paesi non fa altro che rallentare il risanamento delle aree terremotate e la rinascita dell’economia italiana. Il colpo più duro, probabilmente, sarà accusato dal settore agricolo.
Tra le reazioni più estreme vediamo quella di mara Bizzotto, come si legge in una notizia di EP24: «Se dovesse essere confermato il blocco dei fondi a causa di questi 5 paesi, assicuro che attuerò ogni possibile forma di ostruzionismo e rallentamento al Parlamento Europeo su ogni provvedimento che assegnerà soldi a questi Paesi. E spero che così facciano anche tutti gli eurodeputati italiani».
Francesca Balzani, relatrice del Parlamento europeo per il bilancio correttivo 2012 e David Sassoli, in una nota congiunta chiariscono che «quanto accaduto oggi è gravissimo. Il Fondo europeo di solidarietà per le calamità naturali non rientra nel bilancio dell’Unione e dunque i soldi vanno dati senza se né ma. Per questo come Parlamento europeo, nel rispetto delle prerogative conferite dal Trattato di Lisbona, non discuteremo di bilancio 2013 fino a che non sarà dato il via libera da parte del Consiglio ai fondi per il terremoto».
Pubblicato da Anna De Simone il 9 Novembre 2012