Terremoto Emilia e fondo di solidarietà

La terra trema, questa volta la vittima è l’Emilia Romagna con una scossa di terremoto poco meno forte di quella che il 6 aprile 2009 distrusse L’Aquila. I terremoti distruggono case, città e portano via vite umane, colpiscono indistintamente causando danni ingenti all’economia locale.

In Emilia a essere colpito è anche il settore agroalimentare che rappresenta una delle attività principali del territorio. A farlo presente al Parlamento europeo è Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale che in una nota, mentre si attendono le stime ufficiali delle perdite dai primi sopralluoghi, riporta: «si evincono perdite significative per gli allevamenti e per le produzioni di qualità come i prodotti lattiero caseari le cui strutture produttive e di magazzinaggio sembrerebbero gravemente compromesse. A essere colpiti e fortemente danneggiati, quindi, sono stati sia i prodotti sia gli assetti strutturali»

La vicenda sarà sottoposta all’attenzione del Parlamento europeo così da avviare, come si fece per l’Abruzzo, tutte le iniziative urgenti atte a valutare la possibilità di ottenere risarcimenti. Non c’è tempo da perdere per le richieste di finanziamenti a sostegno delle popolazioni terremotate, ad pensarla così è l’eurodeputato Andrea Zanoni che invita le autorità italiane a rivolgersi subito a Bruxelles «che mette a disposizione il Fondo di solidarietà dell’Unione europea per i disastri naturali».

La prassi vuole che il paese colpito, presenti la domanda d’intervento alla Commissione, entro e non oltre le dieci settimane dalla data in cui si verifica il primo danno. E’ per questo che le autorità italiane devono attivarsi per effettuare i primi sopralluoghi e le stime precide dei danni.

Calcolare l’impatto del terremoto sulla popolazione e sull’economia così da fornire alla Commissione tutte le informazioni sul costo degli interventi programmati. In tal modo le autorità potranno accedere al fondo.

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