La termografia su pannelli solari serve per individuare i cosiddetti hot spot, i “punti caldi” che sono il sintomo più plateale di un malfunzionamento del pannello fotovoltaico.
- Che cosa è la termografia?
Applicazione della termografia nel fotovoltaico
La termografia è un’analisi che vede l’impiego di termocamere sia in ambito dell’ediliza, sia nella manutenzione degli impianti fotovoltaici; particolari analisi termografiche sono diffuse anche in ambito medico.
Nel contesto fotovoltaico, grazie alle termocamere si va a indagare sulla presenza di un eventuale surriscaldamento dei pannelli fotovoltaici.
La termocamera è un dispositivo in grado di catturare “immagini termiche”, in parole più semplici possiamo descrivere la termocamera come una macchina fotografica dotata di particolari sensori in grado di rilevare la temperatura superficiale dei corpi e renderla leggibile in una mappa a colori di facile comprensione.
- Quando affidarsi alla termografia fotovoltaica?
Impianto fotovoltaico che produce poca energia
Se avete ipotizzato l’evenienza di un surriscaldamento dei pannelli fotovoltaici con la genesi dei cosiddetti hot spot, è il caso di intervenire con un analisi termografica. Di solito, la presenza dei “punti caldi” potrebbe farvi pensare di avere a che fare con moduli fotovoltaici difettosi quando in realtà il problema potrebbe anche essere legato a poche celle solari! In alcuni casi, il guasto di poche celle può causare un calo di produzione che può arrivare addirittura al 90%, e ora vedremo perché.
Di solito ci si affida all’analisi termografica quando l’impianto fotovoltaico ha una resa minore di quella garantita dal produttore. Grazie alla termografia su pannelli solari, sarà possibile individuare i moduli non funzionanti e provvedere alla sostituzione. Un’analisi termografica potrebbe essere molto utile soprattutto se l’impianto è ancora in garanzia così da provvedere al reso delle celle non più funzionanti e ottenerne la sostituzione gratuita.
- Il concetto di hot spot fotovoltaico
Cosa sono i punti caldi e come possono diminuire la resa dell’impianto
Vi abbiamo detto che è sufficiente eseguire una scansione dell’impianto fotovoltaico con una termocamera per individuare la presenza di hot spot ma non vi abbiamo ancora spiegato in dettaglio cosa sono i cosiddetti punti caldi. Per spiegare bene che cosa sono i punti caldi dobbiamo introdurre il concetto di NOCT fotovoltaioco.
NOCT è l’acronimo di Nominal Operating Celle Temperture, Temperatura Nominale di lavoro delle celle. Questo parametro, fornito dal costruttore, è tipicamente pari a 40-50 °C ma può arrivare a 60°C per gli impinati fotovoltaico in vetrocamera.
I pannelli solari funzionano meglio a temperature più basse, intorno ai 25°C. Temperature superiori riducono notevolmente il rendimento dell’impianto a causa del surriscaldamento dei moduli fotovoltaici. I punti caldi, o hot spot, rappresentano quelle celle difettose che si surriscaldano e che causano seri cali della produzione.
- Perché poche celle guaste possono determinare un notevole calo di produzione dell’impianto?
Perché la cella difettosa si comporta come un diodo polarizzato inversamente, così da innescare una sorta di reazione a catena che compromette la produzione di elettricità su tutte le altre celle collegate in serie.
Al momento dell’installazione di un impianto fotovoltaico, i tecnici predispongono dei diodi di by-pass sulla maggior parte dei pannelli fotovoltaici, così, se se ne guasta uno, gli altri continuano a produrre energia e il danno è limitato a un modulo; purtroppo nella pratica non sempre questo modello ideale vince, così un guasto a 3 celle può compromettere l’intero impianto.
Maggiori informazioni:
- Impianto fotovoltaico che non produce. Cosa fare?
- Perché il mio impianto fotovoltaico produce meno energia del dovuto?
Nella foto in alto, ispezione simultanea di diversi pannelli fotovoltaici con individuazione di un hot spot fotovoltaico con termocamera Fluke.