Teoria delle ombre in disegno tecnico
Teoria delle ombre, una teoria molto pratica, perché serve per disegnare oggetti in modo che sembrano il più reali possibili. E’ utile non solo in campo artistico, dove non è detto che la rappresentazione debba essere aderente a ciò che vediamo con i nostri occhi nel mondo, ma anche in campo architettonico progettuale. Pensiamo ai progetti di case e palazzi, di mobili e di interi quartieri: con la teoria delle ombre hanno tutto un altro aspetto. E meglio riescono a farci capire cosa saranno una volta realizzati.
La teoria delle ombre è parte della geometria descrittiva, serve per rappresentare i solidi con la loro ombra, quella che loro stessi producono rispetto ad alcune fonti di luce.
Teoria delle ombre e proiezioni ortogonali
Quando si vuole disegnare l’ombra prodotta da un solido è necessario nella pratica capire come il solido viene proiettato al suolo o su altre superfici. Lo si fa tracciando una stella di rette, nello spazio sarebbe un fascio di rette, tenendo conto della fonte di luce che produce l’ombra.
Se essa è puntiforme, una lampada, ad esempio, allora questa stella di rette ha centro in quel punto mentre se la luce è a distanza infinita come potrebbe essere inteso il sole, la stella di rette parallele viene definita dal corrispondente punto a infinito.
Nella teoria delle ombre non è previsto un solo tipo di ombra ma ne esistono diversi. Ad esempio si va a considerare se la sorgente che produce l’ombra è naturale o meno, nel primo caso si propende per delle proiezioni parallele, altrimenti per delle proiezioni centrali, nel caso la luce arrivasse da un punto preciso, lampadina, candela o faro che sia.
Teoria delle ombre in disegno tecnico
A scuola la teoria delle ombre è un argomento affrontato durante le lezioni di disegno tecnico, di solito, ed è una delle parti di programma più temute perché richiede una certa capacità di comprendere come funziona la luce. Richiede anche immaginazione, diciamo così, o astrazione, se più vi piace. Ciò che intendo è che ci si trova ad immaginare un cono o un cilindro o un cubo colpiti dal sole e certo avere una idea dell’ombra che esso lascia a terra, almeno orientativa, può essere utile per non affrontare alla cieca la teoria delle ombre.
Andando avanti con gli studi chi sceglie di diventare architetto, approfondisce questa materia andando a scandagliare anche i casi più complicati con solidi composti e quanto di più strambo si possa progettare. Si effettua sempre una classificazione dei metodi di proiezione e si vanno ad affrontare i problemi di incidenza, la corrispondenza biunivoca … ecc.
Una cosa deve essere chiara. La teoria delle ombre non ci dice come ombreggiare il nostro terrazzo, per questo servono delle nozioni anche di giardinaggio.
Teoria delle ombre: spiegazione
E’ difficile spiegare a parola una teoria di disegno ma proviamo cominciando con il tracciare l’ombra di un punto P su di un piano alfa. Essa può essere individuata trovando il punto d’intersezione del raggio luminoso che passa per il punto P e poi impatta su alfa, se invece si ha una retta r che fa ombra su un piano alfa, allora si va a cercare la retta d’intersezione del piano di luce λ passante per la retta r con il piano che riceve l’ombra alfa.
Se r è verticale e il piano alfa orizzontale, l’ombra coincide con la prima proiezione del raggio luminoso. Sulle rette ci sono una serie di casi “standard” che possiamo esplorare e che possono essere una prima spiegazione di ciò che la teoria delle ombre rappresenta nel concreto, matita alla mano. Se r è parallela ad alfa, la sua ombra è parallela ad essa, ad esempio, se invece la retta è appoggiata al piano, ovviamente, l’ombra coincide con la retta stessa.
n generale, anche in casi più complessi, per trovare l’ombra di una retta su un piano serve identificare l’ombra di due punti che le appartengono e questo è un suggerimento prezioso perché come ci suggerisce la geometria euclidea, per due punti passa una sola retta. La nostra ombra!
Teoria delle ombre per solidi
Quando si tratta di applicare la teoria delle ombre le cose diventano più complesse ma anche più affascinanti e utili. L’ombra di una retta a pochi interessa ma quella di un solido è molto importante per suggerire la profondità spaziale, per rendere l’idea di una terza dimensione esistente “oltre” il piano del foglio. Questa tridimensionalità serve spesso per essere più efficaci nell’indicare la posizione spaziale dell’oggetto.
A maggior ragione il disegno delle ombre deve essere costruito correttamente definendo la direzione di provenienza dei raggi luminosi, di solito tutti paralleli tra loro da fonte a distanza infinita perché ragioniamo come fosse l’ombra del sole. La direzione dei raggi luminosi ha una inclinazione di 45° rispetto al piano orizzontale e si comincia così a trovare le ombre degli spigoli più importanti del solido in oggetto. Fatto questo, siamo già a buon punto.
Teoria delle ombre: libro
Non consiglio un libro “tecnico” sulla teoria delle ombre, ce ne sono molti e sapete dove trovarli. Preferisco fare un passo indietro e guardare all’arte e a chi la ama, e a chi la fa amare, teoria delle ombre compresa. Da leggere, quindi, è secondo me “Arte come mestiere” del geniale Bruno Munari che illustra anche questo bel volume in vendita su Amazon a 10 euro. Se vi sembra troppo difficile la teoria delle ombre, pensate a quanto non lo possa essere la Teoria delle Stringhe.
A proposito di Teorie, avete mai sentito parlare di Teoria dei Giochi ?
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Aprile 2018