Tecniche del negazionismo climatico
“Tecniche del negazionismo climatico” è il nuovo articolo frutto della collaborazione tra l’Area Valorizzazione e Impatto della Ricerca e Public Engagement – Agorà Scienza – e dal Green Office UniToGO dell’Università di Torino con la IdeeGreen S.r.l. Società Benefit.
L’articolo riprende i testi del prof. Bagliani e del dott. Tommaso Orusa pubblicati nell’opera “Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico”, la seconda edizione della guida linguistica e scientifica per orientarsi nelle più urgenti questioni relative al riscaldamento globale, curata dall’Area e dal Green Office.
La versione gratuita di Lessico e Nuvole, sotto forma di file in formato .pdf, è scaricabile dalla piattaforma zenodo.org.
La versione cartacea e l’eBook sono acquistabili online sulle seguenti piattaforme di distribuzione:
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– Mondadori (anche con Carta del Docente e 18app)
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Tutto il ricavato delle versioni a pagamento sarà utilizzato dall’Università di Torino per finanziare progetti di ricerca e di public engagement sui temi dei cambiamenti climatici e della sostenibilità.
Tecniche del negazionismo climatico: 5 esempi
Le tecniche del negazionismo sono molto variegate e, a titolo di esempio, ne illustriamo qui 5 tra quelle più utilizzate.
Il meccanismo della negazione psicologica (si veda il relativo lemma del Lessico per un approfondimento) parte da un’alterazione od omissione di elementi fondamentali utili alla reale e oggettiva comprensione della realtà. Vengono infatti usati argomentazioni e ragionamenti fuorvianti per convincere gli altri che un fatto scientificamente o storicamente accertato sia in realtà falso o discutibile.
Un’argomentazione logica raggiunge conclusioni vere partendo da premesse certe. Invece, si può giungere a conclusioni errate o quando le premesse non danno il necessario supporto al ragionamento logico, oppure è il ragionamento “logico” stesso a essere viziato, pur partendo da premesse del tutto vere. Esiste una grande varietà di errori di ragionamento che puntano a confutare ciò che invece le evidenze non consentirebbero. Qui di seguito vengono illustrati alcuni dei casi più diffusi.
Falso indizio
Falso indizio: è un’argomentazione basata su informazioni non pertinenti.
Ad esempio affermare che la CO2 non può essere dannosa perché è presente in atmosfera solo in concentrazione molto bassa. Come se, per fare un paragone, pochi grammi di sostanza altamente radioattiva non avessero effetti nocivi sulla salute di un individuo.
Travisamento
Travisamento: è un eccesso di semplificazione per distorcere la scienza o le argomentazioni dei propri avversari.
Ad esempio si ribatte con una versione esagerata ed estremizzata di ciò che dicono gli avversari per far sembrare le loro teorie ingenue o errate (“fallacia dello spaventapasseri”).
Nel caso dei cambiamenti climatici una comune fallacia si verifica con una eccessiva semplificazione di evidenze climatologiche scientificamente dimostrate.
Ad esempio l’affermazione dell’IPCC che «la temperatura media superficiale si sta alzando» viene semplificata nella seguente affermazione: «fa sempre più caldo», che sembra simile, ma in realtà è errata ed è facilmente confutabile, nel caso si assista, in qualche regione, a un periodo più freddo.
Giungere alle conclusioni
Giungere alle conclusioni: in questi casi vengono ignorati passaggi fondamentali di un ragionamento logico, per “dimostrare” ciò si vuole.
Ad esempio si sostiene che essendo il clima del passato cambiato per cause naturali, allora anche i cambiamenti attuali non possono essere di origine antropica.
Falsa dicotomia
Falsa dicotomia: consiste nel proporre due alternative nette e precise come se fossero le uniche possibilità in campo.
Ad esempio si sostiene che le spese a difesa del clima devono essere meglio impiegate per contrastare altri più gravi problemi, come la povertà e la fame nel mondo. In realtà gli impatti del cambiamento climatico graveranno soprattutto sulle fasce più povere e deboli e quindi le politiche di mitigazione e di adattamento non sono in contrasto con la riduzione della povertà e della fame nel mondo ma l’aiutano.
Minoranza amplificata
Minoranza amplificata: il negazionismo è spesso aiutato da questa dinamica. Nel caso del cambiamento climatico questo fenomeno è purtroppo presente in modo palese: da un lato vi è l’intera comunità scientifica, rappresentata dall’IPCC, dalle migliaia di scienziati che collaborano e dalle decine di migliaia di articoli referati, il cui contenuto è stato raccolto e riassunto nel Quinto Rapporto e dall’altra parte poche persone, senza pubblicazioni sottoposte a referaggio (ovvero alla peer review da parte di altri scienziati), che negano i cambiamenti climatici.
Eppure nei mass media, quando si parla di cambiamenti climatici, molto spesso vengono intervistati, in nome di una par condicio dell’informazione, un esponente per ogni schieramento, distorcendo completamente la proporzione tra la totalità unanime della comunità scientifica e una minoranza numericamente molto esigua.
prof. Marco Bagliani, Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” – Università di Torino; referente Coordinamento Cambiamenti Climatici Green Office dell’Università di Torino; Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità–IRIS
dott. Tommaso Orusa, Gruppo Energia e Coordinamento Cambiamenti Climatici UniTo Green Office UniToGO; Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – Università di Torino
Fonte immagine di apertura: Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico a scuola, scaricabile gratuitamente su Zenodo.org
Bibliografia
– Latini Gianni, Bagliani Marco, & Orusa Tommaso. (2020). Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico – II ed., Università di Torino. Zenodo. http://doi.org/10.5281/zenodo.4276945
– Erviti, M. Carmen, Mónica Codina, and Bienvenido León. “Pro-science, anti-science and neutral science in online videos on climate change, vaccines and nanotechnology.” Media and Communication 8.2 (2020): 329-338.
– Hohenberger, Annette. “Cognitive science and the controversy of anthropogenic climate change.” Controversies and Interdisciplinarity: Beyond disciplinary fragmentation for a new knowledge model 16 (2020): 75.
– John Perry 1981, Energy and Climate: Today’s problem, Not Tomorrow’s Climate Change 3: 223-225.
– Paliewicz, Nicholas S., and George F. McHendry, Jr. “Post-dialectics and fascistic argumentation in the global climate change debate.” Argumentation and Advocacy (2020): 1-18.
– Ross Gelbspan, Boiling Point, 51-52 and Heat is On, Appendix, A Scientific Critique of Greenhouse Skeptics.
– Yale Project on Climate Change/ Gallup / Clear Vision Institute, 2007