Tecarterapia: come funziona e a cosa serve
Tecarterapia, una pratica che può cambiare le sorti di chi sta facendo fisioterapia o riabilitazione. Si basa su una tecnologia ad hoc, studiata e piuttosto innovativa, che permette di riprendere la normale funzionalità e di recuperare l’uso di arti e articolazioni in tempi soddisfacenti. I primi risultati si possono spesso riscontrare già dopo la prima applicazione di tecarterapia, e man mano i miglioramenti proseguono.
Tecarterapia: come funziona
Il sistema su cui si basa questa terapia si chiama Tecar®, un termine che può sembrare criptico e un po’ da marziani ma che vuole fare riferimento al processo di trasferimento energetico capacitivo e resistivo. Per effettuare la tecarterapia è necessario usare un macchinario apposito, in grado di generare un campo magnetico ad alta frequenza. Una volta collegato ad una piastra magnetica, il fisioterapista può usare questo campo per trattare la zona dolorante o da rimettere in sesto.
Tecarterapia: a che cosa serve
Non è una bacchetta magica, una seduta con il Tecar, ma spesso questo strumento viene affiancato a ciò che il fisioterapista sta già facendo, con ottimi risultati. Ad oggi si possono riscontrare dei progressi che lo specialista, da solo, non riuscirebbe ad ottenere, mentre integrando alla propria attività, la tecarterapia, sì’.
Questo trattamento viene indicato soprattutto per patologie di tipo articolare, osteoarticolare e muscolare, acute e croniche, in particolare per lesioni ai muscoli, tendini e legamenti, per stiramenti e strappi muscolari, oppure in caso di distorsioni. Anche le tendiniti e gli edemi possono essere trattati con la tecarterapia, lo stesso vale per borsiti e traumi vari, lombalgie e lombosciatalgie, se non anche lesioni del menisco.
Tecarterapia: apparecchio
Munirsi di un apparecchio per fare la tecarterapia in casa propria può essere una buona idea se si ha la certezza di averne bisogno a lungo, perché effettivamente non costa poco. Un buon modello può superare abbondantemente i 1.00 euro, questo ad uso professionale per sportivi costa 1900.
Se si decide di munirsi di un apparecchio per la tecaterapia, meglio fare scorte anche di crema, una confezione da 1000 mL può costare attorno ai 34 euro, è acquistabile anche su Amazon.
Tecarterapia al ginocchio
Uno dei campi di applicazioni più frequenti della tecarterapia, è quello che riguarda il trattamento delle articolazioni tra cui il ginocchio è una di quelle che presenta maggiori problemi da risolvere. Per gli anziani, per gli sportivi, per chi ha delle lesioni e dei traumi.
Le patologie più frequenti a carico del ginocchio sono l’artrosi, le lesioni al legamento crociato, le meniscopatie, le lesioni al collateriale mediale o al collaterale laterale, la tendinite femoro rotulea, la sindrome della zampa d’oca. Questo tipo di trattamento si mostra di alta efficacia, da subito, e da sollievo e speranze a chi non vede l’ora di tornare ad usare il proprio ginocchio al 100%.
L’effetto termico che l’apparecchio ha sulla zona trattata riesce a penetrare in profondità nell’articolazione, mira a tendini e legamenti e stimola il tessuto grazie ad un afflusso supplementare di sangue. La guarigione non può che avvenire nel minor tempo possibile se la tecarterapia viene associata ad una buona fisioterapia e il recupero totale, o massimo, è dietro l’angolo.
Tecarterapia capacitiva e resistiva
Si parla di capacitiva e resistiva perché siamo di fronte ad una ad un trattamento il cui potere biostimolante sfrutta il principio del condensatore. Ecco perché questi due termini molto “fisici” che ci fanno capire la base scientifica della tecarterapia.
Il tessuto danneggiato o infiammato viene stimolato, l’apparecchio Tecar ossigena e fa arrivare sangue accelerando la guarigione. Non è un caso che questa pratica risulti tra le più prescritte dai medici ormai da oltre 15 anni. Oltre che sul ginocchio, funziona bene anche su spalla, anca, mani e piedi.
Tecarterapia: borsite spalla
Abbiamo detto spalla, e infatti ecco che la tecarterapia cura bene la borsite che può spuntare in questa zona. Si tratta di un processo infiammatorio che colpisce un’articolazione e comporta la comparsa di piccole sacche, “borse”, contenenti del liquido viscoso e rivestite da una membrana.
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Pubblicato da Marta Abbà il 4 Marzo 2018