Tariffa bioraria significa che l’elettricità si paga in funzione dell’ora in cui viene consumata: di più nelle ore di punta e di meno nelle ore di minor richiesta, in genere la sera e di notte oltre che nei fine settimana.
L’introduzione della tariffa bioraria da parte dell’Autorità per l’energia è lo specchio di un mercato libero in cui, grazie anche all’apporto delle rinnovabili, il costo di produzione all’ingrosso dell’energia varia di ora in ora e di conseguenza è giusto che il prezzo sia diverso in base all’orario di consumo.
Come funziona la tariffa bioraria? In pratica l’operatore fa pagare l’energia in base a 2 fasce di prezzo F1 ed F2-F3 corrispondenti a diversi orari di consumo. La fascia F1 è la più costosa, le fasce F2 ed F3 quelle in cui si risparmia.
Attenzione. Se vedete che le tariffe F2 ed F3 sono indicate con la sigla F23 (che sembrerebbe un ventitré) il motivo è questo: mentre gli orari della fascia F1 sono stabiliti e uguali per tutti, la differenza tra le fasce F2 ed F3 la decide il fornitore e può anche non esserci alcuna differenza (motivo per cui si parla di tariffa bioraria e non di tariffa trioraria). Per capirlo dovete guardare la bolletta.
Le fasce orarie stabilite dal Garante per l’energia sono queste:
- Tariffa F1: dal lunedì al venerdì dalle ore 08.00 alle ore 19.00 (l’energia costa di più).
- Tariffa F2-3: dal lunedì al venerdì dalle ore 19.00 alle ore 08.00, il sabato, la domenica, i giorni festivi e comunque tutti gli orari non ricompresi nella fascia F1 (l’energia costa di meno).
A chi si applica la tariffa bioraria?
Tutti gli utenti dotati di contatori elettronici programmati per la lettura delle fasce orarie possono usufruire della tariffa bioraria impostata sulla separazione F1 / F2-F3 che gli operatori devono mettere a disposizione. Ciò che può cambiare tra un fornitore e l’altro sono il prezzo dell’energia e la ripartizione tra F2 ed F3, con quest’ultima che indica la fascia di minimo prezzo (quella migliore per fare la lavatrice per intenderci). Le indicazioni sono scritte in bollette e, se sono poco chiare, posso essere chieste al fornitore.
Dalla sua entrata in vigore, la tariffa bioraria si applica automaticamente a tutti gli utenti che hanno sottoscritto un contratto a condizioni regolate dall’Autorità per l’energia. Chi non è provvisto di un contatore elettronico può chiedere la ‘riprogrammazione’ del contatore al distributore dell’energia presentando domanda attraverso il fornitore. La riprogrammazione deve avvenire entro massimo due mesi.
Tuttavia, come è giusto in un mercato aperto (quasi), ogni utente resta libero di scegliere l’offerta che preferisce, anche non bioraria (l’alternativa è la tariffa monoraria) valutando tra le varie proposte.
La tariffa bioraria risponde a una logica corretta, ma non sempre risulta conveniente (su Internet trovate molti appunti critici). Anche per questo alcuni operatori la propongono affiancata a ‘meccanismi correttivi’. Per esempio Enel ha previsto per i propri utenti di bioraraia uno ‘sconto garanzia miglior prezzo’, che consiste nel calcolare sempre i consumi con entrambe le tariffe (bioraria e monoraria) e applicare la più conveniente.
ps Dal 1° luglio 2014 è entrata in vigore anche la Tariffa elettrica D1 per le pompe di calore. L’adesione è volontaria, in via sperimentale, e rivolta ai possessori di pompe di calore alimentate elettricamente (a compressione) che se ne servono per riscaldamento e produzione di acqua sanitaria nell’abitazione di residenza. I moduli per la richiesta sono pubblicati sul sito dell’Autorità per l’energia.