Tamarindo: pianta e sue proprietà
Tamarindo, in Italia è spesso associato allo sciroppo che se ne ricava, ma è un frutto e la sua polpa, molto utilizzata nella cucina asiatica, viene utilizzata anche come spezia. Ha effetti lassativi ma anche proprietà antiossidanti e abbassa il colesterolo, possiamo assaggiarlo anche in marmellata o imparare come coltivarlo.
Tamarindo: pianta
Il nome scientifico della pianta è Tamarindus, si tratta di un sempreverde appartenente alla famiglia delle Leguminose, originario del Madagascar. Quando cresce, arriva a che a 30 metri di altezza, produce frutti ma freschi sono quasi introvabili in Italia, immaginiamoceli costituiti da baccelli con numerosi semi all’interno,dai 4 ai 12. Dalle nostre parti dobbiamo accontentarci di trovare la polpa disidratata, magari cercandola in negozi specializzati, erboristerie oppure negozi etnici. E’ disponibile anche la cosiddetta pasta di tamarindo, una salsa dal caratteristico sapore.
Tamarindo: proprietà
In generale il tamarindo viene consigliato alle persone che mostrano problemi gastrici o di digestione, oppure di stitichezza viste le note proprietà lassative e la sua azione di regolatore intestinale legata alla presenza di acidi organici nella polpa.
Oltre a facilitare lo svuotamento della cistifellea e a prevenire disturbi biliari, il tamarindo è un buon antibatterico e ha proprietà anti infettive, in India si usa anche contro il mal di denti e in tutto il mondo, dove è conosciuto, nella stagione calda diventa un gradito rinfrescante che reintegra la perdita dei sali minerali.
Nella sua polpa sono poi presenti l’acido caffeico e l’acido ellagico, antiossidanti, e molta fibra che riduce i livelli di colesterolo nel sangue e migliora la salute cardiovascolare. Grazie al potassio, il tamarindo abbassa la pressione arteriosa, mentre la presenza di ferro aiuta ad ossigenare i muscoli e agli organi del corpo oltre ad evitare situazioni di anemia, alla base di stanchezza, mal di testa e problemi di stomaco.
Tamarindo: coltivazione
Anche se originaria delle zone asiatiche, la pianta del tamarindo ritrova i suoi antenati in Africa, oggi possiamo però più probabilmente vederla svettare in India, regione in cui il clima e in generale l’habitat risulta essere più adatto.
Proprio quando si trova a sua agio, questa pianta arriva ad altezze che superano i 25 metri, non bisogna avere fretta, però, con il tamarindo, perché si sviluppa e cresce molto lentamente, il tronco resta di dimensioni modeste e sono i suoi rami a puntare verso l’alto ogni giorno di più.
Lento, quindi, ma anche molto longevo, visto che può sorpassare anche il secolo di vita sempre producendo frutti legnosi e marrone scuro, lunghi circa 10 centimetri e con una polpa utilizzata come cibo, come rimedio naturale e come integratore.
Tamarindo: sapore
Se non abbiamo idea del gusto del tamarindo, immaginiamocelo diverso da quello dello sciroppo che troviamo dalle nostre parti. Se infatti questa bevanda è dolce, la polpa del frutto tende all’acido a causa proprio di un acido in essa contenuto, quello tartarico che, misurato, è presente in percentuale del 12% circa. Stando ai numeri, diamo anche quello relativo alle categorie, per gli interessati: si parla di 240 calorie ogni 100 grammi di tamarindo, nella sua parte edibile.
Tamarindo: marmellata
La marmellata di questo frutto è utilizzata soprattutto per le proprietà lassativa che dimostra avere, essendo anche dolce e gradevole, viene proposta ai bambini come rimedio naturale contro la stitichezza e l’irregolarità intestinale visto che non provoca dolori al colon.
Il frutto già da solo contiene parecchi zuccheri, per il 57 % , ma anche il 5 % di fibre alimentari e solo lo 0,6 % di grassi. I sali minerali più presenti sono il potassio, il fosforo, il magnesio e lo zinco, all’appelli delle vitamine rispondono la A, le B1, B2, B3, B5, B6, e poi le vitamine C, E, K, e J.
Quando invece della marmellata si vuole usare la polpa, direttamente, va lasciata in ammollo nell’acqua calda e poi strizzata e filtrata. Dai semi si ricava la “gomma di tamarindo” e le foglie a loro volta possono essere utilizzate, come accade nelle Filippine, per preparare tisane contro le febbri malariche.
Tamarindo: dove si compra
Chiamata anche dattero indiano, il tamarindo si trova piuttosto di frequente in India, con il nome di “imli”, e in Asia anche usato come ingrediente per salse, per zuppe oppure nelle ricette con il riso. In Italia possiamo comprarlo formato sciroppo, anche on line su Amazon, a 5 euro, ricevendo una bottiglia da 56 cl. In negozi specializzati, oppure etnici, possiamo scovare anche la polpa essiccata.
Tamarindo: ricette
Tra le tante ricette di cucina indiane che prevedono l’uso del tamarindo, preferisco fornire quella dello sciroppo, realisticamente più realizzabile qui. E’ necessario procurarsi però 800 grammi di polpa di tamarindo, dello zucchero e due litri d’acqua.
Dopo aver fatto bollire l’acqua, aggiungendo la polpa, lasciamo la pentola sul fuoco lento per un quarto d’ora e poi filtriamo tutto unendo anche lo zucchero in una quantità equivalente al doppio del suo peso. Dopo un’altra mezzora di bollitura, lasciamo raffreddare e confezioniamo lo sciroppo in bottiglie a chiusura ermetica da aprire e utilizzare anche diluendo il liquido in acqua o in granite.
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Pubblicato da Marta Abbà il 9 Gennaio 2017