Quando, quanto e come tagliare il prato
Tanto e di rado o poco e spesso? Se la prima domanda è quando tagliare il prato, la risposta corretta è ‘poco e spesso’. Infatti i prati tagliati raramente è più facile che si indeboliscano, che prendano malattie e che siano attaccati dalle infestanti; inoltre il taglio dell’erba alta e radicata, che più che un taglio diventa uno sfalcio, spesso comporta lo strappo delle radici e danni seri al manto erboso.
Per un prato sano, e non solo per un fatto estetico,meglio tagliare il prato asportando la minor quantità possibile di erba: una regolata alla settimana può andare bene. In commercio ci sono rasaerba robot per la cura del prato che fanno tutto da soli a orari preimpostati, anche tutti i giorni. Certo la superficie da tagliare non deve essere troppo grande, diciamo non più di 800mq, ma potendoselo permettere questi dispositivi danno dei bei vantaggi ai perfezionisti del prato.
A parte il risparmio di tempo, tagliare il prato tutti i giorni permette di eliminare solo la ricrescita e di lasciare al suolo l’erba sminuzzata (se il sistema di rasatura è di tipo mulching) che diventa prezioso concime e strato di pacciamatura. In questo modo si può riuscire ad avere un prato splendido anche senza aggiunte esterne di concime.
Attenzione però. Se si vuole tagliare il prato lasciando l’erba al suolo bisogna assicurarsi non solo che essa sia ben sminuzzata, ma anche che il prato abbia una buona attività microbica, che sia neutro o leggermente acido (potete verificarlo con un misuratore di pH) e privo di feltro. Se queste condizioni non ricorrono tutte contemporaneamente, l’operazione rischia di risultare nociva. Si tenga presente che l’erba sminuzzata contiene azoto, fosforo e potassio in rapporto 8:1:5.
Anche la pacciamatura con l’erba tagliata, a cui accennavamo prima, è un’operazione delicata da gestire. Se non viene fatta nel modo corretto può infatti risultare dannosa perché causa di attacchi fungini e altre malattie. Il rischio aumenta in proporzione con l’umidità ed è quindi da evitare nei periodi eccessivamente piovosi. In ogni caso, va riservata solo ai prati tagliati di frequente, ben arieggiati a leggeri.
Se il risultato che ci attendiamo dal tagliare il prato è un bel tappeto erboso, l’altezza dell’erba dovrebbe essere lasciata tra 2 e 4 centimetri, il che di per sé comporta tagli molto frequenti soprattutto in primavera e autunno. D’estate, per evitare l’inaridimento del terreno e la conseguente diradazione dell’erba, è consigliabile lasciare un paio di centimetri in più. In ogni caso, ad ogni taglio non si dovrebbe eliminare più di un terzo dell’altezza delle foglie; questo significa che si lascia crescere troppo e poi si taglia corto, l’erba soffre.
Sul come tagliare il prato, la prima cosa da avere chiara è la differenza tra un tagliaerba e un decespugliatore. Quest’ultimo non è adatto ai tagli di mantenimento o di cura del tappeto erboso e si usa solo quando l’erba è troppo alta o il terreno troppo accidentato per passare con il tagliaerba. Altra cosa ancora è il rasaerba, ma qui la differenza si fa meno marcata, che è adatto ai lavori di fino. Esistonorasaerba elettrici senza fili o con motore endotermico. Idem per i tagliaerba: la differenza la fanno le prestazioni e i il sistema di taglio, a lama rotante, lama elicoidale o mulching. Tutto dipende dal risultato che si vuole ottenere e… dalle dimensioni del prato. Per qualche info potete leggere i nostri articoli: tagliaerba quale scegliere; consigli utili sulla scelta del rasaerba.
Pubblicato da Michele Ciceri il 13 Aprile 2014