Nel supermercato del futuro più info sui prodotti
Nel supermercato del futuro gli alimenti hanno l’etichetta ‘aumentata’ con più informazioni di quelle obbligatorie per legge. Ingredienti, origine delle materie prime, eventuale presenza di allergizzanti, dati nutrizionali per porzione, carbon footprint, qualche ricetta e anche un po’ di storia se si vuole. La mano del cliente punta il prodotto esposto sul tavolo interattivo e le info scorrono sul monitor all’altezza degli occhi.
Questo, a mio avviso, è uno degli aspetti più interessanti del supermercato del futuro che la Coop presenta a EXPO Milano nello spazio del Future Food District. Stiamo o no andando verso un accordo mondiale che, volenti o nolenti, limiterà l’obbligo per le multinazionali di dare informazioni sull’origine dei prodotti alimentari? Bene, allora lasciamo che altri produttori, quelli del biologico per esempio, si prendano tutto lo spazio che vogliono per raccontare i loro prodotti e farli preferire ai consumatori.
L’informazione fa la differenza. E l’etichetta aumentata, in quanto digitale, è l’ideale per contenere tutte le informazioni che si vuole. La spesa del futuro, nel supermercato del futuro, è un digital journey totalmente orientato al cliente in cui i prodotti vengono narrati per essere scelti bene. Quando si parla di cibo, product is king, e qui la possibilità (o il rischio) che l’esperienza d’acquisto prevalga su ciò che si acquista è reale, ma è un effetto collaterale gestibile. La verità è che, nel supermercato del futuro di Coop la tecnologia aiuta davvero il consumatore a saperne di più.
Già detto dei tavoli interattivi, dove sensori Microsoft Kinect integrati a un content management system in cloud individuano la gesture del cliente attraverso meccanismi di body detection (ma adesso basta con l’informatichese!), nel supermercato del futuro ci sono anche gli scaffali verticali ripensati nel loro layout tradizionale da cui è possibile, con un semplice tocco, selezionare un prodotto e visualizzare informazioni addizionali difficili da includere nello spazio di un’etichetta tradizionale. La storia del prodotto dal campo alla famiglia in una etichetta aumentata digitale.
Specialisti del cibo e specialisti IT. Per progettare e costruire il primo esempio europeo di supermercato del futuro (esiste già tutto, manca solo di replicarlo) la Coop ha collaborato con Accenture e Microsoft attraverso la società Avanade in tutti gli aspetti tecnologici. Il concetto tradotto in pratica è quello teorizzato dall’architetto Carlo Ratti, insegnante al MIT di Boston e direttore del MIT Senseable City Lab, di un supermercato che integra in maniera sinergica l’architettura, gli spazi dedicati al cliente e la tecnologia. Per un’esperienza di acquisto innovativa, fisica e digitale assieme.
Aggiungo, dopo esserci stato due volte, che a me il supermercato del futuro è piaciuto. Mi immagino le difficoltà del consumatore davanti a tutta questa tenologia, ma poi capisco che il mio è un timore antico da ultraquarantacinquenne della tribù dei non digital native. Credo che funzionerà, in tutto o in parte per cominciare, e che questa sia una strada che non si può non percorrere. Spero solo che l’emozione dell’acquisto non oscuri troppo i prodotti. Parliamo di cibo in fondo.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 11 Giugno 2015