Stress da smartphone: cosa fare
Non ce ne accorgiamo, abbiamo le notifiche impostate di default in un certo modo e siamo abituati a giornate scandite da messaggi e finestrine che si aprono proponendoci delle priorità non nostre su uno schermo a cui non sappiamo dire di no. Se è così, siamo soggetti a stress da smartphone. Nulla di grave, anzi, magari ci va bene così, ma magari no. Proviamo a cambiare per qualche giorno, ribellandoci un po’ alle notifiche che spuntano minuto dopo minuto, e vediamo cosa si prova. Poi potremo decidere come proseguire, se tornare ad una simbiosi con il nostro cellulare, oppure proseguire con la nostra ribellione. Ciò non vuol dire non utilizzare il cellulare ma impostarlo in modo che non interrompa di continuo le nostre giornate ma solo quando necessario. Possiamo decidere noi quando lo è, e il resto aspetta.
Lo stress da smartphone è spesso qualcosa di cui soffriamo inconsapevolmente e solo quando cerchiamo di contrastarlo notiamo la sua esistenza. E’ una gabbia invisibile, ci può a tratti sembrare che le notifiche del cellulare siano assolutamente sempre necessarie e che solo il nostro smartphone, più di noi, sa cosa desideriamo in ogni preciso momento.
Stress da smartphone: perché reagire
Ci sono parecchie ricerche ormai che provano in modo insindacabile come il flusso spesso selvaggio di notifiche possa danneggiare il nostro cervello, oltre al nostro umore. Pensate se una persona vi interrompesse di continuo toccandovi dentro per ogni scemenza che gli viene in mente, mentre state facendo tutt’altro: non vi darebbe fastidio? Io mi irriterei parecchio, eppure fino a poco tempo fa ho lasciato che il mio smartphone facesse qualcosa di simile senza dargli alcuna regola.
Quando ci si abitua al flusso di notifiche, se ne diventa a volte dipendenti e se mancano ci si preoccupa. “si sono dimenticati di me”, si pensa. E se si è messa la modalità silenziosa, si vivono ore nel dubbio che ci sia una notifica da guardare e ce la stiamo perdendo. Notifica dopo notifica, la nostra capacità di concentrazione cala e cala anche il nostro rendimento, non solo sul lavoro. Anche una chiacchierata con un amico con un occhio al cellulare, non è certo di grande qualità.
Qualsiasi cosa si stia facendo, ogni volta che arriva una notifica, ci interrompiamo e poi dobbiamo riprendere quasi da capo. Se da un alto sembra un’ottima ginnastica mentale, dall’altro è causa di un fortissimo stress che abbatte le nostre prestazioni alla lunga, in modo non indifferente. Anche del 40%, a lungo andare. Se siamo ancora in tempo, diamoci una regolata e impostiamo meglio il nostro cellulare, per avviare un detox digitale. Nessun atto eroico ed estremo, si tratta solo di decidere quando vogliamo essere interrotti.
Stress da smartphone: cosa fare
Ogni cellulare ha il suo iter e non è questo il luogo dove dare consigli tecnici, ne trovate in rete a manciate. Il concetto è che dobbiamo individuare per ogni app, soprattutto per quelle dei social media come Facebook, Instagram e Twitter, le modalità con cui le notifiche possono comparire. Possiamo metterle del tutto a tacere, oppure decidere quando devono essere discrete. Inizialmente ci sentiremo spaesati, perché non più sottoposti al flusso informe di piccoli trilli e alert sullo schermo, ma dopo qualche giorno proveremo una sensazione di ordine e pulizia, di serenità, anche la serenità di poter fare le nostre attività in modo continuativo, senza inutili interruzioni. Le notifiche, diventeranno utili interruzioni perché abbiamo deciso noi quando essere interrotti e come.
Ci sono alcuni altri trucchi per risolvere lo stress da smartphone. Questo è per tutti coloro che trascorrono gli ultimi minuti della giornata dando un’ultima occhiata alle timeline altrui sui social prima di riposare. Una pessima abitudine, sia per via della semplice luce che lo schermo emana, insana per i nostri occhi e per il nostro cervello, sia per il tipo di contenuti. Molto spesso ci si trova a fare dei confronti e a buttarci giù. Stanchi dalla giornata, ci sembra che quelle degli altri siano state migliori e ci si corica con l’amaro in bocca.
Niente cellulare, quindi, per scivolare nel sonno, ma piuttosto un buon libro, un po’ di radio, una tisana, un po’ di musica oppure un interessante e sano silenzio, sempre ammesso che possiate trovare silenzio dove abitate. Comprate una sveglia analogica in modo che lo smartphone possa stare lontano dal vostro letto, lo recupererete al mattino, dopo un po’ di toilette, di stretching e una buona colazione.
Se non siete convinti di iniziare la vostra azione di detox soft dalle notifiche, provate ad osservare nelle statistiche del telefono quante ora avete passato su alcune app nell’ultima settimana. Faccio fare a voi i conti, confrontatela con le ore concesse agli amici e a voi stessi e traete le conclusioni del caso. Purtroppo, in molte situazioni, facendo così si cade dal pero e ci si accorge che quella che per noi è “un’occhiata ai social” si trasforma in ore e ore con il naso attaccato allo schermo ad osservare immagini che passano e che non ci dicono nulla di che. Un gesto quasi compulsivo, potenziato dalla paura di poter essere gli unici a non aver visto qualcosa postato e che non tiene conto del vero rischio, quello di non dare abbastanza attenzione a oggetti e persone che sono off line, fuori dallo schermo ma che possiamo toccare con mano.
Pubblicato da Marta Abbà il 8 Settembre 2019