Stenotipia: significato e macchine
Stenotipia, non è esattamente la stenografia ma non si tratta di una sindrome o di un malanno bensì di una tecnica utilizzata per abbreviare quando si scrive a macchina. Chi è esperto di stenotipia sa eseguire battute di uno o più tasti contemporaneamente, è quindi particolarmente veloce a “prendere appunti”.
Stenotipia: significato
Il significato di questo termine coincide con quello di stenografia a macchina, si tratta di un metodo che viene usato da davvero molti decenni prima dell’arrivo dell’iphone e degli smartphone, delle app e dei vari programmi per registrazioni vocali.
Non è necessario avere degli strambi strumenti per stenografare a macchina, basta avere una tastiera un po’ speciale e conoscere molti sistemi che sono stati studiati per limitare ed accelerare il numero di battute. Meno “tic tic” sui tasti ma senza perdere neanche una parola di quanto viene detto e deve restare scritto.
Stenotipia elettronica
Anche se la tecnica ha i suoi anni e in alcuni contesti non si utilizza più, ha cercato di restare al passo coi tempi e di rinnovarsi nei mezzi e nei modi. Ad esempio rispetto alle prime edizioni di macchine per la stenotipia, oggi ci sono quelle più moderne che possono essere collegate con un computer, rendendo così possibile l’elaborazione elettronica delle informazioni.
Un altro importante passo avanti nell’evoluzione di questi strumenti è avvenuto precedentemente, nel 1980, grazie al professor Marcello Melani che ha ideato un metodo di stenotipia per la lingua italiana direttamente compatibile con l’elaborazione elettronica, il metodo Melani-Stenotype. Ebbe così un grande successo che negli anni novanta è stato poi adattato anche alla lingua spagnola e portoghese.
Stenotipia: macchine
I più recenti progressi riguardanti le macchine per la stenotipia li abbiamo visti, ma i primi passi sono altrettanto interessanti, soprattutto perché sono stati fatti quasi due secoli fa, ormai. Questo ci fa capire l’importanza di questo metodo nella storia e nella conservazione della memoria e delle memorie.
La prima macchina per la stenotipia è stata inventata in Francia nel 1827 da Benoît Gonod, la prima applicazione pratica di un apparecchio italiano la dobbiamo ad Antonio Michela Zucco che la portò all’esposizione internazionale di Parigi del 1878 con il nome di Macchina Michela, da cui il Metodo Michela.
Negli USA intanto nel 1876 John Zachos aveva inventato una macchina per stenotipia particolarmente veloce e pratica e nel 1910 ottenne il brevetto, brevetto anche per il francese Marc Grandjean che è arrivato anche a commercializzarla con la società “Sténotype Grandjean”.
Stenotipia: corsi
Un tempo c’erano corsi veri e propri, oggi la maggior parte di essi sono on line e non molto seguiti, purtroppo, perché il progresso e le nuove tecnologie oggi forniscono molte alternative più pratiche ed efficienti e anche più attraenti per chi desidera fare un corso e completare il proprio profilo professionale.
Stenotipia in Parlamento
Presso il Senato della Repubblica per la redazione dei resoconti stenografici si è per molti anni utilizzato il metodo Michela di stenografia meccanica, ideato nel 1862 e brevettato nel 1878 dal già citato Antonio Michela Zucco. Questo metodo richiede l’uso di una apposita tastiera con 20 tasti che può sembrare simile ad una sorta di pianoforte.
Niente melodie, però, ne escono, perché ad ogni tasto è associato un segno grafico ed un preciso valore fonico non certo così dolce come quello delle note con cui Mozart e Bach ci regalano magie. La tastiera di queste macchine è meno “elegante” di quella del pianoforte ma molto pratica, ogni tanto è identificato con una combinazione unica dei sei segni grafici utilizzati, essi si sulla tastiera secondo un preciso schema.
La prima macchina per stenotipia è arrivata in Senato, ufficialmente adottata, il 30 gennaio 1880, con gli anni si è evoluta l’attrezzatura usata, nel 1974 la ditta Vergoni ne ha fornita una versione più moderna e nel 1982 è arrivata quella elettronica. Finalmente nel 2002 è stata realizzata una versione totalmente informatizzata che si appoggia ad un computer e produce un’immediata trascrizione del parlato perfettamente sincronizzata con la registrazione audio digitale. Nel 2009 ai campionati mondiali una giovane stenografa parlamentare del Senato ha raggiunto il record di 445 sillabe al minuto.
Stenotipia nei tribunali
Anche nei tribunali si usa o si è usata questa tecnica che senza dubbio è stata essenziale negli anni passati. I nostalgici possono sempre rispolverarla e studiarla, oppure innovarla rendendola competitiva. Oppure usarla per altri scopi come quello di scrivere una grande sceneggiatura con il manuale di Linda Seger, adatto sia ai dilettanti sia ai professionisti.
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Gennaio 2018