Stefania Vezzosi e la tribù dei sostenibili

Stefania Vezzosi

“Sfamare le attuali generazioni senza danneggiare le future”: è l’obiettivo della tribù dei sostenibili, un gruppo di dietisti virtuosi tra cui Stefania Vezzosi, membro del Consiglio Direttivo Andid che spiega come un modello alimentare sostenibile, con una dieta varia, sobria e allo stesso tempo sana e a basso impatto ambientale sia il punto di partenza per un futuro diverso. Esiste eccome un mangiare ”green”, ben diverso dalle “diete costume” che infestano le riviste: la Tribù sostenibile la promuove 365 giorni all’anno, si tratta di offrire “un cibo ‘buono’ non solo come nutrimento ma anche come punto strategico di congiunzione tra produzione alimentare e mantenimento degli ecosistemi in buona salute”.

1) Con quale obiettivo nasce la “Tribù dei sostenibili”? di cosa si tratta?

La “tribù dei sostenibili” è formata da un gruppo di dietisti che ha scelto di conferire qualità alla propria pratica professionale, condividendo un’idea e una passione per una grande opportunità di crescita collettiva. L’obiettivo è quello di promuovere un modo di alimentarsi che consenta di soddisfare le esigenze delle attuali generazioni senza danneggiare quelle future, all’interno di un sistema sostenibile capace di offrire un cibo “buono” non solo come nutrimento ma anche come punto strategico di congiunzione tra produzione alimentare e mantenimento degli ecosistemi in buona salute.

2) Da chi è composta e a chi si rivolge? Quali requisiti sono richiesti per farne parte?

Il cuore pulsante della Tribù dei sostenibili è attualmente formato da 50 dietisti italiani che hanno partecipato aI Corso di Alta Formazione post-base organizzato in Italia e interamente dedicato alle tematiche della sostenibilità alimentare. Questo gruppo ha infatti sviluppato competenze professionali finalizzate a valutare l’impatto delle dinamiche politiche, economiche e sociali sul sistema alimentare e, più in generale, dell’alimentazione sulla salute pubblica, l’ambiente e la giustizia sociale. Per farne parte bisogna dimostrare di aver maturato conoscenze e competenze in questo specifico ambito al fine di condividere e dare impulso, in modo responsabile e solidale, alla causa della sostenibilità alimentare.

3) Come sono cambiate le abitudini alimentari e agricole e con quali conseguenze ambientali e sanitarie?

L’aumentato benessere e l’enorme disponibilità di alimenti si è tradotta anzitutto in un aumento della quantità di energia consumata. Secondo la FAO, si è passati da una media di 2360 kcal/persona/die nella metà degli anni 1960, alle 2800 kcal/persona/die di oggi, con un maggiore consumo di prodotti di origine animale (carne, latte e latticini, uova) prodotti raffinati, alimenti ready-to-eat e una diminuzione di alimenti di origine vegetale. I principali fenomeni negativi possono essere riassunti in impoverimento e degradamento dei terreni agricoli, graduale riduzione dell’estensione delle grandi foreste (43% delle foreste tropicali e subtropicali e il 45% delle foreste temperate sono state convertite in terreni agricoli), intenso impoverimento delle zone di pesca (32% sfruttate in eccesso, impoverite o esaurite; il 52% sfruttate appieno), forte dipendenza da fonti combustibili fossili e aumento dei rifiuti.

“Viviamo come se avessimo un pianeta in più a nostra disposizione, utilizzando il 50% in più delle risorse che la Terra è in grado di fornire” ha affermato proprio pochi giorni fa Jim Leape, direttore generale del WWF International.

Le principali conseguenze per la salute della popolazioni sono sotto gli occhi di tutti: una parte di mondo con un’alta presenza di persone sovrappeso ed obese e l’altra parte con milioni di persone che muoiono perché non hanno accesso né a cibo né ad acqua sicure.

4) Quanti sono oggi gli italiani con comportamenti virtuosi in questo senso?

Non moltissimi ma in forte crescita per numero e sensibilità nei confronti di queste dinamiche.

5) Quali azioni intendete mettere in campo?

I dietisti della Tribù che lavorano nell’ambito della salute pubblica, nell’ambito clinico e nella libera professione hanno deciso unanimemente di fornire ai pazienti/utenti/clienti indicazioni utili sui sistemi di produzioni e commercializzazione, uso, smaltimento, rapporto prezzo/costo. L’obiettivo è favorire l’adozione di un modello alimentare sostenibile promuovendo la varietà della dieta, la sobrietà negli acquisti alimentari, l’acquisto e il consumo di alimenti di origine vegetale, stagionali, prodotti localmente, freschi o minimamente processati. Altri aspetti importanti sono il consumo di prodotti ittici con certificazione per la pesca sostenibile e l’acquisto e il consumo di alimenti certificati e/o a basso impatto ambientale e sociale. Il consumo dell’acqua di rete, l’acquisto di prodotti caratterizzati da minori quantità di imballaggio o con imballaggi in materiale riciclato e l’acquisto di prodotti muniti di eco-etichettatura.

6) Per le nuove generazioni ci saranno delle particolari politiche di promozione?

Lavoreremo principalmente affinché in tutti i percorsi scolastici siano adottati modelli alimentari sostenibili poiché siamo fortemente convinti che “…fra libri e quaderni anche il pranzo fa scuola!”

7) Quali impatti a livello mondiale ci potrebbero con una Tribù sostenibile estesa a gran parte della popolazione?

Gli impatti, con una Tribù estesa potrebbero essere vantaggiosissimi per la qualità di vita di milioni e milioni di persone in tutto il mondo. L’avvenire di ciò di cui si ha la responsabilità costituisce, infatti, la dimensione più autentica di quella responsabilità che la Tribù dei Sostenibili ha fatto propria, ispirandosi ad un’affermazione di Wangari Maathai, donna straordinaria e Premio Nobel per la Pace 2004 per “il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”: “I just have something inside me that tells me there is a problem and I must do something about it, so I am doing something about it”.

Che cosa ci aspetta? Io spero in un futuro migliore per tutti!

Intervista a cura di Marta Abbà