Gli sprechi energetici che ricaricano gli Smartphone
Gli sprechi energetici non sono solo quelli legati alle cattive abitudini umane. Ci sono diverse forme di energia inutilizzate, si tratta di energia invisibile che si disperde senza dettare alcun beneficio. Parliamo di microonde e segnali WiFi. Per fortuna, un nuovo tipo di dispositivo sviluppato dalla Duke University si è verificato in grado di catturare le microonde e convertirle in energia elettrica utilizzabile per l’alimentazione di piccoli dispositivi elettrici.
I ricercatori della Pratt School of Engineering Duke sono riusciti a mettere a punto questo dispositivo capace di raccogliere la cosiddetta “energia senza fili”. Il dispositivo è stato realizzato con materiali a basso costo, esso è composto da una serie di conduttori collegati tra loro per formare un circuito capace di erogare una capacità elettrica di 7,3V.
Se vi sembra una quantità esigua, basterà pensare che i comuni caricabatterie USB hanno un output energetico di soli 5 V. Quello che dovrebbe essere uno spreco energetico, grazie alla Duke University, si trasforma in una fonte di energia vitale per gadget come notebook, smartphone, tablet…
Secondo i ricercatori della Duke, il dispositivo avrebbe la medesima efficienza di raccolta energetica dei moderni pannelli solari. In altre parole, il dispositivo non riesce a recuperare interamente lo spreco energetico rappresentato da microonde e segnali WiFi, solo il 37 per cento dell’energia invisibile viene convertita in corrente continua, percentuale paragonabile a quella dell’efficienza delle moderne celle solari.
Hotel, ristoranti, lounge-bar, aziende… tutti i moderni edifici includono un gran numero di ripetitori wireless, router wifi e microonde. Tra le possibili applicazioni, il dispositivo della Duke University potrebbe essere integrato nei soffitti delle strutture più moderne così da recuperare l’energia persa dai segnali WiFi, attivi 24 ore su 24. Il dispositivo può essere tarato su diverse frequenze e può recuperare diverse fonti di energia, dalle vibrazioni al suono. In futuro, con l’ausilio di metamateriali, gli smartphone potrebbero auto-alimentarsi sfruttando la stessa energia Wi-Fi emessa per il collegamento alla rete.
Pubblicato da Anna De Simone il 29 Ottobre 2013