Spongia: caratteristiche e utilizzo in omeopatia
La spongia è un rimedio omeopatico utilizzato soprattutto in caso di problemi legati alla respirazione. Può anche dare sollievo dal punto di vista psicologico, in particolare a chi ha degli attacchi di panico durante la notte.
La troviamo indicata anche per trattamenti della disfunzione tiroidea che portano palpitazioni, dispnea e vampate, oppure contro la tosse.
Spongia: caratteristiche
La spongia officinalis, questo è il suo nome scientifico, appartiene alla famiglia delle Spongiidae ed è una specie protetta, quindi vietato pescarla! La si può ottenere dalle spugne di mare, come il nome suggerisce, ed è anche per questo che risulta una sostanza ricca di iodio e di bromo, quindi particolarmente efficace contro i disturbi causati dalla disfunzione della tiroide.
Come possiamo immaginarcela fisicamente? Come una spugna, in un certo senso, ma che riesce a formare delle distese anche piuttosto grandi, fino ad un diametro di 40 centimetri, dalla forma irregolare. La spongia ha una consistenza morbida e soffice ma allo stesso tempo è elastica, la sua superficie esterna è ricoperta da piccoli conuli e osculi lievemente sopraelevati mentre il suo scheletro è costituito quasi integralmente da fibre di spongina. Ecco perché è estremamente morbida.
All’interno la spongia è di colore giallo che tende al rossastro mentre all’esterno nella maggior parte dei casi è nera, ma può essere anche grigiastra oppure biancastra, a seconda della luce che la illumina.
Spongia: dove vive
E’ raro ma non impossibile trovare la spongia nell’Atlantico orientale ma il suo habitat primario è senza dubbio quello mediterraneo. Sceglie i substrati rocciosi e si spinge massimo fino ad una profondità di 40 metri.
Negli ultimi tempi purtroppo è stata rilevata una forte diminuzione della sua presenza proprio nel suo mare, in parte imputabile allo sfruttamento commerciale che è diventato sempre più intenso, ma in parte anche legata alle tante epidemie che hanno decimato le popolazioni naturali di spugne. A maggior ragione troviamo la Spongia officinalis tra le specie protette.
Spongia in omeopatia
In omeopatia ad ogni rimedio viene associato un “tipo”. Quello della spongia ha i capelli biondi e gli occhi azzurri, soffre spesso di panico e in generale si approccia con paura alla vita, si blocca quando deve prendere una decisione. Può soffrire di tosse cronica e di debolezza cardiaca, cosa che la frena dal dedicarsi ad una sana attività fisica.
Per ottenere il rimedio Spongia, si parte dalle spugne di mare e le si pulisce, poi è necessario farle essiccare fino a quando il loro colore diventa marrone. A questo punto è possibile polverizzarle ed estrarre finalmente la tintura madre, quella da cui poi si riescono ad ottenere i vari rimedi omeopatici.
Nella spongia a livello di sostanze terapeutiche troviamo iodio, bromo, carbonato di calcio, fosfato di potassio, silicio ed altre sostanze organiche. Il loro principale effetto è quello riscontrabile sulle vie aeree superiori, infatti riescono a diminuire il dolore legato ai crampi che possono presentarsi durante la respirazione, e agiscono direttamente sulla laringe. La Spongia a livello psichico risulta essere un valido aiuto in caso di ansia e agitazione mentre i suoi sali inorganici sono ottimi in caso di malattie delle mucose.
Utilizzo della Spongia
Partiamo dalla sua applicazione a livello psichico: in questo caso la spongia funziona soprattutto per tenere a bada gli attacchi di panico che si verificano durante la notte. Quando se ne prende la giusta dose si può notare un riequilibro della respirazione e una diminuzione della sensazione di soffocamento.
A proposito di soffocamento, questo rimedio omeopatico ottenuto dalle spugne marine è perfetto in caso di disturbi della respirazione, raucedine con calo di voce, tosse spastica, acuta o secca. Stimola la produzione di saliva e può aiutare anche quando si riscontrano casi di debolezza cardiaca o malattie infiammatorie del cuore.
Per riassumere i campi di utilizzo della spongia, tra i disturbi principali che tratta troviamo raucedine, difficoltà di respirazione quando si è sdraiati, sensazione di soffocamento, arrossamento di viso o collo, debolezza di cuore, palpitazioni violente con dolori acuti, infiammazione cronica della valvola cardiaca, esaurimento, pesantezza dopo il minimo sforzo, palpitazioni, vampate e dispnea.
Pubblicato da Marta Abbà il 30 Marzo 2019