Spaccapietra, un nome, una garanzia di efficacia per questa erba che così si chiama perché “spacca” i calcoli, quelli renali, restituendoci benessere. Non è l’unico effetto che ha ma certo il più apprezzato e noto, visto anche il nome molto esauriente, quasi onomatopeico.
Spaccapietra: tisana
Il modo più comodo e frequente per assumere la spaccapietra e beneficiare dei suoi effetti è quello di preparare una tisana con questa erba. L’impegno, se si vogliono dei risultati, deve essere quello di berne una tazza tre volte al giorno, precisamente prima dei pasti. Per non sbagliare le dosi, teniamo conto che serve per ogni bicchiere d’acqua serve un cucchiaino di erba spaccapietre.
La tisana viene prescritta come rimedio contro la formazione di calcolosi renale ma non va assunta per più di 6 giorni consecutivi anche se, di fatto, non è un’erba che presenta controindicazioni. E’ però importante non sgarrare sulle dosi terapeutiche normali. Se cercate altre tisane curative, potete provare le tisane drenanti e le tisane rilassanti.
Spaccapietra: pianta
Siamo abituati a vedere questa erba spaccapietra già con le sue foglie secche, pronta per una tisana, oppure in capsule, in verità il suo aspetto reale è quello di una normale erba selvatica, solo con un’azione antinfiammatoria e diuretica efficace e nota da secoli. In gergo scientifico di indica con il termine di Cedracca, o Cetracca, oltre a spaccapietra, è comunemente chiamata anche “erba ruggine”, si trova spesso tra le pietre delle rupi.
Appartenente alla famiglia delle Aspleniaceae, questa erba arriva a massimo 20 cm di altezza, mostra foglie a rosetta, lanceolate, contenenti sporangi detti sori, che diventano rossastri, ecco perché il soprannome di “erba ruggine”.
Spaccapietra per calcoli renali
Come subito accennato, il motivo per cui la spaccapietra è nota e apprezzata, è la sua capacità di eliminare tutto ciò che ostruisce il tratto urinario, in primis i tanto temuti calcoli. Non è finita qui, però, la sua performance di erba curativa perché essa nel tempo si è mostrata in grado di ridurre le infiammazioni e gli spasmi, la pressione arteriosa e il colesterolo, di calmare dolori e febbre, di depurare il fegato migliorando anche la digestione.
Spaccapietra: integratore
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Spaccapietra: prezzo
In farmacia o in rete potrete trovare integratori proposti da diverse marche con prezzi solitamente variabili tra i 5 e i 15 euro. Come sempre per scegliere il meglio vi consigliamo di leggere attentamente l’etichetta dei singoli prodotti per raccogliere informazioni essenziali su ingredienti, numero di capsule, ecc.
Spaccapietra: storia
Se oggi facciamo la distinzione tra chi preferisce la tisana e chi le capsule, più comode ed immediate, un tempo questa erba veniva utilizzata per imbottire i cuscini. Si era infatti convinti che avesse la proprietà di guarire il dolore ma a che di allontanare le disgrazie. E la sera di San Giovanni la si raccoglieva apposta sperando che un ramoscello restasse infilato casualmente nella propria scarpa. Ciò infatti presagiva il ritrovamento di “un tesoro nascosto”.
Spaccapietra varietà
Sveliamo un altro nome, più ufficiale, per la pianta, Fillanto, o Phyllanthus, e scopriamo anche le diverse specie che esistono nel mondo e che vediamo impiegate per scopi diversi.
Il Phyllanthus acidus, ad esempio, produce frutti gialli o verdi con cui fare conserve, le foglie del Phyllanthus emblica, invece, sono utili per l’abbronzatura mentre i frutti essiccati possono essere una base per preparare inchiostri e tinture per capelli. Nella medicina ayurvedica, in cui la Spaccapietra è nota e impiegata da sempre, l’impiego maggiore è relativo ai disturbi come dissenteria, itterizia, diabete, infezioni del tratto urinario e ulcere della pelle ma il suo contenuto di alcaloidi, lignani e bioflavonoidi la rende utile per curare il fegato e l’itterizia.
Spaccapietra: altri usi
Vediamo qualche altro modo in cui questa pianta viene usata, meno noto ma non per questo meno interessante. Troviamo questo rimedio naturale citato anche per il trattamento di prostatite, cistite e malattie venere, oppure per tenere a bada i sintomi dell’anemia, del diabete e dell’ipertensione. C’è chi ha provato ad usarlo – e sembra funzioni – come protettore dello stomaco viste le sue proprietà analgesiche, diuretiche, gastriche, febbrifughe, antispasmodiche e protettive della cellule.
Inaspettato il suo impiego per pulire la pelle e mantenerla morbida: in questo caso si prepara un impasto preparato con le foglie da applicare anche sulle ulcere e sulle ferite. Curioso che il succo estratto dalle radici della pianta è mescolato con zucchero e usato per trattare i disturbi dell’occhio oppure per preparare medicinali contro costipazione e acidità di stomaco.