Sostenibilità per il settore ittico

Si parla di sostenibilità a 360°, non solo per gli ecosistemi marini ma soprattutto per i lavoratori che militano nel settore ittico. Con la Politica comune della pesca, la Commissione europea definì un approccio globale alla gestione della pesca. Nel 2010 iniziarono i negoziati tra sindacati e datori di lavoro, oggi finalmente è stato trovato un accordo per i lavoratori impiegati nel settore ittico.

Dopo due anni di negoziati finalmente arriva un accordo che possa garantire ai pescatori condizioni sostenibili. Mediante l’accordo i pescatori otterranno condizioni dignitose a bordo dei pescherecci. Per quanto riguarda i requisiti minimi per l’esercizio della professione pescatore, si parla di vitto e alloggio, sicurezza sul luogo di lavoro e tutela della salute con assistenza sanitaria e previdenza sociale.

L’accordo siglato a livello dell’Unione europea è stato sottoscritto durante la Conferenza per la giornata del marein corso di svolgimento a Goteborg, Svezia. Le parti sociali intendono invitare la Commissione europea a presentare il loro accordo al Consiglio dei ministri dell’Ue così da assicurarsi l’attuazione di una direttiva e avere norme giuridicamente vincolati.

L’accordo è stato firmato da Javier Garat, presidente di Europeche e da Giampaolo Buonfiglio, esponente del Cogeca, in qualità presidente del gruppo di lavoro pesca del Copa Cogeca per i datori di lavoro. A rappresentare i lavoratori nel settore della pesca è stato Eduardo Chagas, segretario generale della Federazione europea dei lavoratori dei trasposrti (Etf). Lo scopo dell’accordo è quello di rendere il lavoro del pescatore più dignitoso.

Entro il primo gennaio 2013, inoltre, la Commissione ha auspicato il termine per l’adozione e l’entrata in vigore di un nuovo quadro normativo che prevede una politica della pesca più sostenibile. Lo scopo è quello di avere stock ittici a livelli di sicurezza e preservarli per le generazioni successive. Entro il 2015 tutti gli stock ittici dovranno essere resi sostenibili. Piani già previsti dalla commissione europea vedono la scoparsa progressiva della pratica dei rigetti che consiste nel ributtare in mare aperto, le catture accidentali di pesce. Tale pratica costituisce uno spreco di risorse alimentari; i pescatori avranno l’obbligo di sbarcare tutto il pesce catturato.

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