Sorbitolo: cos’è, calorie e intolleranza
Il sorbitolo è una di quelle sostanze che ingeriamo spesso e volentieri a nostra insaputa, uno di quegli ingredienti che non restano impressi nella mente e, chissà perché, non ci si chiede quasi mai da dove arrivino. Andiamo a scoprire di cosa si tratta, se lo assumiamo e attraverso quali alimenti e, soprattutto, cerchiamo di capire se è una sostanza da cui stare alla larga.
Sorbitolo: cosa è
Si tratta chimicamente parlando di un alcol a sei atomi di carbonio appartenente alla categoria dei polioli, ciò significa che dal punto di vista funzionale può essere affiancato ai comuni glucidi. Il sorbitolo ha un sapore piacevole che io definirei fresco, ed è uno dei motivi per cui viene utilizzato, ma non il principale.
La sua caratteristica più attraente è il fatto che tale sostanza è in grado di donare consistenza al prodotto perché trattiene l’umidità, e di migliorarne la conservazione, perché riesce ad inibire lo sviluppo di lieviti, muffe ed altri microrganismi.
Questo suo comportamento relativo alla presenza di liquidi in un alimento è detta igroscopicità, il sorbitolo grazie ad essa è ritenuto un ingrediente molto prezioso quando si tratta di mantenere morbidi più a lungo cibi come plum cake, pan di spagna e altri prodotti di pasticceria di questo tipo. E’ utile per lo stesso motivo anche quando si tratta della morbidezza e della conservazione di dolci lievitati come il celebre panettone, ma anche cornetti e brioches di vario genere.
Cambiamo settore e andiamo in quello dell’igiene personale. Anche qui troviamo il sorbitolo tra gli ingredienti di molti dentifrici e collutori, perfino in alcuni cosmetici. Serve per dare un aspetto morbido e pastoso al prodotto. Passiamo al settore farmaceutico in cui il sorbitolo fa da eccipiente, oltre che da sostanza dolcificante e igroscopica.
Sorbitolo: calorie
Visto che si trova in molti prodotti dolciari, e non solo, che tanti di noi probabilmente consumano abitualmente, è lecito chiedersi quante calorie abbia, quanto pesi sul bilancio alimentare della giornata. In generale in campo alimentare è considerato un dolcificante acariogeno, quindi che non fa venire le carie, e ipocalorico, quindi con meno calorie di altri. Il suo potere edulcorante è pari al 60% di quello dello zucchero, ma a parità di peso fornisce un 40% di calorie in meno ovvero 2,6 Kcal/g contro le 4 del saccarosio.
Sorbitolo: intolleranza
Quando di parla di intolleranza al sorbitolo, si tratta spesso di andare a definire un disturbo legato alla cattiva digestione e a difficoltà di assorbimento di questo composto organico. Molto spesso quando si verifica, emerge in circostanze legate al suo consumo in occasione di prodotti confezionati e farmaceutici, lo si nota subito perché è un edulcorante – conservante molto utilizzato.
Certo, il fatto che si possa sviluppare una intolleranza al sorbitolo non aiuta la vendita e la produzione di farmaci e di cibi che lo contengono. Alle prime avvisaglie è meglio non pensare subito al sorbitolo ed eliminare in gruppo tutti gli alimenti e i prodotti che ne hanno all’interno, ci sono degli esami appositi per accertare l’intolleranza.
Oggi nel dubbio possiamo eseguire un test clinico: l‘H2 breath-test, o test della rilevazione di idrogeno nel respiro. Vediamo su cosa si basa questo test. Prima si somministra al paziente una soluzione acquosa di sorbitolo, poi vengono rilevate le concentrazioni di H2 nell’espirato in diversi momenti della giornata. Si va a valutare di fatto la quantità di idrogeno prelevata, se essa risulta tardivamente significativa, si può dedurre che la molecola ingerita non sia stata ben digerita e che quindi di conseguenza non sia stata assorbita in modo regolare dall’intestino tenue.
Se ciò accade, la sostanza è rimasta disponibile per la fermentazione della flora batterica nell’intestino crasso. Qui, durante i suoi processi metabolici, la flora batterica libera H2, idrogeno che viene assorbito e disciolto nel sangue che, a sua volta, lo trasporta e lo diffonde nei polmoni per eliminarlo. E noi, espirando, lo facciamo “catturare” dal test del respiro.
Sorbitolo: diabete
Per i diabetici il sorbitolo non è il top e devono per questo stare attenti perché è contenuto in diversi tipi di frutta, soprattutto nel sorbo, in molti prodotti dolciari e anche in caramelle e chewing gum senza zucchero, se non in alcuni farmaci.
Vediamo come interagisce con il sorbitolo un soggetto diabetico, quindi in una situazione di iperglicemia tipica. In questa situazione si accumula all’interno delle cellule e può causare problemi di cataratte, renitinopatia e neuropatie periferiche. Per questo, e considerati anche i possibili effetti indesiderati a livello enterico, il sorbitolo non è raccomandabile come sostituto dello zucchero nella dieta dei pazienti diabetici.
Sorbitolo: lassativo
Tra gli effetti secondari del sorbitolo troviamo anche quello lassativo, nel bene e nel male. Abbiamo spiegato che esso viene assorbito in modo solo parziale dall’intestino e, lì trattenuto, richiama acqua. Se assunto in alte dosi, l’effetto è del tutto lassativo, per questo il sorbitolo non è consigliato a chi già soffre della sindrome dell’intestino irritabile perché causa di gonfiori e crampi addominali.
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Pubblicato da Marta Abbà il 12 Dicembre 2018