Sono triste, detto di questi tempi può non essere una affermazione poi così rara, le notizie buone fanno fatica a trovare spazio nei giornali e in TV e c’è un’atmosfera di incertezza e un senso di incombente pericolo che ci richiede davvero tanto coraggio per pensare a qualcosa di positivo che ci renda felice.
Eppure se ci guardiamo in torno, pur consapevoli di essere tristi, possiamo trovare tantissime risorse, molte altre sono perfino dentro di noi e ce le portiamo in giro mentre cerchiamo altrove la felicità. Con questa piccola guida vogliamo fornire qualche spunto per poi trasformarvi in persone capaci di trovare da soli i modi per essere un po’ meno tristi. Anche se, va detto subito, che essere tristi non è per forza “sbagliato”, ogni tanto bisogna esserlo, l’importante è non esserlo perennemente senza soluzione di continuità.
Sono triste e guardo un cartone animato
Ce ne sono di talmente belli e divertenti, e facilmente reperibili anche on line e non diremo più “sono triste”. Perché non ce ne godiamo uno rilassati sul divano o addirittura sotto le coperte in una di queste grigi domeniche? Non è solo il guardare un cartone, non è solo lo stare di fronte alla tv o allo schermo di un pc. Si tratta di concedersi un piccolo ma profondo tuffo nella nostra infanzia e alleggerire il cuore seguendo le vicende di personaggi che qualcuno ha inventato per rendere un bimbo felice. E noi, che bimbi siamo stati, possiamo approfittarne di nuovo. I cartoni animati da ripescare sono quelli che guardavamo da piccoli perché solo così riusciremo a portare a galla di nuovo quella leggerezza d’animo di un tempo.
Sono triste e curo le piante
Vanno bene anche quelle del balcone, anche un piccolo fiore che ci hanno regalato o una pianticella grassa che abbiamo comprato. Oppure il basilico che sul davanzale della cucina fiero coglie qualche raggio di sole. L’importante è uscire dalla nostra dimensione di “io” e dall’idea del “sono triste“, per prendersi cura di un altro essere vivente. Facciamolo con dedizione, osservando con molta attenzione la bellezza che ci circonda e il miracolo della crescita e della fioritura a cui spesso non badiamo o che diamo per scontato quando invece è una vera gioia manifesta tutto attorno a noi.
Sono triste e gioco con il gatto
Sornioni ma molto molto zen i gatti ci possono insegnare molto. Sanno che essere tristi è una sensazione di passaggio e loro ci dormono sopra aspettando che passi, come nulla fosse. Accarezzarli e farsi coccolare invece che coccolare noi loro è una perfetta cura anti tristezza. Tra l’altro chi ha un gatto lo sa bene, che questi animali hanno uno speciale radar per la tristezza. Quando sono triste colgono sempre la tristezza e si presentano vicino a lui facendo le fusa affinché gli si permetta di cacciarla via.
Sono triste e porto a passeggio il cane
Anche i cani, in un modo diverso, ma possono essere un ottimo rimedio contro la tristezza. Io lo osservo in particolare quando penso al loro atteggiamento di massima fiducia nei nostri confronti e l’amore infinito che ci riservano. Basta incrociare il loro sguardo perché il cuore si spalanchi di tenerezza e la tenerezza addolcisce la tristezza e dolcemente la fa andare via. Portate a passeggio un cane, permettetegli di amarvi e di leccarvi un po’. E tutto passerà. Non penserete più “sono triste”.
Sono triste e dormo
Se la tristezza è proprio immensa e un po’ pesante sul cuore, a volte non resta come rimedio che dormire. Si, dormiamoci su perché la stanchezza può spesso accentuare le sensazioni negative e a mente più fresca magari il motivo del nostro stato d’animo sarà ridimensionato. Dal sono triste passerete al sono un po’ giù. Già meglio
Sono triste e cucino una torta
Se non riusciamo a prendere sonno, in alternativa possiamo fare qualcosa di utile e magari anche di gradevole come preparare una torta. Fate quella che sapete già fare, perché il risultato sia assicurato. Fate quella che vi piace, anche se magari non è il massimo per la salute, perché la tristezza fa molto più male di qualche sgarro alimentare. E possibilmente, una volta cotta, mangiatela in compagnia. Questo è il vero rimedio al sono triste.
Sono triste e leggo un libro
Tutti noi abbiamo dei libri che sono come dei talismani, che hanno un potere speciale, quello di sprigionare influssi positivi. Possono essere libri di avventura o di mindfulness, di filosofia oppure di fumetti. Io ne ho almeno una decina sulla mensola e li prendo quando sono triste e li apro a caso, leggo qualche frase che il destino ha deciso di propormi in quel momento. Subito tutto mi sembra ridimensionato, tristezza compresa
Sono triste e telefono ad un amico
Attenzione, non per sfogare la mia tristezza ma per sapere come sta. Esatto, perché a volte la tristezza ci mette al centro del mondo e ci fa perdere la dimensione sociale che è invece importantissima ed è a volte proprio la chiave per tornare ad essere spensierati. Chiamiamo un amico e chiediamogli come se la passa, raccontiamo di noi ma non dicendo “sono triste”, bensì cercando delle cose positive, vedrete che ne troverete.
Sono triste e faccio fotografie
La fotografia ci aiuta a spostare l’attenzione sul qui e ora ed è quindi un ottimo rimedio sia per distrarci sia per dare meno peso alla nostra sensazione “infotografabile”. Anche con il cellulare va bene, l’importante è impegnarsi a ritrarre ciò che ci circonda e ad immortalarlo il meglio possibile. Se abbiamo un profilo Instagram potremo anche condividere i nostri scatti e creare una gallery contro la tristezza, intitolata “quando sono triste fotografo”.
Sono triste ma la tristezza non mi fa paura
C’è un meraviglioso volume destinato ai bambini che racconta come la tristezza sia una sensazione come le altre, che viene e che va, a cui dare relativa importanza. “Tristezza non mi fai paura” è un bellissimo libro da regalare ai più piccoli e da leggere in loro compagnia. Ed è anche ciò che dobbiamo imparare a dire noi ogni volta che ci sentiamo un po’ giù, invece di pensare solo che “sono triste”.