Con il termine “solare amorfo” si descrive la tecnologia fotovoltaica a base di silicio amorfo (Si-a). Sono vari i materiali adatti per trasformare le radiazioni solari in energia elettrica ma quelli impiegati su larga scala sono davvero pochi. Tra questi figurano il silicio amorfo e il silicio in forma cristallina (Si-c).
Il solare amorfo risulta più efficace rispetto al fotovoltaico con tecnologia a base di silicio cristallino per vari fattori, tra questi il coefficiente termico che per il silicio in forma cristallina è molto alto, più del doppio rispetto al silicio amorfo. Ciò significa che ad alte temperature, l’efficienza del silicio cristallino si riduce molto rispetto a quella del solare amorfo.
Le celle in silicio amorfo (Si-a) sono mediamente più efficienti (dal 25 al 40%) con potenze incidenti inferiori ai 300 W/m2. Il degrado delle prestazioni del silicio amorfo non deve superare mai il 20% nei primi 20 anni di funzionamento dell’impianto fotovoltaico.
Caratteristiche del solare amorfo:
- Basso coefficiente di temperatura
- Adatto alle zone a basso livello di irraggiamento solare (presenta buone rese anche nelle prime ore del mattino e con cielo nuvoloso)
- Il suo aspetto estetico lo rende facilmente integrabile negli edifici (nella foto in alto a sinistra figurano moduli fotovoltaici con tecnologia a base di silicio amorfo, a destra figurano i moduli poli e monocristallini, caratterizzati da piccole celle quadrate).
- Con il solare amorfo non è necessario l’impiego di vetro.
Solare amorfo da un punto di vista ambientale:
Tutto ha un costo energetico per la natura, anche il fotovoltaico! Per restituire l’energia impiegata per la sua produzione, il solare amorfo impiega 2-3 anni, contro i 3-6 anni richiesti dal fotovoltaico a tecnologia a base di silicio multi- e mono- -cristallino. Così, se un pannello fotovoltaico al silicio amorfo nell’arco della sua vita restituisce all’incirca 10, 12 volte l’energia impiegata per la sua produzione, il pannello fotovoltaico al silicio cristallino producono solo dalle 4 alle 8 volte l’energia prodotta rispetto alla quantità impiegata per costruirli.