Un evento di tre giorni ha riunito alcuni dei maggiori esperti italiani in campo nucleare con l’obiettivo di formare tecnici e operatori sugli aspetti legati alla sicurezza, tecnologia e radioprotezione dei reattori di nuova generazione, inclusi i reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) e quelli modulari avanzati (AMR), in previsione della loro possibile introduzione in Italia. La Radwaste Management School (RaMS), il centro di formazione del Gruppo Sogin, ha ospitato a Roma il corso della Scuola Superiore di Radioprotezione “Carlo Polvani”, organizzato dall’Airp, l’Associazione Italiana di Radioprotezione, in collaborazione con l’Ain, l’Associazione Italiana Nucleare. All’evento hanno partecipato più di ottanta tra tecnici e operatori dei principali enti e aziende del settore, oltre a studenti universitari di facoltà scientifiche. Le tre giornate, concluse ieri, sono state inaugurate dai saluti dell’amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, del presidente dell’Airp, Francesco Mancini, e del direttore della Scuola Polvani, Francesco D’Errico. Il primo intervento tecnico è stato del presidente dell’Ain, Stefano Monti, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente di Sogin, Carlo Massagli.
Il corso ha trattato vari argomenti: dalla progettazione al licensing, dalla costruzione di nuovi impianti agli aspetti di sicurezza nucleare, fino al decommissioning e alla gestione sicura dei rifiuti radioattivi. Grazie a questa iniziativa, per la prima volta in Italia, sono stati forniti agli operatori del settore strumenti di conoscenza anche sui reattori di nuova generazione, come gli SMR e gli AMR. Queste tecnologie sono tra quelle che si stanno valutando per una possibile adozione nel nostro Paese, nel caso in cui il nucleare diventi una reale opzione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dal Green Deal europeo entro il 2050 e per garantire la sicurezza energetica nazionale.
Fonte Italpress – Foto a cura di Ufficio stampa Sogin