Social Trekking, dimenticate la solitudine e partite
Che cos’è precisamente il social trekking? Chiedetelo a tre persone e otterrete tre risposte diverse. Un’idea generica di base non manca ma il social trekking assume significati differenti a seconda della formazione, degli interessi e degli obiettivi di ciascuno. Per qualcuno, il social trekking è un modo per mettere ordine nella propria vita passeggiando a stretto contatto con la natura e confrontandosi con il prossimo, per un altro, il social trekking può essere l’occasione d’oro per conoscere nuove persone…
Se il trekking è il turismo dei sentieri da scoprire passo dopo passo, il social trekking può essere definito come il turismo dell’incontro, delle emozioni intese come condivisione.
Il social trekking insegna a interagire con i compagni di viaggio così come con gli abitanti del luogo. Non si viaggia chiusi in se stessi bensì aperti al mondo, alle diversità, al confronto e alla crescita.
Forse tutto è partito dal “social trekking” per eccellenza, quello che si fa intraprendendo il Cammino di Santiago, dove sconosciuti si incrociano e dopo qualche chilometro sono già amici. Un mio carissimo amico, ha percorso più volte il Cammino di Santiago e a ogni ritorno ha portato con sé un nuovo bagaglio culturale e l’agenda sempre più fitta di amicizie; si tratta di amicizie autentiche, da telefonare e da incontrare in punti a metà cammino in giro per l’Italia e l’Europa. Lo stesso amico ora è in Africa ad affrontare un nuova battaglia con persone incontrate proprio attraverso la mentalità del social trekking.
Dati alla mano, il social trekking sembra essere tra i fenomeni turistici di maggior rilevanza, stando ai dati diffusi dall’Associazione Terre di Mezzo Onlus, sarebbero 24mila gli italiani che negli ultimi due anni hanno intrapreso il Cammino di Santiago di Campostela e almeno 600mila sarebbero i “camminatori” abituali nel nostro Paese. Il social trekking è una roba da ragazzi? Non direi se si considera che di questi 600mila per lo più si tratta di adulti tra i 40 e i 50 anni. Lo stesso amico si spinge ben oltre i 50 anni ma queste… sono scelte di vita che rendono eternamente giovani! Si conserva l’entusiasmo e la voglia di fare.
Come è chiaro, le opportunità offerte dal social trekking sono infinite e non è necessario prendere aerei o cambiare nazione. Si può iniziare a praticare social trekking a partire dalle proprie origini, dalla regione di residenza. Molto celebre è stato il social trekking di Torino ma eventi sono disseminati su tutto il territorio italiano e in tutti i periodi dell’anno, ovviamente i mesi ideali sono quelli che accompagnano i “camminatori” con condizioni climatiche miti, ne’ troppo caldo, ne’ troppo freddo.
Social Trekking
Il social trekking è un’attività turistica emozionante dove la parola chiave è “condivisione“. Le regole del social trekking sono poche, ci si sposta con i mezzi pubblici o condividendo l’auto con più persone… zaino in spalla e calzature comode! Il social trekking è un’ottima opportunità economica e di valorizzazione del territorio grazie alla quale si preferiscono prodotti e servizi di origine locale.
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Pubblicato da Anna De Simone il 3 Giugno 2014