Smartphone: tanti li comprano, pochi li sanno usare
Smartphone e traffico dati rappresentano l’unico segmento in salute del mercato TLC italiano che nel totale vale nel 2012 35,2 miliardi di euro (+1% rispetto al 2011). Gli apparati per la trasmissione nel complesso sono in crescita del 13,2% in ragione del forte incremento del segmento smartphone (che con 24,4 milioni di pezzi venduti rappresentano il 36% di tutti i terminali mobili) che compensa l’andamento negativo degli altri segmenti. Gli accessi Internet e i servizi dati registrano un +3,7% mentre calano (-4,3%) i servizi voce.
“Ci si domanda peraltro se le potenzialità di questi dispositivi mobili di ultima generazione vengano sfruttate appieno – ha affermato Cristiano Radaelli, presidente di ANITEC (Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo) -. La sensazione è che l’acquisto sia motivato più dalla tendenza che non dal bisogno di utilizzare la capacità del dispositivo. Ecco dunque la necessità di definire al più presto una strategia di medio-lungo termine che porti davvero a un incremento della domanda dei servizi digitali su larga scala e che possa sostenere gli investimenti necessari a garantire la fruibilità e la qualità di questi servizi”.
I dati riportati sopra sono contenuti nel ICT Market Report 2012/13 curato da EITO (European Information Technology Observatory) per conto di ANITEC che come ogni anno fotografa lo stato dell’arte del mercato europeo e italiano dell’ICT. Una situazione non rosea, che riflette lo stato di crisi che attraversa tutta l’Europa continentale. Nonostante ciò, secondo le stime di chiusura 2012 prospettate da EITO, l’Europa rimarrà il secondo mercato mondiale dell’ICT (ma l’Italia perde terreno) con il 24,1% dietro agli USA (26,6%); rilevanti le quote dei Paesi BRIC (17,9%) e del Giappone (8,6%).
Parlando dell’Italia, ANITEC invita a guardare con attenzione ai dati di Confindustria Digitale, secondo cui l’utilizzo di Internet può portare risparmi di circa 2000 euro annui a famiglia e il raddoppio della velocità di connessione Internet equivale a un aumento del PIL dello 0,3%. Secondo il presidente di ANITEC: “La piena attuazione di una rivoluzione digitale può tradursi in 45 miliardi di euro di valore aggiunto e in un aumento della produttività diretta per le imprese del 5-10% di valore aggiunto per addetto. Puntare sull’economia digitale può portare fino a 43 miliardi di euro di minore spesa pubblica e 13 miliardi di maggiori entrate”.
A cura di Michele Ciceri
Pubblicato da Michele Ciceri il 3 Agosto 2012