Smart Hospital: energia pulita dai rifiuti ospedalieri
Dal rifiuto ospedaliero al combustibile. L’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) sperimenta la soluzione a un problema annoso, quello dello smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo prodotti al proprio interno, con un sistema che consentirà di ottenere combustibile non fossile utilizzabile come energia in alcuni processi industriali. Il progetto è sviluppato in collaborazione con Fotorecuperi, azienda torinese specializzata nel trattamento dei rifiuti speciali.
In tempo di Smart City, le “città intelligenti” che usano la tecnologia per facilitare la vita agli abitanti e limitare l’impatto sull’ambiente, questa esperienza pilota di gestione dei rifiuti sanitari pericolosi infettivi introduce il concetto di Smart Hospital.
Il sistema pilota ideato e sviluppato da Fotorecuperi per il San Luigi Gonzaga di Orbassano – di cui si parla oggi 3 dicembre in un convegno presso la sede della SITO Società Interporto di Torino – è stato studiato e collaudato con il contributo del Politecnico di Torino. Si tratta di un impianto che presenta costi di realizzazione notevolmente più contenuti rispetto agli impianti di termovalorizzazione, con vantaggi per l’utenza in termini di maggior ecocompatibilità e risparmio. Si stima che con l’introduzione del nuovo sistema la gestione dei rifiuti ospedalieri del San Luigi costerà un 15-30% in meno.
“Riteniamo che l’esperienza pilota intrapresa al San Luigi – ha affermato il Direttore Generale ASO San Luigi Gonzaga, Remo Urani – possa rappresentare un evento importante perché risponde all’esigenza di stare al passo con un mondo in continua evoluzione, alla ricerca di soluzioni sempre migliori a costi sostenibili, per inseguire i traguardi di minore produzione, pericolosità e impatto ambientale indicati dalla normativa UE e nazionale. Trattare i rifiuti sanitari con questi principi, e farlo perseguendo i criteri di efficacia ed efficienza, credo possa rappresentare un buon viatico alla nostra iniziativa”.
Finora il sistema più avanzato tra le soluzioni proposte dal mercato per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri prevede il confezionamento e il trasporto dei rifiuti con l’impiego di contenitori riutilizzabili e rigenerabili, e lo smaltimento in impianti di termovalorizzazione destinati esclusivamente al trattamento dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.
Il nuovo impianto permette invece la sterilizzazione dei rifiuti e la conversione in combustibile non fossile. Il processo permette di annullare il pericolo infettivo e di produrre un materiale irriconoscibile e maneggiabile senza rischi, riutilizzabile in campo energetico ed identificato dalla stessa norma come Combustibile da Rifiuti (C.D.R.). Questo materiale potrà essere utilizzato in quelle attività che necessitano di combustibili non derivanti da sostanze fossili quali ad esempio cementifici, aziende metallurgiche e impianti di teleriscaldamento. Il risparmio per l’ospedale in termini di costi di gestione – tra trasporto e smaltimento – è stimato a fine percorso sperimentale intorno al 15-30%.
Pubblicato da Michele Ciceri il 3 Dicembre 2012